Non abbiamo una teoria certa su cosa determini le crisi. Abbiamo delle intuizioni, delle spiegazioni parziali.
Dobbiamo anche capire cosa vogliamo modellare, teorizzare.
Dobbiamo separare il particolare dal generale. Ogni paese ha la sua storia e le sue crisi, che hanno i propri elementi specifici. Allora i paesi e le crisi vanno analizzati intanto empiricamente per vedere cosa hanno in comune e cosa è attribuibile alle specificità di ciascuno..
Cerchiamo in Fred o in Google “Real gdp european union 28 countries”
https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMEURSCAB1GQEU28
Possiamo anche limitare il grafico al singolo anno.
Vediamo come il pil reale vari dal primo trimestre del 1995. Ci sono periodi di crescita nei quali cambia l’accelerazione. Altri periodi di crescita più piatta. Dopo la recessione del 2008 c’è stata una nuova crescita, quindi una piccola recessione e poi una forte ripresa.
Restringiamo ai paesi euro e vediamo come i cali siano più accentuati.
https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMEURSCAB1GQEA19
Prendiamo adesso la Germania.
https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMNACSCAB1GQDE
Dopo la riunificazione l’andamento era piuttosto piatto. Poi arriva la crescita. Dal 2001 al 2005 c’è stata stagnazione. Quindi la Germania ha fatto molte riforme: sul lavoro, sulla spesa pubblica ecc. Il paese torna a crescere, si becca poi la botta del 2008 e ritorna a crescere. L’effetto della crisi del 2008 è prima una riduzione della crescita e quindi il ritorno alla ripresa più sostenuta.
Consideriamo il Regno Unito per scoprire un andamento diverso. UK non soffre della crisi del 2011.
https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMNACSCAB1GQUK
La Francia (https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMNACSCAB1GQFR) ha un andamento simile a quello del Regno Unito. C’è stata una recessione non marcata come in altri paesi nel 2008. Nel 2011 la crisi del debito ha prodotto un appiattimento seguito poi dalla ripresa.
La Spagna ha un andamento ancora diverso. Ha vissuto un boom di tredici anni iniziato nel 1995 e che ha fatto sì che come reddito pro capite abbia eguagliato l’Italia. La crisi del 2008 ha portato un calo più lungo che negli altri paesi pur non avendo avuto crolli pesanti. Dopo il 2013 ha ricominciato a crescere.
L’Italia ha un andamento tutto suo. Ci sono più oscillazioni che negli altri paesi, la fase di crescita inizia con ritardo rispetto alla Germania, l’andamento piatto dura poco, la crescita è piccola, prende due botte nel 2008 e nel 2011, si riprende lentamente, si appiattisce di nuovo.
https://fred.stlouisfed.org/series/CLVMNACSCAB1GQIT
Il fenomeno generale è che si alternano la crescita e la stasi. Alcune volte la crescita e l’appiattimento diventano crisi con calo di occupazione. La profondità dei fenomeni dipende dai vari paesi
Stabilito che i cicli presentano degli aspetti comuni e che tali cicli sono integrati (oggi un prodotto è fatto con pezzi che provengono da vari paesi), ciò non significa che i cicli siano tutti uguali in tutti i paesi. Dipendono quindi dalla struttura di vari paesi.
Il ciclo economico non è solo variazione del Pil. È anche variazione di tanti altri valori. Per capire come funziona il ciclo bisogna capire perché certi indici variano di più e altri di meno.Scomponiamo il Pil degli Stati Uniti e analizziamo come variano i vari componenti.
Iniziamo con l’indicatore dell’insieme dei fattori di produzione (capitale e lavoro) usati nella produzione nelle aziende non agricole private. Comprende i macchinari e le ore lavorate. Racconta i cicli in modo più stilizzato. https://fred.stlouisfed.org/series/MPU4910032
Scindiamo tale indicatore e analizziamo l’input “lavoro”. Precisamente tutti gli occupati nelle imprese non agricole.
https://fred.stlouisfed.org/series/PAYEMS
Le oscillazioni sono più sostanziali. Ogni recessione implica una riduzione di occupazione, anche se non tanta in percentuale. In recessione diverse persone vengono licenziate o chiudono le imprese ecc.
A un certo punto la curva risale. Cresce la popolazione e aumentano le persone che cercano lavoro. C’è crescita di occupazione ma ci sono delle fasi in cui le persone perdono il lavoro.
Vediamo ora il civilian unemployment rate. Ci sono persone che dichiarano di cercare lavoro ma dichiarano di non averlo trovato. Sono i disoccupati. Qui le oscillazioni sono maggiori. In recessione la disoccupazione cresce ma la disoccupazione cresce anche subito dopo. Il massimo della disoccupazione si ha quando la recessione è finita e è in crescita. Le oscillazioni nei tassi di disoccupazione sono sostanziali, sono profonde in termini relativi (adesso in usa il livello è ai minimi storici), L’indicatore è ritardato. Ricomincia a crescere un po’ dopo reispetto al pil e si ferma molto dopo. Raggiunge il massimo quando l’economia sta crescendo. Quando si entra in recessione la crescita del tasso di disoccupazione è ripidissima, quando si torna in crescita, il recupero è più lento. https://fred.stlouisfed.org/series/UNRATE
Guardiamo il salario medio di tutti gli occupati. Il tasso è quasi costante. I salari medi degli occupati sono cresciuti anche in recessione negli Stati Uniti dal 2006 al 2018. Magari rallentano un po’ ma il salario degli occupati in media cresce. https://fred.stlouisfed.org/series/CES0500000003
https://fred.stlouisfed.org/series/GPDIC1
Gli investimenti privati oscillano alla grande. Negli ultimi 40 anni le oscillazioni sono molto profonde. Più profonda è stata in particolare la ultima. La scala del grafico non è logaritmica. L’effetto scala mostra che le recessioni provocano cadute serie degli investimenti. L’ultima è stata drammatica e è iniziata prima. Le costruzioni sono un indicatore che anticipa la recessione. In generale la caduta degli investimenti inzia prima del ciclo e chiude prima della fine del ciclo. Le oscillazioni degli Investimenti sono molto più profonde di quelle del reddito.
https://fred.stlouisfed.org/series/USAPFCEQDSMEI
Consumo privato totale. Il consumo si muove molto meno. Nelle fasi di caduta ciclica l’elemento che cade tanto è I. C è calato nell’ultima recessione e altri cali ci sono stati ma piccoli. C è molto più stabile e oscilla meno nel ciclo. Tende a crescere in modo più regolare.
Dall’analisi della spesa pubblica (https://fred.stlouisfed.org/series/GCEC1) vediamo che in generale G fa quello che vuole. Cresce più rapidamente negli anni 80. Negli anni 60 calava a volte. Cala dopo la recessione. Questa G è proprio la spesa pubblica esclusi i trasferimenti. Cala in valore assoluto dopo il 2011. Non è vero che G sia anticiclica. Si comporta in modo non univoco. Ciò che la determina sono cose più complicate della pura gestione ciclica.
https://fred.stlouisfed.org/series/A191RL1Q225SBEA Qui vediamo i tassi di crescita. Le recessioni sono eventi particolari e corti in cui i tassi di crescita di molte variabili si appiattiscono e crollano. In generale le recessioni hanno durata breve, come vediamo dalla tabella qui linkata: https://www.nber.org/cycles.html (cercabile come business cycle references nber e ottenibile in vari formati). Ci sono tutte le recessioni americane. Through è il minimo. Peak è il massimo. Col passare del tempo la lunghezza delle recessioni si è ridotta. La lunghezza delle espansioni è aumentata. Le espansioni sono durate in media 40 giorni tra il 1854 e il 2009. Dopo la seconda guerra mondiale i giorni di espansione sono stati in media 58. Il trend è in crescita e quindi i giorni buoni sono più dei cattivi.