“Non sapete come augurare un buon compleanno a una ragazza conosciuta in chat?
Potete provare scrivendo una cosa così:
Era una giornata buia e tempestosa. I lampi squarciavano il cielo, i lupi ululavano, i treni deragliavano. Poi…
Eccola! E fu di nuovo luce. Ancora nessuno sapeva cosa avrebbe combinato nella sua lunga vita e nessuno sapeva cosa sarebbe successo se nove mesi prima i suoi genitori fossero stati al cinema invece che…bè, s’è capito.
Già appena nata cominciò a fare confusione, e aveva una certa tendenza a scalciare la gente e a fare cose spericolate. Ancora non esistevano i rollerblade, ma lei amava tuffarsi giù per i vulcani su una tavoletta di cioccolato… e ci riusciva, tanto che i genitori erano ben contenti di portarcela. Peccato che un giorno si avvicinò un po’ troppo al cratere e… ci finì dentro.
Iniziano qui le sue avventure verso il centro della Terra. Appena arrivata, questi gli disse: “Salve, sono il centro della Terra, vede come sono ricamato bene? Vuoi assaggiare un po’ della mia lava? Sai, sono sempre solo quaggiù ed è raro che una bambina possa venire a trovarmi, quindi non ho niente da offrire.” Lei assaggiò la lava, anche perché se no il centro le avrebbe offerto un viaggio anticipato sola andata verso il posto dove non batte mai il sole(che non è dentro le mutande, ma all’inferno…e lei non aveva nemmeno un Virgilio a farle compagnia). Assaggiata che ebbe la lava, esclamò:”Altissima, levissima, purissima”. Non sapeva ancora che un giorno questo slogan le sarebbe stato copiato. In seguito assaggiò anche l’asciuga e questo fu un bel colpo agli occhi(con un po’ di congiuntivite, a dir la verità) del centro: perfino lui si teneva a debita distanza dall’asciuga. Lei invece non si fermava davanti a niente. Così i due diventarono amici e il centro le fece conoscere tanti personaggi che popolavano quel vasto mondo sotterraneo. Lei rideva molto e imparò tante cose nuove, per esempio imparò a nuotare nella lava, perfino a sciarci: facevano anche le olimpiadi. Vinceva sempre lei, un po’ perché aveva già talento per lo sport, un po’ perché quel vecchio rimbambito del centro l’avrebbe battuto anche un cinquecento piedi(che sarebbe un millepiedi a cui è stata amputata una parte del corpo). Alla fine del viaggio, il centro le disse:”è giunto il momento che tu vada, però qui non c’è spazio per i mezzi di trasporto, quindi per portarti al più vicino scalo(che in quei giorni si stava sposando con lo scaleo per formare la scala. Questi fecero due figli, ma a una mancava un cromosoma e nacque così la scala a chiocciola) devi usare un mezzo artigianale. Lei lo ringraziò molto dell’accoglienza, anche perché aveva imparato a sciare, nuotare, leggere, scrivere: tutto questo nella casa privata del centro, dove c’erano l’aria condizionata e una biblioteca con quasi tutta la conoscenza dell’uomo. Anzi c’erano anche cose che ancora gli uomini non avevano scoperto e che avrebbero scoperto quando lui ne avesse avuto voglia: avrebbe lanciato un rutto che sarebbe stato ascoltato da un genio e al genio si sarebbe accesa la lampadina.
Lei così conosce anche alcuni segreti inconfessabili, come il giorno in cui la Fiorentina vincerà il prossimo scudetto e nevicherà viola, ma non può dirli in giro perché il centro ha i diritti d’autore e poi è in contatto diretto con Dio e lucifero. Quindi meglio stare tranquilli. Lei ripartì per la Terra in mongolfiera e tornò a casa, dove i suoi avevano festeggiato il suo addio con fumogeni e striscioni.
A partire da una certa età iniziò a guardare in modo strano i maschietti: infatti stava diventando strabica, ma si ricordò che il centro le aveva lasciato una pozione magica e così guarì subito.
Fece anche dei bei giri per l’Europa in cui si divertì molto e poi improvvisamente un giorno… vide un tavolo con sopra una specie di soprammobile. Istintivamente le venne di mangiarlo, con un po’ di nutella, poi premette un pulsante e…incredibile!Lo schermo si accese! Ovviamente si bloccò subito, ma quella scritta “windows” la affascinava. Arrivò allora un suo amico, tale Davide Gliel’ho Fatta Vedere Io a Golia e Anche Alla Saila Menta che le spiegò i rudimenti di quell’aggeggio strano.
Dovettero configurare il computer(così si chiamava l’aggeggio: infatti diceva sempre: “computer dove sei?”, cioè si chiamava), mettere i programmi, ripararne i malfunzionamenti, cambiare, smontare, aggiustare, controllare. Finalmente un bel giorno potè dirsi un’esperta e così entrò nell’affascinante mondo delle chat.
A tale proposito, occorre dire che per tutta la vita aveva una specie di tic, nel senso che continuamente diceva: un giorno mi chiamerò wonderwoman, e poi esclamava “Fate largo a Wonderwoman” quando pattinava, sciava, correva, lottava, studiava, giocava, parlava, dire fare baciare lettera testamento, un due tre stella.
Un giorno arrivò un tale, di nome CHAT, che le chiese:”ciao, bella donzelletta che vien dalla campagna, non hai mica visto uno che passeggia per i cipressi di Bolgheri con i 12 figli(6nella terra fredda 6 nella terra nera) mentre la nebbia agli irti colli piovigginando sale e pepe? Se me lo sai dire ti darò il nome che vorrai”. Fu così che lei le disse che l’aveva visto in un libro, al che venne ringraziata e le fu concesso il privilegio di scegliersi il nome e di poterlo usare in quel luogo.
Finalmente potè coronare il suo sogno: chiamarsi Wonderwoman.