Dialogo tra un politico e un sindacalista ai tempi di una delle riforme delle pensioni.
“Senti, se fate quella riforma sulle pensioni ti roviniamo le prossime elezioni. Mandiamo milioni di persone in piazza contro di te.”
“Ma dicono che vada fatta. Sai: s’è rimandata per trent’anni. Dico. Che vuoi che sia rimandarla per un’altra legislatura. Però poi dicono…”
“Ascolta. Facciamo così. Tu garantisci che noi sindacalisti abbiamo diritto a una pensione del tutto svincolata dai contributi versati. Basta anche un giorno da sindacalista e possiamo avere un vitalizio mega galattico. Cioè. Capisci. Anche voi avete i vostri privilegi, no? E alcune delle categorie che abbiamo difeso più di altre. Insomma: i dipendenti pubblici, i ferrovieri, i piloti. Potreste considerare anche noi sindacalisti, no? Se ci fate questo favore, vi lasciamo approvare la riforma senza fare poco più di un po’ di casino di ordinanza, per mantenere la facciata.”
“Uhm. D’accordo!”
“Vedi? Ci capiamo subito tra uomini di mondo. Del resto voi fate i politici perché avete qualcosa da guadagnare, no? Come noi: prima il nostro interesse.” Risate.
“Già! E quei coglioni che ci votano o ci eleggono perché pensano che facciamo il loro o l’interesse generale!” Risate.
“Davvero! Dai, andiamo a berci una birra.”
“Giusto. Alla salute di chi ci vota!”
Che sia andata così nel 1996 quando hanno approvato la legge 564? http://www.linkiesta.it/pensioni-d-oro-sindacalisti-legge-564-1996