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Lo stupore delle prese elettriche

Siviglia 2016: le prime impressioni del primo giorno

1. La gente in giro è tranquilla nel suo passeggiare per la città e fermarsi nei locali, ai tavolini fuori o ai banconi dentro i bar. Che siano sivigliani o turisti, il centro è un fluire di persone che passeggiano tranquillamente. Partendo da Avenida de la Costitucion, la strada che va dalla Torre de l’Oro (quasi) alla Cattedrale a Plaza Nueva e lungo la quale passa un tram, ci sono due vie piene dei tipici negozi delle grandi catene come Zara, oltre che di altre botteghe più o meno turistiche: Sierpe e Tetuan, e poi quelle che congiungono queste due strade parallele. Io mi sono fermato in due librerie: una aveva dei cartelli che annunciavano la presenza di Federico Moccia che firmava un suo libro. Gli storici parleranno di cose come queste quando affronteranno la decadenza dell’Occidente. Tornando a me, sono riuscito a non comprare libri sulla storia spagnola o sivigliana: al solito li cercherò su Amazon, comunque.
2. Le tapas. Tapear è un rito in Spagna. Vai in un bar, prendi una tapa (magari le favolose crocchette di prosciutto) e una birra (un euro e venti), poi ti sposti in un altro bar, prendi un’altra tapa (per esempio un bacalao frido) e una sangria e così via. Forse mancano cibi veramente tipici. La paella è valenciana, il polpo è gallego, l’arroz negro è ovunque in Spagna così come le patatas bravas e alieoli o il buonissimo jamon (prosciutto, sia iberico che serrano e se viene dall’Extremadura non è andaluso). Per la cronaca, mi sono drogato di prosciutto. E anche di churroz con la cioccolata: il cibo sacro agli dei con quei bastoncini fritti da inzupparci dentro. Restano, tra i piatti tipici, la coda di toro, la carillada di porco (stufato di maiale), il gazpacho e un miscuglio, buonissimo e piccantino, oltre che acetoso, di spinaci e ceci. In ogni caso, in Spagna si mangia benissimo. Mi stavo per dimenticare le acciughe, il formaggio di capra e il pesce fritto: per trovare del buon pesce fritto mi sa che ormai mi devo trasferire in Spagna, visto che in Italia non mi riesce mangiarlo. Come al solito, quando torni in Italia, hai voglia di pastasciutta, a dire il vero.
3. Passare dagli zero gradi di Firenze ai diciotto di Siviglia è stato godurioso. La mattina e la sera faceva freschino, ma non quanto in Italia nei giorni precedenti la partenza.
4. Uno dei simboli di Siviglia è il fuoco. Delle fiamme di fuoco si elevano in delle specie di sacrari fuori dei locali.

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