there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Appunti di viaggio da Rimini 2013.

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V arriva ed è al telefono. Dietro di lei c’è sua figlia, che si nasconde. Con sé ha uno scatolone con un costume da orso nell’interno. Chiama dei volontari del gruppo locale di Greenpeace. Uno di loro lo indosserà in serata per sensibilizzare le persone sul problema dello scioglimento dei ghiacciai artici. Faremo delle foto sia di fronte al mare che durante un concerto. In realtà V ha sempre il telefono in mano. Coordina, organizza. Per mangiare stabiliamo dove andare. Ci muoviamo. Un occhio è sempre sulla figlia. Camminiamo a lungo e alla fine mangiamo due piadine. Prendo una Coca Cola e mi fulmina.
Ci rivediamo il pomeriggio alla spiaggia. Lei parla e non sta ferma. Andiamo alla vasca idromassaggio. Legge il telefonino. Fa dieci cose mentre io scrivo un sms. Si sdraia nel lettino, in spiaggia. Si rialza. Guarda cosa fa la figlia, che gioca con una sua amica. Nota cosa succede intorno. Dice che sono nel bagno che raccoglie tutti i rifiuti fognari della città. La chiamano perché qualcuno ha visto una tartaruga morta a San Giuliano Mare. Chiama la capitaneria di porto, la fondazione cetacei. Mi dice che ogni volta che c’è da salvare degli animali, chiamano lei come becchina. Una volta a forza di telefonate al mondo intero ha salvato un gattino a Rimini mentre lei si trovava in Saredegna.

“Che prendi queste bevande Vintage?”. Mi chiede Roberta, mentre paga per me e per lei (un caffè macchiato) al bancone del bar del bagno 26 a Rimini.
Parlava del latte e menta, un miscuglio dolce e frizzante, adatto all’estate e abbastanza godurioso. Non quanto un ice coffee, certo. Ci mettiamo a sedere e parliamo. Ha preso da poco la partita iva come web manager ed è soddisfattissima della sua autonomia e del suo lavoro. Per le beghe ci sono gli avvocati, i commercialisti e le bestemmie. Lei riesce a far stare a sedere V. Sono le cinque del pomeriggio. R. si è offerta di portarmi alla stazione per prendere il treno. Mi dice che suo nipote ha imparato a leggere, quindi parliamo della sua idea di viaggio in Crimea e che un nostro conoscente adesso fa il fotoreporter giramondo, una di quelle scelte di vita che affascinano. Intanto V. ha avuto la trovata di farci fotografare tutti dietro a una maschera di cartone, in modo che sembriamo dei bagnini col fisico da bagnino ma la faccia da quel che siamo. Mentre viaggiamo abbiamo il doppio navigatore sul cellulare, così la signorina la sentiamo due volte, perché non c’è il sincrono. Il problema è che mentre procediamo lungo la strada, il tempo di percorrenza aumenta. “Siamo in ritardo.” Mi dice lei. Io, tranquillamente, mi metto a controllare sul telefonino quando c’è il prossimo treno. In un baleno fisso l’intercity più eurostar successivo a quelli che avevo prenotato a suo tempo a prezzi stracciati. Il percorso è da Rimini a Bologna e da lì a Firenze.
R. mi dice di controllare su Mobiletreno, un sito web, se per caso il treno che io aspetto è in ritardo. In effetti lo era, di ben mezzora, ma ormai avevo già fissato. Lei era agitata, ma non lo dava a vedere.mi porta la borsa, mi portano in giro, mi porterebbe a bologna, poi lo noto. Non ringrazio, ascolta le mie spiegazioni. Voleva che la chiamassi, ma sono paranoico e dovevo effettivamente riposare. Una volta fatto tutto quello da me ok loro. Stavolta anche se non avevo chiesto la lora cura è stato bello. In stazione stiamo a guardare un po’ di libri e poi ci salutiamo quando arriva il treno, pieno fino all’inverosimile. Ero stato per un po’ indeciso, a quel punto, se prendere un regionale fino ad Arezzo. I controllori, comunque, verificano fuori dalla stazione se ci sono persone che cercano di salire sull’intercity col biglietto del Regionale. Io entro e miracolosamente trovo la cosa più importante: il posto a sedere. In treno sento una ragazza che dice che le hanno rubato uno zaino in spiaggia. “Del resto che vuoi, come puoi pensare che se uno arriva deciso e prende una borsa, i vicini di ombrellone dicano qualcosa.”
Alla stazione di Bologna scopro che, in caso di ritardo, avrei avuto diritto al rimborso o a un posto nell’Eurostar successivo, che comunque non era garantito. In ogni caso lo prendo e arrivo.

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