Racconti di una collega.
“Ho avuto colleghi di tutti i tipi. Uno diceva che con la moglie aveva stabilito una regola: bisognava fare l’amore dopo cena. Sempre. Lei avrebbe tenuto la tavola apparecchiata e sarebbe tornata a sparecchiare quando avevano finito. Hanno avuto tutte figlie femmine. Alla morte della moglie aveva bisogno di continuare l’osservanza delle regole e voleva trovare compagnia. Si è preso una prostituta che ha fatto conoscere a tutti. Lei lavorava al supermercato e accettava inviti di uomini soli da cui riceveva in cambio regali e viaggi. Un giorno lui le ha chiesto di sposarlo. Aveva sessantacinque anni, lui. Le condizioni da parte di lui era che lei smettesse di lavorare. Le condizioni da parte di lei erano che sarebbe stata la padrona di casa e avrebbe gestito tutto come pareva a lei. Non avrebbe lavorato se lui le avesse dato lo stesso stipendio. La figlia si era opposta. Lui era accecato. Lei diventò sua moglie. Le case furono intestate a lei. Per lui il sesso era fondamentale. Anche a ottanta anni. Lei si chiama Candida. Un giorno lui ha chiesto il divorzio ma aveva intestato tutto a lei che lo ha sbattuto fuori di casa. La figlia, rimasta senza la casa paterna, non l’ha perdonato ma per interesse ha fatto da badante al padre. “Non ti voglio vedere. Ti curo e basta. Per i tuoi soldi”.
Un altro collega aveva finito i soldi a forza di mangiare fuori casa. “So fare solo insalata e tonno,” diceva. Lui era geloso della moglie. Lei gli ha fregato i soldi. Alla figlia diceva: “Ti do da mangiare. Poi non hai bisogno di niente”. Una notte è stato trovato morto. Ha fatto la vita che ha voluto. È stato un cattivo padre e un cattivo marito. Non un buon cristiano. “Vo all’inferno ma se non ci trovo quelli che di devo trovare fo un macello”.
Un’infermiera finì invece tutto al marito di una paziente, abbindolandolo. Lei le fece lasciare la moglie, gli prese soldi e casa e lo lasciò sul lastrico.
Un medico invece aveva tre figli per ognuna delle tre mogli.