- Rientro. Lo Stato ripaga il debito. Chi paga le conseguenze? I cittadini, attraverso le tasse. (Con effetti indiretti negativi sul reddito di famiglie e aziende ed economia, ma anche col beneficio di possibili investimenti esteri a tassi non esagerati).
- Default o ristrutturazione parziale. Lo Stato decide di non ripagare il debito. Chi paga le conseguenze? Chi gli ha prestato soldi, siano cittadini o pensionati di altri paesi attraverso i fondi pensione o acquirenti di titoli di quello stato ecc. Ne pagano le conseguenze anche i cittadini, indirettamente, visto che quello Stato avrà difficoltà a ricevere nuovi investimenti e nuovi prestiti dall’estero.
- Inflazione. Lo Stato fa in modo di ripagare il debito con una moneta dal minore potere di acquisto, in termini di beni esteri. Se questo fenomeno viene anticipato dai mercati, sarà compensato da un aumento dei rendimenti richiesti a causa del maggior rischio atteso. Per avere un’effettiva riduzione del debito occorre che i tassi d’inflazione siano superiori ai tassi d’interesse sui prestiti ottenuti. Si corre il rischio di generare una spirale inflazionistica e sono dolori. Chi paga le conseguenze? Chi ha prestato soldi allo Stato, che si vede restituire una cifra con cui può comprare meno beni e servizi di quanto potesse fare al momento del prestito, ma non solo. Tutti coloro i quali hanno concesso prestiti a tassi fissi ci rimettono. Per esempio i lavoratori. Tutti coloro che hanno ottenuto prestiti ci guadagnano. Per esempio le imprese, visto che possono adeguare i prezzi ma i salari reali si sono abbassati.
- Svalutazione. Lo Stato svaluta la propria moneta. Nel caso dell’euro, esce dall’euro. Chi paga le conseguenze? Chi ha concesso il prestito allo Stato e chiunque importi beni o servizi ci rimette.
Come si può ridurre il debito pubblico e chi ne paga le conseguenze
23 Aprile 2020 | 0 commenti