Da:”L’intelligenza del denaro,” di Alberto Mingardi.
“il commercio privo di barriere combacia perfettamente con la pace. Elevate tariffe doganali, barriere agli scambi e una concorrenza economica sleale sfumano nella guerra. Pur rendendomi conto dell’esistenza di numerosi altri fattori, giunsi alla conclusione che, se fossimo riusciti a ottenere un flusso di scambi più libero – intendendo con «più libero» un flusso contraddistinto da minori discriminazioni e ostacoli –, in modo che nessun paese provasse un insanabile risentimento per gli altri e il livello di vita di tutti i paesi potesse crescere, eliminando in tal modo quel malcontento economico che alimenta la guerra, avremmo avuto una ragionevole possibilità di instaurare una pace durevole,” diceva robert Hull.
Gli accordi di libero commercio non portano necessariamente a dei successi costanti. La ricchezza delle nazioni non si sviluppa costantemente e allo stesso modo per ttutti. Incidono variabili interne, comprese quelle politiche, ed esterne, compreso il protezionismo altrui.
Fatto sta che la povertà globale è diminuita, come evidenziano i dati della Banca Mondiale.
La riduzione dei costi di transazione ha connesso luoghi, persone e imprese a distanza prima inimmaginabili, consentendo loro di scambiare e di creare opportunità per gli uni e per gli altri.
“La vita economica è cooperazione a distanza tra estranei: più si accorciano le distanze, più sono gli estranei con cui entriamo a contatto e da cui possiamo trarre opportunità.” C’è chi ritiene però che la maggiore ricchezza per tutti si avrebbe a spese di un qualche noi.
LO SQUILIBRIO NON E’ IL MALE.
Una persona che fa tutto da sola è più povera di una che ha reddito sufficiente per acquistare le cose di prima necessità all’esterno. Basta pensare alla differenza di vita tra noi e i nostri nonni. Io posso specializzarmi in una cosa e comprare altro da chi è specializzato nel fare meglio le altre cose.Anche chi tiene tutti i soldi in un deposito in casa avrà delle esigenze: mangiare, vestirsi ecc.e la ricchezza non è data da quanto denaro ha in sé ma da quani beni e servizi ha a disposizione o può acquistare.
Lo stesso vale per uno Stato. Uno Stato che fa tutto da sé, che è autarchico, è più povero di uno che si apre agli scambi. Se ha la possibilità di importare merci non è necessariamente più povero un paese importatore netto di uno esportatore netto. Ciò che è sempre in pareggio invece, non è né deve essere la bilancia commerciale, ma è la bilancia dei pagamenti.
Se un Paese è esportatore netto e quindi vende più di quanto acquista, sarà anche un paese che riceve più soldi (o crediti) di quanti ne spenda e quindi è un creditore netto. Avrà un deflusso di merci e un afflusso di attività finanziarie. Il contrario accadrà per un importatore/debitore netto, ma nessuna delle due posizioni è di per sé peggiore dell’altra. I creditori sono prestatori netti e i debitori sono coloro che prendono a prestito. Le esportazioni sono il costo delle importazioni: il reddito che noi usiamo per pagare quei beni e servizi che vogliamo acquistare e che possiamo preferire che siano di provenienza estera.
E’ il fatto che ci sia chi vuole spendere più di quanto guadagna che fa sì che chi risparmia possa mettere a frutto i propri risparmi. Gli squilibri non sono di per sé un male, anzi.
I protezionisti non colgono il fatto che gli squilibri sono inevitabili perché le persone hanno bisogni, preferenze, desideri diversi. Solo al cimitero saremo tutti livellati.
Comprando un ipad la bilancia dei pagamenti americana ha un deficit dato dai componenti del’ipad prodotti non negli Stati Uniti, ma questo non vuol dire che l’azienda America non se ne sia avvantaggiata. Quando fanno uno scambio, sia il venditore che il compratore lo fanno perché pensano di trarne vantaggio (salvi sempre i possibili errori.) Lo scambio viene fatto perché può essere benefico per ambedue le parti: non per ripristinare un qualche equilibrio.
La bilancia commerciale è la somma di decisioni individuali e ogni commercio porta a benefici per le parti coinvolte, anche se i vantaggi non sono uguali per le due parti, ma restano vantaggi.