there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Da generazione truffata a figli costituenti?

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https://youtu.be/-dftNHaPJCc

Sbobinatura (che poi è un termine antico)

 

Bisogna che questi temi siano inseriti nella Costituzione? Così dicono i Figli Costituenti. Non si possono fermare delle leggi che sono contro questi temi (perché portano consenso immediato contro le generazioni future) perché non ci sono in Costituzione degli articoli che possano bloccare queste leggi.

Il comitato è promosso da Tortuga, Comitato Ventotene, Prospettive Nordest, Più Europa e altre associazioni, che si vedono nel sito.

FORNERO UNO

Ci sono varie prospettive per cui parlare di equità generazionale. Nell’aspetto economico si parla di aspetto pensionistico, ma anche di trasmissione del sapere (dare accesso all’istruzione secondo canoni nuovi), di accesso al mercato del lavoro (la concezione di un mercato del lavoro che funziona a numero fisso per cui per fare entrare un giovane bisogna mandare via un lavoratore che non è anziano né fisicamente né psicologicamente e può continuare a lavorare è sbagliata). L’aspetto più importante è il sistema previdenziale. Il sistema previdenziale è un contratto tra generazioni. I contributi che i lavoratori attivi pagano servono a pagare le pensioni di chi è già pensionato. Non c’è accumulazione di risparmio. Non c’è bisogno di andare sui mercati finanziari a investire soldi. Quelli che entrano sono subito usati. Da decenni quelli che entrano non bastano a coprire le spese per le pensioni. Lo stato ci deve mettere qualcosa che prende da altre parti, per esempio dalla tassazione generale. Già oggi il sistema previdenziale ha difficoltà a finanziarsi. Corre tre rischi questo sistema. La demografia, l’economia, la politica. Un contratto tra generazioni funziona bene se ci sono molti lavoratori e pochi pensionati. Oggi il rapporto è circa il 35%. La demografia cambia. Il paese invecchia rapidamente. Le persone vivono più a lungo che in passato e nascono meno bambini, inoltre molti giovani emigrano. Quindi la popolazione in età da lavoro si riduce. Quella anziana aumenta anche solo per effetto dell’allungamento della vita. Il rapporto 35 pensionati ogni 100 persone in età lavorativa è destinato nei prossimi 40 anni a più che raddoppiare. Ci saranno 70 persone in età da pensione ogni 100 persone in età lavorativa. Il rischio demografico è un movimento carsico. La transizione demografica è lenta. Bisogna guardare i numeri per capire come fronteggiarlo.

Poi c’è il rischio dell’economia. Non si tratta solo di cattiva performance da pochi anni ma da più tempo. Quelle persone che sono in età da lavoro sono, tante, fuori dal mondo del lavoro. In particolare le donne ma anche i lavoratori non ancora anziani che sono già in pensione perché prepensionati o comunque che sono andati in pensione prima di raggiungere un’età adeguata. Oggi il 60% delle persone in età da lavoro sono occupate. Ci sono persone che non trovano lavoro, cioè sono disoccupate e quindi la mole dei contributi che potrebbero esserci non arrivano. Dove l’occupazione e il reddito e la produttività dei lavoratori non crescono l’economia mette a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico.

Poi c’è la politica. È un rischio perché funziona attraverso elezioni. Queste si tengono in tempi ravvicinati, anche se le legislature durano cinque anni. Oggi la comunicazione è così concitata che si guarda alla popolarità dei politici tutti i giorni. Si ottengono dei like quando si fanno dichiarazioni compiacenti. Quando si parla dei diritti dei presenti e non dei piccoli o dei non ancora nati. Si privilegiano le grandi promesse e le generazioni correnti.

Oggi il sistema pul essere generoso ma domani dove si trovano i contributi per pagare le pensioni? Con tutti questi giovani che se ne vanno e che sono disoccupati, peraltro?

Le riforme non sono dovute perché lo chiede la Germania o per ragioni finanziarie ma per ragioni di equità tra generazioni. Le riforme fatte sono state fatte con lentezza e fatte pagare ai giovani.

PASTORELLA UNO

Sappiamo che non c’è un circolo secondo cui io vado in Inghilterra e un inglese viene qua. Gli stranieri, in particolare giovani, non sono attratti dall’Italia per investire, lavorare, vivere.

C’è anche da considerare la mobilità intergenerazionale. La possibilità di avere un lavoro e una presenza sul mercato migliore di quella dei genitori non c’è più. Per il ruolo della famiglia, per la formazione ecc.

Inoltre esiste il voler tornare indietro nella questione dei diritti: alla mobilità, all’indipendenza giuridica, alla laicità dello stato, alle minoranze lgbt ecc.

Anche la tutela ambientale ha a che fare con l’equità intergenerazionale.

Il contratto con lo stato non lo sento più come un contratto giusto e sento che non posso decidere. “Tanto non cambia nulla” significa questo. Lo stato dovrebbe garantire diritti e la possibilità di migliorarsi da parte del cittadino. L’astensionismo è in aumento.

Cose da fare.

Debito, ambiente, mobilità e diritti: i partiti dovrebbero considerare anche gli interessi delle generazioni future..

I giovani dovrebbero attivarsi localmente con un occhio al globale.

Riportare le cose al dibattito vero. “Io vorrei che i miei figli stessero meglio” ma le politiche pubbliche vanno in direzione contraria. Anziché lotta dovremmo parlare tra generazioni.

Chiedere : avete pensato se ci sarete nel 2050? Avete pensato a chi ci sarà? Bisogna pungere e fare domande, per esempio sul clima.

Intanto gli usa si ritirano, l’europa vuole la sovfranità tecnolgoicaa ma più si pensas a gli interessi di oggi meno si pensa al futuro.

DUFER

Il conflitto generale c’è sempre stato.

Equità vuol dire riconoscere le forze in campo.

Le generazioni hanno mappe del mondo diverse. Tra i contrasti ci deve essere una parte che cerca di entrare nella mappa sua.

Il linguaggio con cui comunica la generazione di oggi è diverso.

“Io non faccio più il promotore finanziario ma il filosofo su youtube”. Scontro generazionale.

Ricordiamo che viviamo in una bolgia di benessere. Non dobbiamo alzarci e pensare a cosa mangiare a cena. Questo benessere la maggior parte delle persone non l’ha mai vissuto.

Ecco li tu i miei privilegi non li tocchi

FORNERO DUE

Il sistema pensionistico non ha bisogno di controriforme. Non ci sarebbe bisogno di nuove riforme. Quota 100 è una controriforma perché pone un’ipoteca nel futuro. Chi governerà bnel 2021 dovrà affrontare il tema sapendo che ci sarà una forte richiesta di conservare la misura, in qualche modo. Col rischio di fare alzare la spesa pensionistica.

Bisogna dire che quota 100 finirà e cambiare qualcosa già nel 2021.

Poi bisogna lavorare per il lavoro.

Senza investimenti e crescita il lavoro non si crea. Ci vogliono istruzione, anche formazione professionale, e investimenti. Le tecnologie tendono a sostituire macchine alle persone ma le persone saranno sempre necessarie. Il lavoro sarà sempre il modo con cui le persone si guadagnano da vivere. Avranno una retribzione dignitosa se il lavoro è produttivo.

PASTORELLA DUE

Non servono le quote giovani. Dovrei rappresentare coloro che mi hanno eletto, compresi i giovani.

Su certe cose lo stato può intervenire

Per il resto deve lasciare ai singoli la possibilità di crescere.

Per disincentivare la maniera di fuggire anche per non pagare tasse che non vedo nei servizi può aiutare il dare più opportunità di accedere al mercato del lavoro.

La cultura civica in altri paesi è superiore.

 

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