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Lo stupore delle prese elettriche

La corsa aumenta la voglia di corsa

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Cose che succedono quando torni a correre in uno dei gruppi di Equipe Run, quello dei lenti e contenti.
La palestra ha un problema: lo spogliatoio.
Metti una sera in cui torni a correre in un gruppo di corsa. (Cioè ora il bla bla bla esplicativo lo salto).
Lo spogliatoio della palestra era invaso dai bambini che fanno judo.
Le mamme dei bambini erano preoccupate che ci fossero uomini adulti nudi nello spogliatoio prima di entrare per dare una svegliata ai figli, non particolarmente lesti a togliersi di mezzo dalle panchine.
Un bambino aveva perso il kimono e chiedeva a tutti se avevano visto un kimono. Ha preso anche la mia canottiera, che evidentemente non era un kimono. Al massimo poteva essere una kimonottiera.
Il cartello con gli orari di judo e di kick boxing ha attratto la mia attenzione.
I prezzi dell’abbonamento alla palestra hanno attirato la mia attenzione: 240 euro per sei mesi, quando nelle altre palestre della zona stadio i prezzi sono ovunque più alti, ma le palestre sono anche più grandi, con attrezzature più moderne, con spogliatoi che non sembrano Venezia con l’acqua alta.
Il coach appena mi ha visto ha chiesto quale fosse il mio obiettivo. “Correre costantemente per un anno senza infortuni”. “Bene. Ora dimmi quello vero”. “Ah, be’, in futuro devo correre una mezza maratona in 1h45’ (a Edimburgo 2014 ci sono andato relativamente vicino, ma sono passati quattro anni e mezzo)”. “Ah, ecco, così va meglio”.
Il coach non aveva quei capelli bianchi cinque anni fa. Pochi, ma allora non c’erano nemmeno quei pochi.
Il coach si è sposato e sua moglie sta per aspettare un bambino, che adesso ha sette mesi e verrà chiamato Gregorio.
Ho deciso di iniziare dal gruppo dei lenti e ho ritrovato Irene, una tale Simona Beccagli e Erica, che merita un discorso a parte. Gli altri erano tutti nuovi per me: un uomo, Stefano, abitante al Poggio Imperiale e con una compagna superbionda, e svariate donne, tra cui una russa di nome Halla che ha esordito dicendo che non si era messa il rossetto. Ed è andata nello spogliatoio per metterselo. Bisogna essere impeccabili quando si corre. Tra l’altro era la più veloce del gruppo.
“Io voglio iniziare piano”. “Bene. Oggi si fanno le ripetute. Due serie da 400 300 200 100 metri più ancora 300 200 100 metri”.
Stretching: non ti boicotto, ma non mi avrai mai del tutto! Ti faccio ma non pensare che mi impegni o ti faccia bene. Risposta dello stretching: senti, raccontami del tuo polpaccio sinistro.
“Per ora continuate a fare questo corso. Poi potrete passare a quello del martedì o a quello del giovedì, dove si fanno anche dei bei percorsi, anche in salite divertenti come quella di San Domenico o di Maiano”. “Lo strano concetto di divertimento del coach. Be’, allora mi devo allenare in salita”. Interviene una ragazza carina e bionda, che forse si chiama Stella: “DOBBIAMO fare gli allenamenti in salita. Sono molto propositiva io”. Ha già guadagnato punti.
Mentre correvo vedevo Halla sempre avanti. “Devo raggiungerla”, ha detto la parte competitiva di RR che quindi lo ha fatto accelerare.
A 60 anni Erika ha fatto il cammino di Santiago mentre suo marito Alfredo faceva 450km in bicicletta lungo la Foresta Nera e poiché la strada era troppo corta ha allungato per la Francia. Lo stesso Alfredo sta preparando la traversata dello Stretto di Messina mentre Erika intende iniziare a fare spinning. Ovviamente Erika va in palestra. Alfredo faceva triathlon amatoriale, adesso ha smesso ma vuole ricominciare a fare nuoto. Stimateli e imitateli e starete tutti meglio.
Vuoi che la gente ti guardi come gli scienziati del tempo quando ascoltavano Galileo? Dì la seguente frase:”Hocorsolamaratonadiniuiorche”.
Stefano, un nuovo lento o un lento nuovo, suona in un gruppo musicale (beh, certo, non è che suoni i campanelli) e ha fatto l’inferno run! Perché qui mica c’è gente pizza e fichi.
Il boss della palestra. “Fatti fare una scheda dal tuo coach, che fa finta di niente e si nasconde ma ha una capacità di preparazione atletica mostruosa. Poi vieni qua e ti faccio un prezzaccio”. L’ultima volta che qualcuno mi ha detto così ho preso un’inculata, ma il tipo è affidabile.
Una signora a cena:”Ma come? Ben due persone a questo tavolo sono astemie? Ma è il 20%! Berrò io per voi”.
Ed è subito cena.  Correre per mangiare. “Dai, vieni in pizzeria”. Sono andato in pizzeria. C’era un musicista che intratteneva gli astanti e ha scatenato il nostro tavolo a suon di musica, parole e balli. Niente mi mette più a disagio del ballo, credo, e infatti sono rimasto seduto, ma il resto della truppa ha cantato e ballato come se non ci fosse un domani. Entro un mese intanto ci sarà la cena di tutti i gruppi di corsa.
E a cena c’erano Alfredo ed Erika ed è stato un attimo ricordare il viaggio ad Amsterdam per la mezza maratona, la mia prima mezza maratona e il mio primo viaggio con i Fontanini. Correre per viaggiare. 
C’erano una volta il passaparola, gli appuntamenti dati via sms o per telefono o meglio ancora dopo gli allenamenti. “Ci vediamo sabato alle dieci”. Poi è arrivato Whatsapp. Quindi sono arrivati i gruppi Whatsapp. Adesso c’è un’esplosione di gruppi. C’è quello storico, dedicato al cazzeggio. Quell’altro dedicato agli allenamenti e alle gare. Poi c’è quello di quelli che corrono per i cazzi loro in modo tranquillo. Poi quello di altri che corrono per i cazzi loro. Poi quello dei gruppi di corsa. Poi quello delle persone che fanno parte di un gruppo di corsa e vogliono andare ad allenarsi per i fatti loro. Che poi non è che i gruppi sono a compartimenti stagni. È ben possibile che una persona sia in sei o sette gruppi diversi e così in una settimana le occasioni pe rallenarsi, gareggiare e socializzare non mancano.
E questo è fondamentale.
Perché la compagnia è fondamentale.
Perché è vero che si sa che nessuno è mai tornato da una corsa dispiaciuto per averla fatta. Ma anche sapere che cazzeggerai mentre corri è motivante.
Sì ma l’ultima volta, due anni fa, ero partito bene, ma poi il polpaccio si è strappato male.
Ed è subito mezza maratona di Tromso.
Ed è subito nostalgia delle corse attorno allo stadio, del Ridolfi, delle vecchie corse di allenamento, di quando correvo una mezza maratona a settimana come allenamento, di quando correvo cinque o sei giorni di fila a settimana e in ogni viaggio e a ogni sosta non mancava mai la corsa.
Gare? C’era l’idea della maratona di Gerusalemme. C’è quella del duathlon. Non ci sarà tanta gente alla gp run.
L’idea di fare judo o kick boxing o mui thai o come si scrive.
E fu così che tornai a correre nei gruppi.
Cose che succedono quando torni a correre
La palestra. Lo spogliatoio. Invaso dai bambini. Bimbo perso kimono. Judo. Kick boxing.
Coah. Non infortunarsi. Mezza a 5.
Erica.alfrdo traversata stretto di Messina. Lei fa palestra e spinning. Irene. Simona b. Un sacco di gente nuova. Uno Stefano. Uba hallah russa rossetto. Ripetute. Veloce. Stretching. Giubbetto. Dobbiamo salita. I lenti. Tromso. Mangia. Palestra si nasconde coach
San Domenico. Inferno run. Concetto strano di divertimento. Cena. Sabato mattina amore poggio. Rock. Spinning. Ben tre astemi recupero. Esplosione gruppi sh. Zallocco prato ar. Una mezza a settimana
Là corsa aumenta la voglia di corsa

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