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Lo stupore delle prese elettriche

Il mercato è un processo senza un esito predefinito.

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Da “L’intelligenza del denaro,” di Alberto Mingardi.
In un mercato, per esempio nella piazza del paese, si incontrano compratori e venditori e ciascuno impara dagli altri. Il compratore guarda le varie bancarelle, fa delle richieste, osserva, sceglie non solo in base alle varie offerte e in base a quello che vuole in quel momento ma anche in base a quello che fanno gli altri compratori. Lo stesso un corridore principiante osserva le scarpe, l’andatura degli altri per imparare.
Analogamente un venditore cerca di vendere qualcosa di speciale rispetto agli altri o di aumentare la quantità offerta ma anche di imitare gli altri venditori e cercare di capire quelli che hanno successo.
Quando si fanno acquisti o si sceglie di produrre e vendere qualcosa si presta attenzione anche alle proprie aspettative. Quanto cambierà la tecnologia se voglio oggi comprare un tablet? Posso essere sicuro di tenere il lavoro e quindi di permettermelo? Cosa faranno i concorrenti?
Il mercato è un processo dinamico dove tutto cambia e il prezzo, oltre al tempo, è il segnale di come si stanno muovendo le migliaia di compratori e di venditori che danno luogo a migliaia di scambi e formano le curve di domanda e di offerta.
Grazie al prezzo le risorse scarse possono essere allocate in modo efficiente. Ogni risorsa ha usi alternativi (pensiamo ai terreni) e il prezzo relativo di ciascun utilizzo manda segnali al mercato per trovare compratori o venditori disposti a pagare o a riscuotere quel prezzo in quel determinato tempo.
Un’eventuale centrale sociale che definisse a chi assegnare cosa e a quale prezzo non potrebbe mai avere le informazioni e le conoscenze necessarie per farlo e per soddisfare tutti. Prezzi, informazioni, tecnologie, esigenze variano costantemente nel tempo.
Teniamo conto che il processo è soggetto a tentativi e ad errori e che il prezzo segnala anche chi sta facendo bene o meno. Un’azienda che ha costi più alti e prezzi più alti di un’altra, a parità di altre condizioni, può trovarsi in crisi e cercare di capire cosa rende i concorrenti preferiti. Analogamente ai consumatori può bastare il prezzo, in caso di beni succedanei, per scegliere. In ogni caso niente è immutabile: aziende vincenti e profittevoli possono impiegare male le proprie risorse o non comprendere i mutamenti del mercato o essere spiazzate da un nuovo concorrente e scomparire. Oppure cambiare.
La stessa concorrenza non è benefica solo perché tutela la libertà di scelta del consumatore, ma perché apre la strada a nuove opportunità, a nuovi entranti sul mercato. “Il vero vantaggio per i consumatori non viene dall’esistenza di una pluralità di produttori, ma dal fatto che questi possono confrontarsi, apprendere l’uno dall’altro. Il prezzo che ciascuno di loro pratica, e le diverse modalità con cui offre i propri servizi, serviranno agli altri per imparare a fare meglio il proprio mestiere.”
I prezzi registrano i cambiamenti, le innovazioni, le aspettative. Il Barbera costava poco quando era un vino da sera e poi ne è stato inventato un utilizzo più chic, con barriques ed eleganza. Google ha un sistema di gestione della pubblicità che è un sistema di asta continua. Il mercato stesso è un’asta perenne

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