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Lo stupore delle prese elettriche

Dossier bio (3.) Consumo di suolo ed efficienza.

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http://blog.nature.org/science/2014/06/18/global-agriculture-land-sustainability-deforestation-foodsecurity/

Quando consideriamo che abbiamo bisogno di un incremento del 70% di cibo entro il 2050 (a meno che non riduciamo seriamente gli sprechi, rallentiamo la crescita della popolazione o fermiamo l’incremento nel consumo di prodotti animali, vedi FAO 2011) è difficile essere speranzosi sul futuro.
Senza migliorare le rese, quel 70% di aumento nel cibo richiederebbe più di 34 000 000 di km2 di nuova terra agricola, un’area più grande dell’intera Africa. (FAO 2014.)
Eppure ci sono buone notizie se osserviamo i dati globali. (data (from the U.N. Food and Agriculture Organization, FAO 2014)

Mentre la disponibilità di cibo per persona al mondo è aumentata negli ultimi quindici anni, l’ammontare totale di terra usata per produrre quel cibo è simultaneamente diminuito.

Quindi:
1. L’agricoltura, in alcune parti del mondo come gli Stati Uniti, è un driver che sta dietro una minore perdita di habitat terrestre rispetto a quanto è accaduto per qualche decennio. Per esempio nell’est degli Stati Uniti più terra agricola è convertita in foreste che viceversa.
2. L’incremento della produttività agricola continua. A volte questo processo può essere sostenibile, attraverso la riduzione dell’uso di input ad alto consumo di risorse (fertilizzanti, pesticidi, acqua) e la riduzione di output negativi (inquinamento delle acque, perdita di suolo.) Dire che l’agricoltura ruba terreno a tassi sempre più alti è non corretto.
3. Purtroppo però non tutto l’aumento di produttività è sostenibile, anzi molto dello sviluppo di agricoltura intensiva, a livello mondiale, non lo è.
4. Purtroppo i livelli di produttività attuali non sono sufficienti per soddisfare la domanda di cibo al 2050 e in alcuni luoghi i guadagni di produttività hanno smesso di aumentare.
5. Il trend globale maschera diversi trend regionali e locali. L’area destinata all’agricoltura si è ridotta in Polonia e negli Stati Uniti, ma è aumentata in Argentina, Indonesia e Vietnam. In questi luoghi la deforestazione continua a essere un problema serio.
6. Il climate change porterà nuove sfide per l’agricoltura, poiché fenomeni atmosferici estremi impatteranno negativamente sulla produttività. Fortunatamente molte pratiche di agricoltura sostenibile possono consentire di salvaguardare sia la produttività che le performance ambientali.
7. Se non possiamo produrre più cibo nelle fattorie esistenti (riducendo contemporaneamente gli impatti e gli input ambientali) possiamo aspettarci più utilizzo di suolo in futuro. Dobbiamo anche assicurare che laddove la terra venga usata con pratiche sostenibili e garantisca un’alta produttività, tale terra non venga convertita ad altri usi.
La terra usata per l’agricoltura su scala globale è cresciuta in modo costante negli ultimi trent’anni, ma dal’95 sia in lento declino. Dal ’98 al 2009, però, le calorie globali prodotte a persona sono aumentate del 4,4% (da 2713 chilocalorie per persona al giorno a 2831.) L’area dedicata all’agricoltura si è invece ridotta dello 0,8%.

Cosa non ci dice il trend globale.
Non sappiamo se l’aumento di produzione di cibo sia avvenuto in modo sostenibile. E’ aumentata la disponibilità di prodotti della zootecnia, per esempio, che sono ad intenso consumo di risorse, piuttosto che quella di cereali o legumi, che possono essere prodotti in modo più efficiente. Questi dati, inoltre, non dicono niente sul possibile impatto sulla salute del suolo e sulla qualità dell’acqua.
Più importante ancora è sottolineare il fatto che anche se l’area agricola non è aumentata, ciò non significa che non ci sia stata la conversione di habitat naturali in terreni agricoli. Negli Stati Uniti, per esempio, si è verificata la conversione dei terreni all’agricoltura, solo che è stata sorpassata da lla conversione dall’agricoltura (per esempio a favore dello sviluppo urbano oppure delle foreste.) In altre parole, buone notizie a livello nazionale possono nascondere problemi a livello locale.
Analogamente, a livello globale, il declino della terra destinata all’agricoltura in buona parte del mondo (Nuova Zelanda, Mongolia, Polonia) è controbilanciato da un’espansione agricola da altre parti come Vietnam, Indonesia, Argentina.
http://blog.nature.org/science/2014/06/18/global-agriculture-land-sustainability-deforestation-foodsecurity/global-ag-map/

Non sorprendono i luoghi in cui l’espansione è maggiore. Palme da olio in Indonesia e soia in Sud America hanno grosse responsabilità. Una regolamentazione più restrittiva rischia di spostare da altre parti l’espansione agricola. Occorre focalizzarci sull’incremento sostenibile di produttività in terreni già usati ed evitare di “ripulire” nuove terre.
Possiamo farcela, anche se la strada è lunga. Uno studio di 198 progetti di agricoltura sostenibile nel mondo sviluppato ha riportato un aumento medio di produttività del 79% e simultaneamente la riduzione dell’uso di pesticidi e l’aumento di efficienza nell’uso di acqua. (Pretty et al. 2006).

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