Copia incolla da Sergio Ricossa,”Come si manda in rovina un paese.”
1984
Decisionismo craxiano. Impone a colpi di fiducia e di decreti legge la sua politica del lavoro e la scala mobile che piace a lui. Inoltre impone il salvataggio delle reti di Berlusconi. Dopo il decreto non approvato fa il decreto bis. La Corte Costituzionale non dice niente. Ci sono pretori d’assalto, Berlusconi d’assalto e Craxi d’assalto.
Intanto la CGIL si spacca tra comunisti e socialisti. Muore Berlinguer, che puntava sull’austerità.
Berlusconi compra Rete 4 e Italia 1: per incapacità dei concorrenti, nasce un oligopolio.
Sindona finisce in carcere, malgrado la presunta protezione di Andreotti. Intanto il Corriere passa agli Agnelli attraverso Gemina e diventa comunque un buon quotidiano di centro sotto la direzione di Ostellino.
Il piccolo commercio viene colpito fiscalmente dai socialisti e invoca, a colpi di serrate, il tradizionale soccorso democristiano. Non lo otterrà, ma sarà il progresso, con la grande distribuzione e i centri commerciali, a colpire i commercianti. Intanto questi protestano per il calo dell’inflazione.
Al ministero dell’industria viene concesso un fondo per l’innovazione e il ministero della ricerca protesta. Ci sono trenta ministeri: che ci siano rivalità è ovvio.
Reagan e Volcker stanno abbassando l’inflazione senza aumentare la disoccupazione e gli Stati Uniti crescono.
Esistono manuali di 600 pagine di circolari solo per l’Iva.
Franco Mattei in Parlamento:”Qua si discute di ridurre il debito pubblico, ma in tutte le altre stanze nello stesso momento probabilmente si prendono decisioni che lo aumentano.”
Molti privati si fanno prestare dei soldi dalle banche e li investono in titoli di stato. In questo modo deducono gli interessi passivi dalle tasse mentre gli interessi attivi sui titoli sono esentasse per legge.
Comuni e Regioni investono i fondi in banca e gli interessi chissà in quali tasche finiscono, nascosti tra le maglie della contabilità.
Università. Un rettore deve comprare un timbro per l’università, ma per farlo deve avere l’autorizzazione dalla Zecca, ma per averla deve timbrare con un timbro. Alla fine si fa una legge con cui si ammette che il rettore possa usare un comune timbro trovabile in cartoleria. Si pone allora il problema di chi deve comprare il timbro e coi soldi di chi. Un’accusa di peculato per qualche scemenza del genere non è impossibile in un sistema di leggi completamente assurdo. Come ha detto qualcuno: “bisognerebbe annullare tutte le leggi emanate dal 1950 in poi, e forse anche quelle del secolo precedente, e ricominciare da capo.”
1985
Inflazione in discesa per il calo dei prezzi delle materie prime, del petrolio e del dollaro (arrivato a quota 2200 da 800 di fine anni settanta). L’inflazione è comunque superiore a quella degli altri Paesi e quindi la lira non può che svalutare, prima o poi.
La Rai confidava nel potere monopolistico per fregarsene del proprio sviluppo potenziale; ha anche dato tariffe ai clienti pubblicitari troppo basse, mettendoli in coda. In questo modo ha regalato spazio e clienti a Berlusconi.
Achille Lauro. Craxi salva il palestinese Abu Abbas, consegnato dagli americani che avevano liberato la nave, sequestrata. Craxi fa il filopalestinese e antisemita come anche molti marxisti e cattolici. Fa un po’ tutto lui, compreso dare un prestito per la fame nel mondo, gestito da Francesco Forte. Craxi non vuole che l’Iri ceda la Sme a DeBenedetti perché questo è amico di DeMita. Craxi ama i comitati d’inchiesta che nomina lui.
Le imprese possono salvarsi dall’oppressione dello Stato in due modi: o diventando così piccole da sfuggirgli col nero o ingrandendosi e attraversando le frontiere.
Dahrendorf: autoritratto. Le multinazionali hanno contribuito allo sviluppo dei paesi sottosviluppati più di tutti i governi messi insieme. Il lavoro nero rappresenta il progresso maggiore perché dimostra che gli uomini non si lasciano incastrare dal sistema.
Privatizzazione fatta in modo ridicolo di mediobanca, posto statale dove comanda Cuccia. Mediobanca appartiene alle banche che appartengono all’iri che appartiene al ministero delle partecipazioni statali ma i controllori non hanno un reale controllo. Prodi, presidente iri, vorrebbe controllare di più, ma allora Cuccia prende e privatizza.
Ipsoa in declino. Le BR se la prendono con IPSOA e uccidono Tarantelli. Mai una volta che colpiscano l’intendenza di finanza.
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1986
La Libia spara sull’Italia dopo un’attacco aereo americano.
In Italia crescono spesa pubblica e pressione fiscale.
La borsa sale, nascono i fondi comuni, i risparmiatori comprono e non vendono in tempo, rimanendo fregati col crollo. Le spa continuano a chiedere soldi alle banche, però. Se non hanno soldi per ripagare i prestiti o ci rimettono le banche o i contribuenti risparmiatori o i clienti delle banche.
Craxi ha sempre meno fiducia, tra franchi tiratori e staffetta di governo.
23 novembre marcia di trentamila contribuenti che non piace a Fabrizio Goria e nemmeno a Visentini che chiede a Romiti di incontrare Ricossa, che ha partecipato alla marcia insieme a Marongiu, Martino e altri. Il popolo e i giornali sono contro di loro: li chiamano evasori.
Casi Schimberni, Gardini e Ferruzzi. Questi ha un’idea da imprenditore schumpeteriano: il metanolo può sostituire il petrolio.
1987.
Goria presidente, veti tra Craxi e De Mita, Amato vicepresidente. La politica si fa col bilancino del farmacista. Elezioni insignificanti. Craxi rifiuta la staffetta.
Ogni anno elettorale è un anno di generosa spesa pubblica compravoti. Il 1987 registra 175 000 dipendenti pubblici in più, un miglioramento dei loro salari e per imitazione un milgioramento dei salari privati. Il debito pubblico sale verso il miliardo di miliardi, il doppio di quanto Craxi trovò a inizio mandato.
Sale la pressione tributaria. Goria inventa l’imposta sugli interessi dei titoli di stato. Quella sui capital gain arriverà nel ’91 e si volatilizzerà con i guadagni nulli.
Crolla la borsa di New York. Inizia l’era delle decisioni prese alla velocità di un computer.
Sarebbe possibile investire in titoli europei, grazie alla cee, in concorrenza con quelli italiani, ma le banche hanno un massimale sui crediti concessi ai privati. L’ideale in Italia è quello di lasciare agli zoppi la libertà di correre.
La congiuntura è buona. La Fiat è in forte attivo. Marzotto compra la Lanerossi dall’Iri. Iri ed Eni sembrano in attivo, ma la loro contabilità è un rebus. Basta vendere le loro attività che poi sono passività, perché non rendono,e il bilancio migliora.
Una nuova agenzia di sprechi sostituisce la cassa per il mezzogiorno. Al sud si sviluppano gli stipendi dei funzionari e la popolarità dei politici di riferimento: De Mita, Gava, Pomicino…
Diceva Vincenzo Florio: “L’ozio divora questa popolazione. L’ambizione la rovina. Il lusso è sproporzionato ai mezzi che si hanno. Difficile trarla all’industria o al commercio attivo. Manca lo spirito associativo, escluso quello mafioso.”
A Cuccia piace sapere di essere giudicato indispensabile anziché di piacere.
Beneduce fu fascista, liberale e socialista insieme. Certi spiriti cercano la concordia degli opposti per finalità credute alte e universali, come la cura dell’interesse generale o superiore, laico, che è parente stretto del bene comune, cattolico.
Arrivano Fini e Giorgio La Malfa.
Gli anarchici apprezzano l’antisinistrismo di Ricossa.
Sylos Labini dà dei coglioni ai sessantottini e riscopre Adam Smith.
Il superfluo è necessario, diceva Voltaire.
La storia non parla del più grande avvenimento moderno, cioè la scoperta dell’elettricità.
Il nucleare viene bocciato sull’onda di Chernobyl.
La disoccupazione degli ingegneri non interessa ai sindacati, ma è da quella che discendono le altre, fino ai manovali.
1988.
Perestrojka, Arafat, governo De Mita, Il Giornale venduto a Paolo Berlusconi, Montanelli querelato per il titolo “messaggio di padrino”. Arriva Occhetto. De Benedetti conquista Mondadori e ci porta Repubblica. Poi compra il Credito Romano e vende Perugina e Buitoni alla Nestlè.
Congiuntura internazionale buona.
Disoccupazione e pressione fiscale più alte in Europa che in America e Giappone.
In Italia, dopo sette anni di disoccupazione crescente, la tendenza si ferma. Crescono i salari reali, i profitti sono a un buon livello, consumi e investimenti migliorano. La bilancia commerciale si deteriora di poco e affluiscono capitali dall’estero, segno di fiducia. Si risana la finanza pubblica allora? No. I politici continuano a spendere troppo e male.
A ogni ringalluzzirsi della spesa privata, quella pubblica dovrebbe farsi prudente affinché la somma delle due domande si concili con l’offerta complessiva. La spesa pubblica però corre all’impazzata e la banca d’Italia, paurosa dell’inflazione pone ostacoli vari sul cammino della spesa privata. Ecco perché i periodi di buona salute italiani durano sempre poco.
Consiglio europeo. Si annunciano vincoli comuni ai disavanzi pubblici, modi comuni di finanziarli, politica macro comune, sistema di banche centrali comuni, politica monetaria comune per la stabilità dei prezzi, moneta comune. Per ora in comune abbiamo l’atteggiamento utopistico. A quel punto comunque sarebbe più o meno facile fare l’imprenditore? Dipenderà dagli agganci a Bruxelles.
Hume: “La passione dell’interesse personale può essere considerata un vizio o una virtù ma è la stessa cosa. Solo lei riesce a frenare se stessa. Se è virtuosa, gli uomini diventano sociali grazie alla virtù. Se è viziosa è il loro vizio ad avere lo stesso effetto.”