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Lo stupore delle prese elettriche

Setterosa: un quasi capolavoro e un sogno sfumato ai rigori.

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La storia dello sport non è fatta solo di cronache fredde, analisi razionali e risultati scontati. Lo sport che resta storia parla il linguaggio dell’epica, dell’impresa fuori dall’ordinario, di grandi battaglie.
La semifinale tra Italia e Olanda ai mondiali di Kazan ha rischiato di entrare a far parte delle partite epiche dello sport italiano. E’ mancato poco alla realizzazione compiuta di un capolavoro.
Certo, certo. Le azzurre sono entrate in partita intimorite, hanno fatto un imbarazzante uno su dieci in superiorità numerica, hanno subìto il gioco fisico delle avversarie, non hanno costruito un contropiede, hanno tirato in modo loffio, hanno concesso spazi, sono state lente in attacco, non hanno trovato né gli spazi né la porta avversaria, hanno regalato tre tempi alle olandesi. Queste, dal canto loro, potrebbero replicare di avere fatto tre tempi perfetti: conquista degli spazi, attenzione chirurgica in difesa, attacchi veloci, contropiedi fulminanti, presenza costante di giocatrici libere in attacco, tiri imparabili, azioni veloci finalizzate con un gol. Una di queste è stata spettacolare: tre passaggi dalla difesa all’attacco e rovesciata vincente. Tutto quello che le azzurre avevano fatto vedere di bello contro la Grecia, in semifinale è stata l’Olanda a mostrarlo.
Poi, però, tutto è cambiato. Sul cinque a uno un tiro della Di Mario è stato intercettato da un difensore, sul ribaltamento di fronte la Gorlero ha finalmente compiuto una bella parata e dopo il gol del 5-2 della Garibotti ha iniziato a incitare le compagne, a sbattere le mani sull’acqua, a urlare “Crediamoci!”. Durante un time out si sono sentiti da parte di qualche azzurra: “In finale ci andiamo noi!”
Già un minuto e mezzo prima dell’inizio del quarto tempo, le azzurre si sono schierate in posizione di partenza, come a dire: “Noi siamo pronte. Noi non molliamo.”
Un tiro a vuoto, una buona difesa, finalmente, e un gol di Radicchi hanno aperto il tempo. La rimonta sarebbe stata possibile se tutto avesse funzionato alla perfezione. Il tempo, però, passava e nessuna delle due squadre per circa due minuti ha segnato. Si ricorda una traversa da parte olandese prima dell’uno-due Queirolo – Aiello che ha regalato il pareggio all’Italia.
Dato che non esiste nessuna giustizia divina, il colpo del ko è mancato, mentre il palazzetto era in fibrillazione. C’erano pochi italiani, alcuni olandesi rumorosi e divertenti tra cui due anziane signore vestite di arancione e con occhiali che ballavano e reggevano un bandierone. I russi si sono ritrovati a tifare Italia. Le rimonte che sembravano impossibili hanno sempre qualcosa di epico. Peccato che gli ultimi attacchi azzurri siano falliti.
I rigori sono una sofferenza per tutti. Tre errori azzurri e due olandesi, in un’atmosfera piena di bella tensione, hanno sancito il risultato a favore dell’Olanda, che in finale affronterà gli Stati Uniti. Questi avevano battuto in precedenza l’Australia che, a differenza delle azzurre, hanno mollato una volta trovatesi in svantaggio di due reti nell’ultimo quarto di gara.

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