Nota: per “politica” qua si intende “quella signora che faceva la politica di mestiere, eletta in parlamento tra le file di Sinistra Italiana, e che è stata una dei relatori a un incontro pubblico sul tema dei cambiamenti climatici e della Cop21.”
La politica appare in un vestito verde e con una chioma piena di riccioli. Trasuda eleganza.
Parla della sua esperienza in parlamento. Loro, i parlamentari, tornano a casa e affrontano i cittadini e quindi esiste un rapporto di democrazia. Il governo invece è succube delle multinazionali.
Non si capisce se questo sia dovuto al fatto che i governanti non tornino mai a casa. Inoltre il fatto che spetti al governo eseguire e al parlamento legiferare continua ad essere vero. O il governo eccede in decreti, come è tradizione italiana, oppure le leggi, comunque, non le fa lui. Neppure i magistrati le fanno, anche se a qualcuno questo appare strano.
Parla della sua esperienza a Parigi. Ha incontrato un delegato della Shell. Un uomo con la faccia quadrata. Che quindi deve essere malvagio per forza, direbbe Lombroso. Lui dice che vorrebbe la geoingegneria. Lei confonde questa con il ccs e dice che nascondere la co2 sotto i fondali marini è sbagliato. In questo ha ragione. Sul resto no. In pratica non sa di cosa parla. Lei. Non il tipo della Shell.
Sembra che lei gli abbia chiesto come intende coprire i costi dell’introduzione della geoingegneria. Il tipo ha detto:”Con la carbon tax.” Lei sbatte i pugni sul tavolo e dice che non ci ha visto più. Non si capisce perché. Lei non l’ha detto. Non ha spiegato cosa sia la carbon tax. Ha lasciato la parola in sospeso, quasi a darne una connotazione negativa. Senza, peraltro, indicare come lei finanziarebbe un maggiore impegno verso le rinnovabili. In fin dei conti avere le entrate con la carbon tax e usarle per sostenere le rinnovabili o la geoingegneria non sarebbe sbagliatissimo. Certo che sarebbe preferibile abbassare le tasse distorsive, anche perhé una carbon tax permetterebbe di aumentare il prezzo dei prodotti carboniferi in modo da prezzarne le esternalità negative. Non sappiamo, però, cosa pensi di tutto questo la politica, perché non ha dato spiegazioni: ha voluto solo colpire il pubblico con frasi a effetto.
Il tipo della Shell l’ha indicata col dito, una volta usciti dalla stanza, e le ha chiesto chi lei fosse. L’interpretazione della politica è che il tipo la volesse minacciare. L’interpretazione mia è che fosse curioso. E’ una persona anche lui, anche se secondo la politica questo non sembra possibile.
Il tipo le ha detto che la Shell vuole fare causa al governo italiano perché ha bloccato i progetti aziendali in Italia sulle rinnovabili. Bene, no? Ottimo, direi. Invece no: questa cosa lei la chiama banditismo. Facendo uscire di bocca questa parola, ma guardandosi bene dallo spiegare il perché della sua opinione.
In seguito la politica fa alcune affermazioni interessanti sulle proposte che il partito ha portato in parlamento, sulla differenza tra spese di investimento e di cassa. Sostiene che il patto di stabilità non andrebbe rispettato, che è opportuno spendere e spandere e fare deficit a gogò tanto per continuare nell’opera di distruzione dell’economia italiana, iniziata negli anni Settanta, e per accelerare il declino.
Un signore tra il pubblico afferma che è difficile andare tra i lavoratori edili o chi per loro e comunicare che saranno licenziati, ma un giorno troveranno lavori verdi. La domanda colpisce un altro politico, di Sel, che sostiene che questo è esattamente il problema di fronte a cui si trova la sinistra e che deve essere dibattuto. Lei non lo ascolta quasi. Parla di reddito di cittadinanza o di ammortizzatore sociale che poi finirà al momento della conversione dell’economia al verde.
Il problema di questo approccio è che viene fatto a deficit, è fondato sulle decisioni dall’alto, sulle pianificazioni centrali fallimentari, sulla spesa pubblica a gogò e sulla convizione che poiché tu governo dei buoni hai deciso che il mondo andrà così, non andrà diversamente. La stagflazione degli anni settanta, questa sconosciuta, per dirne una.
Invece concordo sul fatto che il lavoratore inquinante licenziato goda di sussidi temporanei e si attivi per riqualificarsi e cercare un lavoro nuovo, anche lontano da casa. Ovviamente questo approccio non viene nemmeno preso in considerazione dal signore e questo può essere un segno di non volere accettare i cambiamenti avvenuti nel mondo, però, chissà, forse i lavoratori non ne sarebbero insoddisfatti, una volta capito che non esistono più le garanzie di una volta ottenute scaricandone i costi sugli altri.
La politica, però, controbatte nel merito solo di malavoglia e spinta dal politico di Sel. La prima cosa che ha fatto è stata alzare la voce e urlare di essere stufa di essere additata come la signora del no. Peccato che la sua risposta non c’entrasse niente con la domanda del signore. Era solo un artificio retorico volto a intimorire il signore e a sviare il discorso.
Bisogna dire che sembra proprio nata per fare la politica, quella donna.