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Lo stupore delle prese elettriche

Il conflitto è tra combattere il cambiamento climatico e combattere la povertà

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Sbobinatura.

Vaste aree del pianeta desertificate, scioglimento dei ghiacci, innalzamento del mare, riduzione di assorbimento di gas serra da parte degli oceani. Tutto ciò  in un certo scenario renda difficile la vita sulla terra. Questo è lo scenario peggiore e su cui si è concentrata l’attenzione dei media e delle persone.

Fatto obiettivo: l’animale uomo è particolarmente aggressivo e è particolarmente diverso dagli altri animali. È vero che ogni specie animale ha trovato delle nicchie di sopravvivenza e si è adattata. L’uomo, col linguaggio, con la capacità di ragionare, fare tecnologia, costruire macchine, è diventato la creatura più potente del pianeta mentre se fosse isolato e nudo sarebbe particolarmente debole. Quando usa gli strumenti che ha prodotto, così non è.

Perché la prendo alla larga? Perché i veri problemi che soggiacciono alla campagna sul riscaldamento globale sono la proliferazione dell’uomo, l’interazione dell’uomo con gli altri animali e col pianeta. Quelle che chiamiamo risorse non sono sempre state risorse. Spesso sono  cose che noi attraverso lo sviluppo tecnologico e le invenzioni abbiamo creato e usato per noi. Da questo punto di vista abbiamo schiavizzato il pianeta.

Sulla base di principi religiosi propri possiamo dire che questo sia  ingiusto Il problema che questo punto di vista non risolve è decidere se esso vale solo per chi ce lo ha o se deve essere imposto a tutti. Se io credo che il nostro essere giusti implichi non usare certe tecnologie o fare certe cose, in che senso ho il diritto di imporre la mia visione agli altri? Non si sa. Ho sempre l’opzione di adeguarmi ai miei standard morali e usare le tecnologie che secondo me sono coerenti. Posso anche trovare spazi e altre persone con cui costruire comunità secondo questi principi.

Il discorso vale anche a rovescio. In che senso chi ritiene di usare le tecnologie deve imporre anche agli altri gli effetti collaterali di questa attività? Le chiamiamo esternalità. La questione non è del tutto simmetrica. Tu puoi usare solo la zappa o le mani per seminare e raccogliere e io non te lo impedisco. Se mi dici che non posso usare il trattore perché inquina anche te entriamo in una sfera diversa. Questo è uno dei problemi morali che soggiace al dibattito.

E soggiace al dibattito perché è data una dimensione generazionale. Gli adulti o i moderni stanno massacrando il pianeta ai danni di chi non lo vive. Tra il 2050 e il 2100 le condizioni per gran parte del pianeta, secondo gli scenari peggiori, potrebbero essere difficilmente vivibili. Qui c’è un problema non risolto da nessun lato. È equità intergenerazionale.

Torniamo al punto di partenza. Gli uomini hanno cercato di vivere meglio, in tutte le civiltà., con parametri diversi. Le religioni, i sistemi economici o le circostanze naturali a volte hanno favorito le condizioni di vita e altre le hanno sfavorite. Analogamente, a volte si è “sfruttata” maggiormente la natura e altre meno.

A un certo punto in una certa parte del mondo le scoperte scientifiche hanno impresso una forte accelerazione dello sviluppo tecnologico migliorando le condizioni di vita in quella parte del mondo.

Queste tecnologie alla fine sono state capaci di generare energia (che è la chiave di tutto) usando essenzialmente combustibili fossili. La cosa è avvenuta spontaneamente senza pianificazione. Oggi sappiamo che possono esserci altre fonti di energia.

L’accusa alle passate generazioni di essere state egoiste e avere rubato il futuro è falsa. Nessuno ha egoisticamente scelto niente. Non c’erano o non erano conosciuti molti altri sentieri di scoperta, sviluppo, crescita, utilizzo dell’energia ecc. Non c’è stato un complotto della generazione dell’800 e non possiamo  dannare chi nasce nel 2050.
C’è una versione socialistica. Eh ma questo è effetto del capitalismo che ha scelto questa perché è la strada più profittevole. Cosa avrebbero potuto fare? Inventare l’energia nucleare o il fotovoltaico nel 1920?
Tutti i regimi socialisti, compresi il Venezuela o Cuba o l’Unione Sovietica o la Cina di Mao hanno usato i combustibili fossili per migliorare le proprie condizioni. L’Europa dell’est poi era una pattumiera inquinante. Il non capitalismo e il controllo statale hanno prodotto disastri. L’unico disastro nucleare è avvenuto per l’incuria e il disprezzo degli umani dei regimi socialisti.

C’è responsabilità morale di qualcuno, quindi? No.

Voler puntare il dito è un grave errore. Entusiasma chi lo punta. Chi accusa è chi fa le prediche salendo sul trono morale. Irrita la grande maggioranza dei normali che vengono accusati di colpe e responsabilità  che non hanno. L’accusa è inutile e sgradevole e provoca reazioni negative.

Devono cambiare gli atteggiamenti culturali, i modelli di consumo? Si prendano decisioni politiche di tassazione di CO2? C’è allora il bisogno del supporto politico di milioni di persone. È meglio non accusarli di crimini di cui non sono colpevoli o sono incoscienti.

Proposta di Dino Parrano: ridurre il riscaldamento e l’aria condizionata. Usiamo i mesi più freddi per andare in vacanza e i mesi estivi come mesi scolastici. Non c’è bisogno di riscaldamento, così.

Ci sono 6 miliardi di persone che non possono scegliere tra aria condizionata e riscaldamento, perché non hanno né l’uno né l’altra. Questo è l’errore dietro al movimento di Greta. Mentre forse ha risvegliato alcune coscienze nel mondo occidentale, composto da circa un miliardo di persone e qualche elite nei paesi in via di sviluppo, ha messo sul seggio degli accusati sei miliardi di persone che vogliono fare come noi, cioè migliorare le proprie condizioni di vita, avendo limitate risorse come avevamo noi. Stanno copiando quello che abbiamo fatto. Con un grande vantaggio Grazie alla nostra tecnologia più avanzata che consuma meno energia per produrre ciò che serve, generano meno CO2 per unità di prodotto. Il loro sviluppo, laddove sta avvenendo, sta avvenendo con un tasso di inquinamento dell’atmosfera minore. Il movimento con questo tono di accusa si scorda che i 6 miliardi vogliono e hanno diritto a un posto al tavolo.

Le misure prese in occidente sono state sostanziali. Se ne verranno prese altre è probabile che ridurranno la qualità della vita dei più poveri nel mondo occidentale. Comunque possiamo ridurre il nostro contributo alla CO2 . È improbabile che si possa imporre a Africa, Cina, India, America latina di non crescere o di farlo come vorrebbe farlo il movimento di Greta. A meno di creare imperialismi sovranazionali magari guidati dall’Onu.

Si dovrebbe puntare su innovazione, mercato, competizione, incentivi, fiducia e non su moralismo catastrofismo millenarismo, pentitevi la fine è vicina, senso di colpa, spregio per questo e quello.

Il vero problema è la crescita economica dei 6 miliardi di abitanti dei paesi in via di sviluppo. Predicare che siano gli altri ad assumersi i costi del cambiamento è troppo facile e non è per niente etico. Mentre è facile per chi ha redditi sufficienti (15 20 30% dei più abbienti occidentali) adottare  le misure avocate da Greta e dai suoi amici angurie e sostenerne gli extra costi, queste misure potrebbero provocare gravi riduzioni delle condizioni di vita delle classi meno abbienti, che poi scatenano rivolte come quelle avvenute in Francia, Iran, Ecuador. O portano al voto per Trump e Salvini.

Morale. Il problema è complicato. Il savonarolismo danneggia i più deboli e la causa stessa.

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