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Lo stupore delle prese elettriche

Ultimi libri letti. 22 ottobre 2017.

Bubu de Montparnasse, Louis Philippe, 9. “Berthe era una prostituta: non è un mestiere certo di cui ci si possa disfare al mattino e lontano dal quale diventare ciò che si deve essere, come un impiegato lontano dal suo ufficio.” Parigi 1900. Questo libro è pieno di umanità, in tutti i sensi che potete dare a questa parola.

Paesi tuoi, Cesare Pavese, 9. Berto e Talino escono insieme di prigione. Berto accetta l’invito di Talino a essere ospitato a casa sua in campagna. Si contrappongono l’ambiente e la mentalità cittadini e quelli rurali. Si riscopre un passato fatto di vita in campagna dura e piena di rozzezza, di impulsività, di ferocia. Questa è anche una storia di rapporti comuni in un tempo non troppo lontano all’interno di una famiglia contadina piemontese e dei rapporti tra famiglie vicine. Rapporti nei quali va a intromettersi un “cittadino”, tratteggiato come una persona più “urbana”, appunto, ma incapace di evitare la tragedia finale. Questo libro dura meno di cento pagine ed è bellissimo. Di Pavese avevo letto solo La Luna e i Falò: ho da leggere l’opera completa.

Il bell’Antonio, Vito Brancati. 8. In un mondo moraleggiante, ottuso e incline al giudizio sugli altri e al pregiudizio è facile passare dalle stelle alle stalle. La vita di Antonio cambia quando si trasforma da bello, sensibile e apprezzato a scartato e disonorato a causa della sua impotenza sessuale. Il periodo è quello fascista. La città è Catania.
In viaggio con la zia, Graham Greene. 7,5. Dopo la morte della madre, un ex impiegato di banca viene “tirato su” da una zia avventurosa e contrabbandiera, che lo porterà in giro per il mondo. Certe volte è ripetitivo. Alla fine assume le sembianze di una spy story. Fa parte a buon diritto della lista dei libri che mettono di buonumore.

Il Vangelo secondo Biff, Christopher Moore, 8,5.
“Vieni con me Maddi. Farò di te una pescatrice di uomini” disse Gesù.
Afferrai Gesù per la parte posteriore della tunica e lo trascinai via. “Non badargli. È matto”.
“Pescatrice di donne?” fece Gesù.
Più tardi dissi a Gesù:”Non puoi continuare a dire cose che fanno venire i brividi. Pescatrice di uomini? Vuoi farti lapidare dai farisei?”

“Mi siete mancati entrambi, ma mi sei mancato anche tu”.
“Lo so”.
“Non verrò a letto con te”.
“Lo so”.
“Allora smetti di strofinarmelo addosso”.
“Certo”.
In quel momento Gesù uscì dal cancello incespicando e ci investì, ma riuscimmo a restare in piedi e a sorreggerlo. Aveva con sé il coniglietto della bambina. Lo teneva contro una guancia e una zampa posteriore ciondolava libera. Era gloriosamente ubriaco.
“Sapete una cosa?” ci disse. “Adoro i conigli. Non faticano, non abbaiano mai. A partire da questo momento dichiaro che ogni volta che mi succederà qualcosa di brutto ci saranno in giro dei conigli. Così sarà scritto. Avanti, Biff: scrivi”. Mezzo voto in meno perché alcune parti sono eccessivamente lunghe.

Uomini e no, Elio Vittorini, 8.
Da “Wikipedia:” Per quanto uscito nel 1945 e scritto nel mezzo della lotta partigiana, il romanzo non è una celebrazione della Resistenza (per quanto se ne legga l’intrinseca necessità), ma pone numerosi dubbi su quanto è accaduto e, al momento della sua realizzazione, sta accadendo: sul senso profondo del combattere e morire, sull’umanità e sulla non-umanità anch’essa propria dell’uomo. In definitiva, sull’essere uomini e no.
Il protagonista lotta contro il fascismo come dittatura per una liberazione dell’uomo che crede fermamente possibile. Tale liberazione, però, non è da intendersi esclusivamente dal punto di vista politico, ma anche da un punto di vista intellettuale: il “fascismo” dentro ognuno di noi, che regola i rapporti tra gli uomini e i rapporti tra uomo e donna, che divide gli uomini in gruppi (partigiano e nazista, intellettuale e uomo d’azione), che genera il dramma di Berta nel suo dividersi tra due uomini. La sua incapacità di sparare al tedesco, al suo oppressore e nemico, è il simbolo di una speranza dopo gli orrori della guerra e della lotta partigiana: quella che la solidarietà possa spezzare le differenze che dividono gli uomini.

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