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Lo stupore delle prese elettriche

Il cambiamento tecnologico è il motore della crescita

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Sbobinatura

Cosa caratterizza i cicli? Che tra un ciclo e l’altro c’è una crescita enorme. Che la recessione è una riduzione nei tassi di crescita. Che due o tre volte al massimo nell’ultimo secolo hanno implicato la crescita zero o leggermente negativa. Cercare di spiegare le oscillazioni cicliche richiede cercare di capire cosa determina la crescita. 

L’Italia non cresce da venti anni. 

Cosa è che fa crescere e perché (stranamente) c’è questa crescita? Perché tra l’altro non è ovvio che pil, standard di vita, consumo, produzione  crescano ogni anno. Per molti secoli in molti posti queste cose hanno stagnato. Cosa è che permette che queste cose crescano? 

Mio nonno, nato nel 1906, non si aspettava che ogni anno il suo reddito aumentasse. Come lui gli italiani del tempo. Per molto tempo la grande maggioranza delle persone si è aspettata di doversi arrangiare, magari sperando di migliorarsi un pochino.

Ci sono stati periodi di crescita nella storia dell’umanità, ma rari, a volte durati secoli, e a tassi bassi. Una crescita del pil dello 0,2% era un succcesso.

Parte della crescita ha a che fare con la crescita della popolazione ma nell’ultimo secolo e mezzo è cresciuto tantissimo il reddito pro capite. 

Comunque da cento anni si sa cosa produce la crescita.

La crescita delle condizioni di vita e del reddito è guidata dal progresso tecnologico, cioè dalla capacità umana di cambiare, di fare meglio le cose che ci permettono di vivere. La crescita segue mille sentieri, rivoli, tragitti.

La crescita deriva dal cambiamento del modo in cui facciamo le cose, dal continuo ricercare di fare le cose in modo migliore. Un modo migliore è fare le cose usando meno risorse costose (compresi il lavoro, la fatica, il tempo dedicato a fare cose di cui si ha bisogno rispetto al tempo dedicato a fare cose che piacciono). 

Dobbiamo quindi studiare il progresso tecnologico, capire come e perché si manifesta, capire perché a volte si interrompe, perché a volte fallisce, perché a volte provoca disastri, a volte fa tornare perfino un po’ indietro. Il cambiamento tecnologico è una scaletta mobile che tende a portarci su finché ci sono le condizioni.

Cosa ha migliorato le condizioni di vita, cioè cosa ci ha fatto crescere? Cosa ha trasformato l’Italia da paese agricolo a paese in cui solo il 4% fa l’agricoltore? È stato il cambiamento tecnologico: si è trattato di scoprire cose o conoscenze anche se create altrove, di incorporarle in macchine, di organizzare la produzione, di riparare il filo elettrico, di inserire il chip, di migliorare il tornio…Sono conoscenze e tecniche diverse di fare le cose, di usare un apparato meccanico. Tutto ciò permette di ridurre la fatica, di ridurre il tempo dedicato al lavoro, di ridurre il consumo di risorse e tutto ciò a sua volta  permette di ottenere a costi relativamente bassi computer, panini, occhiali, riscaldamento, acquedotto, filtro per l’acqua ecc.

Questa è la crescita e questa è anche la crisi. Cioè la situazione in cui le cose che abbiamo costruito non funzionano più, sono sbagliate, costano troppo rispetto a quello che gli altri sanno fare, sono state prodotte in eccesso (un prodotto è stato sostituito da un altro più innovativo,  il consumatore non ha più bisogno di quella cosa lì ecc.). Grazie al sistema dei prezzi ci si accorge che c’è troppo investimento in un posto e poco in un altro e questo vuol dire che hai buttato via delle risorse. Milioni di persone hanno fatto tante cose che a un certo punto  si sono rivelate (o diventano) sbagliate o non più necessarie e non le vuole più nessuno. Milioni di persone vogliono altro. Allora hai sprecato qualcosa, perdi capitale o lavoro, devi fare altre cose, reinventarti e nel mezzo c’è la recessione. 

Non sempre la crisi si avvera per fenomeni di questo genere, ma 8 volte su 10 è così. Altre volte è il meccanismo finanziario che genera le crisi, ma anche lì si ha una copertura finanziaria di una crisi reale. Sia la crisi greca che quelle da debito italiana e spagnola erano causate da cattiva allocazione delle risorse. Si sono spesi i soldi male, si sono prodotte cose che non servivano (o a costi troppo alti) e non si sono prodotte  cose (o abbastanza cose) che servivano. Quei paesi hanno investito in cose che non rendevano, che non erano volute e come risultato ci sono stati dei peggioramenti delle condizioni di vita.

La recessione è questa cosa qua.

Cosa genera oscillazione ciclica nella crescita?

La  consapevolezza tra il processo di crescita e il processo ciclico non è stata acquisita tra gli studiosi di economia se non da un secolo. Cantillon, Smith, Ricardo, Malthus, Marx erano persone che basandosi sull’esperienza del tempo non immaginavano molto la crescita. Cercavano di capire un mondo che era statico. Più o meno c’era uno stato stazionario. Le oscillazioni erano deviazioni dallo stato stazionario.

Agli inizi del 900 chi cercava di capire l’economia si accorse che stavamo  crescendo parecchio. Andando indietro nel tempo, anche fino al tempo dei Romani, si possono notare oscillazioni simili. Schumpeter si accorse che c’è una relazione stretta tra processo di crescita e cicli economici. 

Le società umane cercano di migliorare le proprie condizioni di vita. Per migliorarle cercano di inventarsi cose nuove da fare. Quando le inventano provano a investire nelle cose nuove o a incorporare cose nuove in beni, metodi, investimenti.  Sembra che queste cose funzionino in media. A volte queste cose vanno male e arriva la recessione.

I periodi di recessione sono periodi di pulizia di imprese inefficienti. È il fenomeno della distruzione creativa.

 

 

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