Una risposta a questo articolo di Luca Mercalli:
La crescita economica non è infinita. Vabbe’. Perché nella realtà c’è crescita economica da qualche secolo? Per il capitale umano, lo sviluppo tecnologico e le idee. L’unico limite alla crescita è l’intelligenza umana, che è meglio se viene lasciata libera di esprimersi e di scambiare liberamente ciò che produce. Se io so fare una cosa che piace a te e tu sai fare una cosa che piace a me e ce le scambiamo con la mediazione del denaro, ecco la crescita. Che è crescita di valore. Se io ho un’idea e la metto in pratica (che so, faccio un disegno) e a te piace e decidi di comprarla, ecco che si è creato valore. Il soddisfacimento di bisogni reciproci si ha anche se te la regalo, ma diventa difficile misurare quale sia il valore, allora, che comunque si è creato lo stesso. Questa è la crescita. Fare cose, non necessariamente materiali, che piacciono anche agli altri, che sono migliori di quelle preesistenti, che qualcuno è disposto a pagare di più o che costano meno, e scambiarsele.
Le risorse naturali non sono un limite alla crescita e questo è testimoniato dal fatto che nella storia il progresso tecnologico e il sistema dei prezzi hanno permesso di far fronte alla scarsità. Non ci sono risorse fisse e storicamente il prezzo delle commodities è calante, quindi non c’è scarsità. Altrimenti i prezzi di tutte queste cose avrebbero un trend di crescita. La plastica ha sostituito la latta e l’alluminio, la fibra ottica ha sostituito il rame, il carbone ha sostituito il legno e il petrolio ha sostituito il carbone. In un mondo con la popolazione cresciuta, il reddito nazionale di molti paesi è cresciuto di più.
Ah. Poi l’economia non è che produca rifiuti perché piacciono. Il ciclo economico è già circolare: produzione, distribuzione, consumo. I rifiuti sono o anche loro reddito per qualcuno oppure un costo, ma se sono un costo cercheranno tutti di ridurlo. Complessivamente il valore creato è superiore al costo anche in termini di rifiuto, altrimenti produrresti in perdita. Lo spreco è l’allocazione inefficiente delle risorse e quindi anche gli ambientalisti dovrebbero essere per l’efficienza.
E lo stato non crea ricchezza perché non ha tra i suoi obiettivi l’efficienza.
Allarmismi. Forse non sono considerati, non tanto per scarsa lungimiranza, ma perché molte delle catastrofi prefigurate questo o quello negli anni non si sono verificate? Oggi l’ambiente nei paesi sviluppati è messo molto meglio che nell’Ottocento o anche negli anni 50 quando in Basilicata la gente si riscaldava bruciando letame e sterco. Dove esiste una preoccupazione per la tutela dell’ambiente? Nei paesi più sviluppati economicamente. Chi si preoccupa dell’ambiente? Chi può permetterselo. Gli indigeni in Venezuela, il paese dove oggi l’80% dela popolazione è povera, stanno distruggendo una miniera, perché hanno fame. Ciò che può portare a occuparsi dell’ambiente è una maggiore ricchezza, quindi accumulo di redditi, quindi crescita economica.
I pannelli vanno prodotti. Come fai a produrli?
I pannelli, il rifare le case “meglio”, costano. I soldi ce li mette Mercalli? La coscienza ambientale, il preoccuparsi di queste cose, l’avere i soldi per potersele permettere richiede che a monte ci sia stata la crescita del reddito personale la cui somma determina il reddito nazionale. E questa richiede produttività e scambio. Gli standard di vita dipendono dalla produttività del lavoro e il sistema di libero scambio è il sistema che alloca le risorse nel modo più efficiente. Forme di allocazione meno efficienti
Incertezza.Ci sono stati allarmi sul clima e sull’ambiente. Già nel 2000, diceva l’onu, il mondo sarebbe dovuto finire. Intanto la temperatura è salita già di un grado e ci sono state delle conseguenze, ma niente di così drammatico e catastrofico. Ci sono problemi di incertezza legati alle previsioni. Il rapporto unep afferma che è probabile che si superi il limite di 1,5 gradi nel 2030 (il rapporto ipcc dice che succederà tra il 2030 e il 2050). Bene. Qual è il livello di confidenza? Qual è il margine di errore? Quanto grande è questa probabilità? Sulla base di quale modello sono state costruite le stime?
I costi. Non si sa, l’ipcc non sa, se sia più costoso agire o non agire. Quali siano i danni o i benefici.
Il rischio. Le soluzioni non potrebbero peggiorare la situazione? Soluzioni a problemi ambientali hanno creato i sussidi alla produzione di biocarburanti, con uso di olio di palma e deforestazione. Oppure hanno creato i sussidi al diesel, salvo un giorno dire ops ci eravamo sbagliati.
La decarbonizzazione? Con lo sviluppo tecnologico e il libero mercato può avvenire. Può anche avvenire che l’umanità riesca ad adattarsi ai cambiamenti climatici. Oppure no. Siamo sicuri che la decarbonizzazione non sia invece dannosa per esempio per i paesi poveri, nel senso che è troppo costosa per le persone e quindi le condanniamo a restare povere? Se restano povere non possono permettersi le tecnologie pulite e non sono interessate a differenziare i rifiuti invece di buttarli in mare o a non bruciare biomasse per riscaldarsi.
Mercalli non sembra parlare del nucleare. Nessuno scenario del’Ipcc esclude il nucleare. In Germania hanno fermato il nucleare e sono stati costretti a riaprire centrali a carbone. In California le sole rinnovabili hanno prodotto blackout.
Se ti vuoi decarbonizzare in sei o dieci anni devi smettere di vivere. Niente docce calde, niente cellulare, niente viaggi, niente elettricità, niente abbigliamento più o meno fast. E devi farlo subito. E devono farlo tutti. In Occidente come in Oriente. A proposito: come fai a dire a cinesi, indiani, indonesiani, brasiliani che non hanno diritto al tenore di vita occidentale? Perché adesso come adesso i principali emittenti sono loro.
Mercalli dice che il tav andrebbe bene se fosse già pronto. Il confronto lo deve fare non per quindici anni, ma per cento anni. Certo se pensa che tra quindici anni il mondo non esisterà più…be’ se pensa questo tanto vale continuare a inquinare.
Dice di non viaggiare, di non muoversi, di non comprare. Quando tutti quelli che campavano di queste cose non avranno più il reddito di prima, sai cosa gliene fregherà dell’ambiente? Quando tutti i bisogni sono oppressi, accadono le rivoluzioni.
Dice che non serve diventare vegetariani. Dice che la plastica è utile. Esatto è utile perché ha sostituito ciò che prima dicevate che stava per finire. È utile perché ha reso delle cose meno costose. È stata creata, deriva dal petrolio, sulla spinta di sviluppo tecnologico,scarsità di risorse, libero mercato. La crescita economica ne ha beneficiato e comunque l’ha permessa. Quando erano tutti contadini poveri non potevano certo pensare alla plastica.
Non è vero che basta poco, se il problema è la catastrofe, devi smettere subito.
Un po’ uso l’aereo un po’ no, dice, un po’ ipocritamente, il Mercalli. Quando gli fa comodo lo usa.
Il suo reddito gli permette di andare in agriturismo, di vivere come gli pare. Forse gli ha permesso di prendere soldi dagli altri.
È grazie alla crescita che anziché zappare nei campi dall’età di sei anni per ricevere comunque ben poco cibo, Mercalli fa il climatologo e appare in tv e scrive libri, è grazie a quella che i cinesi e gli indiani cominceranno a interessarsi all’ambiente e lo stesso hanno fatto gli europei e gli americani. È grazie a quella che Mercalli gode di un reddito che gli permette di vivere da radical chic
Più cresce la tecnologia, più cose appaiono sul mercato, a costi inferiori.