Sbobinatura
A causa della concorrenza fiscale sleale praticata da alcuni paesi si creano delle asimmetrie. Le multinazionali mettono una sede in Irlanda, Lussemburgo, Olanda. Ma quando ci sono le crisi il costo degli ammortizzatori sociali viene pagato dagli stati che ospitano le sedi o dagli stadi che ospitano gli opifici?
Chi ha parlato di opifici? Chi si occupa di fiscalità degli altri paesi? L’autorità antitrust, no? Se un paese è più ricco di un altro è concorrenza sleale. Lo ha detto il presidente dell’antitrust Rustichelli Roberto.
Ha anche dato un contributo al sistema pensionistico. Una generazione di economisti è morta leggendo, probabilmente. Perchè alcune nazioni crescono è la domanda di partenza da Smith in poi e Rustichelli ha la risposta. Per Rustichelli crescono i paesi che fanno concorrenza sleale fiscale. Irlanda, Olanda e Lussemburgo sarebbero paradisi fiscali che fanno politiche fiscali aggressive e per questo crescono. La pratica diventa la prova. Infatti dice che ne è prova che il pil italiano in 5 anni è cresciuto del 5%, quello irlandese del 60% (sarà vero?), quello lussemburghese del 17%, quello olandese del 12%. Reddito procapite. A fronte di un reddito procapite nel 2019 in italia è stato 28860, in Lussemburgo 83640, in Irlanda 60350, in Olanda 41870 (che sarà funzione della popolazione e del fatto che il pil è cresciuto in quel modo, no?)
Esiste anche una black list e quei paesi non ci sono. Tecnicamente non sono paradisi fiscali. Il legislatore lo applica a chi è nella lista nera. Che il presidente dell’antitrust dia in parlamento del paradiso fiscale a chi non lo è da un punto di vista legale.
Hanno una tassazione agevolata per imprese che è semplice concorrenza. Per lui la concorrenza, anche quella fiscale, che è riconosciuta valida, è sleale.
Poi l’Olanda non ha solo aliquote vantaggiose ma ha anche regole vantaggiose.
Il diritto olandese prevedeva un voto ponderato sui soci di peso. Fca ha messo piede in Olanda all’inizio del 2014. A metà anno il governo italiano ha reagito introducendo la possibilità di voto maggiorato. Cioè che per statuto si possano attribuire fino a due voti per persona. Era stata fatta una scelta basata sulle norme.
La gravità delle dichiarazioni è duplice. Chiamare paradisi fiscali quelli che non lo sono, generare l’idea che la concorrenza sia sempre sleale, contro le nozioni di diritto europeo.
Poi Rustichelli dice che il lussemburgo raccoglie imposte sulle società in musra pari al 4,5% del pil, a fronte del 2% dell’italia. Alnche l’irlanda, col 2,7%, fa meglio dell’italia: è però (stranamente?chi se lo sarebbe aspettato) in grado di attrarre imprese altamente profittevoli con un margine operativo lordo pari mediamente al 69,4% del valore aggiunto prodotto.
Gli investimenti internazionali si adattano alla geografia della concorrenza fiscale. Italia attira investimenti esteri diretti pari al 19% del pil. Lussemburto 5760%. Olanda 535%. Irlanda 311%.
(Quindi sono bravi loro: perché non imitarli?)
Valori così elevati non trovano spiegazione nei fondamentali economici ma sono riconducibili a società veicolo. (Attraiamole, no?).
Le multinazionali localizzano le sedi proprio nei paesi con tassazione più favorevole! (Ma dai!, e per ché non farlo?).
Ciò drena risorse dagli stati in cui il valore è effettivamente prodotto (eh?). Dove è prodotto il valore? Dovremo chiedere a chi si occupa di diritto tributario dove è prodotto il valore e loro partirebbero in oratorie.
Il valore è prodotto dove stanno i lavoratori. Dove sono i lavoratori lì sta l’impresa. (ironico?)
La tassazione tende a spostarsi su basi imponibili non trasferibili quali gli immobili, i lavoratori dipendenti, i veicoli, i carburanti.
Sono dinamiche che possono minare la parità di condizioni sul mercato avvantaggiando alcuni tipi di imprese e i loro dipendenti (eh, ci sono imprese vincenti e perdenti da sempre).
Altrettanto dannose sono le pratiche di dumping sociale e contributivo che danneggiano i lavoratori e incentivano le delocalizzazioni in paesi che offrono minori tutele ai lavoratori (quelli di quei paesi non devono lavorare?) e ridotti standard di tutela ambientale.
Le differenze tra i paesi europei sono significative. Nel 2019 il costo medio di un’ora di lavoro è stato di 10,7 euro in polonia e di 28,8 in italia (e le tasse non c’entrano? Ma allora sono più alte anceh quelle sui lavoratori, in italia?)
Pure i polacchi sono meglio! Cosa si permettono di fare? Mentre in italia il 28,7% del costo del lavoro è dovuto al versamento dei contribueti previdenziali a carico del datore di lavoro (ops, pensioni) e ad altri costi (come la formazione) la percentuale di tali oneri scende al 18.4% in polonia. Così whirlpool (azienda ad alto valore aggiunto, eh) va in polonia (e certo). La polonia riceve 12 miliardi da ue e italia contribuisce con 5.
Ma che stronzi i polacchi! Che pagano meno contributi pensionistici!
Amenta
In Italia l’antitrust è un’istituzione giuridica, amministrativa. All’antitrust di economia hanno sempre capito poco. Stagnaro non è d’accordo. Loro ci mettono uno che capisce di sanzioni e ricorsi. Qui è mai possibile che il presidente di un’autorità che ha una funzione fondamentale per lo sviluppo economico di un paese non sia in condizioni di distinguere le cause dagli effetti e di rendersi conto che se i fenomeni hanno una loro apparenza questo è perché ci sono cause multiple che vanno indagate?
In Italia c’è scarsa cultura statistica. Non si capisce che quel che si dice costituirebbe la bocciatura a qualunque esame universitario del primo anno.
Stagnaro
Uno si chiede perché i polacchi caricano un cuneo fiscale così basso rispetto all’italia? Ora. Saranno stronzi. Ma spendono in pensioni l’11% del pil e non il 16%. Qualcuno le pagherà queste pensioni, no? Questa è anche facile
C’è questo tema culturale.
Sileoni.
Magari certe cose le capiscono pure. Vogliono piegare l’indipendenza e l’autorevolezza delle autorità indipendenti al mood politico del momento. Queste cose non saranno state scritte nell’ignoranza ma nell’idea di un disegno di voler arrivare a forme di tassazione unificata (più bassa per tutti, magari?)
C’è la lettera scarlatta con le big tech (che producono valore, e po iparlano di innovazione e digitalizzazione ma dobbiamo foittere chi la fa).
Che lo dicano le autorità indipendenti è più grave.
Stagnaro
Abbiamo un presidente di antitrust che parla di temi che sono fuori dalla sua sfera di competenza. E lo fa dicendo delle castronerie. Poi certe stronzate le dicono anche la consob e altri.
Questi fanno parte del circuito delle garanzie al circuito politico. Sono le agenzie di garanzia al circuito politico. Possiamo chiudere il paese.
I 13 miliardi di euro che apple ha versati a irlanda rappresentano il 5% del pil. È come se l’italia, in proporzione ai rispettivi pil, avesse ricevuto da apple 90 miliardi. (Questa frase non ha senso). A parte l’aritmetica non c’è senso. Se apple non opera in italia come dovrebbe operare.
Ora c’era un tax rulinga tra apple e irlanda che configurava un aiuto di stato illegittimo. È una cosa diversa rispetto a una tassazione ordinaria di impresa più bassa.
Le società con maggiore capitalizzazione di borsa (apple google fb amazon microsoft, innovatori che venti anni fa non c’erano, ricordiamo) capitalizzano 6mila miliardi di dollari, un valore che corrisponde al pil italiano in tre anni (altra frase senza senso).
L’antitrust ha aperto istruttoria su abuso di amazon nelle spedizioni. Queste sono cose potenzialmente vere e han senso. Dato che arrivano sempre presto i pacchi non vorrei che ora smettessero di arrivare presto.
Lui dovrebbe ricordarsi che non è in antitrust per salvaguardare le altre imprese, ma i consumatori.
Di tutto questo noi italiani dobbiamo essere orgogliosi. Questi temi non sono da autorità di concorrenza. La tassazione dele multinazionali digitali dove creano valore è un tema serio, ma è un tema politico. Possono portare a un indirizzo o a uno opposto. L’antitrust non appare la sua missione.
Operoso valore dell’operaio che lavora nell’opificio.
Il problema non sono i paradisi fiscali, ma il nostro inferno.
Più apple e google e amazon e meno stato italiano e meno gabanelli e rustichelli