Dice: “Ma l’obiettivo di un governo non dovrebbe essere la disoccupazione zero?”
No, perché impedisce il cambiamento o lo rende costoso. Inoltre conduce a fenomeni inflazionistici. Se la situazione non è di equilibrio, le imprese che avessero bisogno di lavoratori dovrebbero offrire prezzi più alti. Inoltre come potrebbe accedere al lavoro un neolaureato se tutti i posti fossero occupati e non ci fosse spazio per nuove imprese? Accettando di abbassare il salario. Se i posti fossero fissati, o lui non troverebbe lavoro o un altro sarebbe licenziato. Quindi si avrebbe disoccupazione. Esistono tre tipi di disoccupazione, come potete vedere in diversi siti su internet, quale questo: http://economics.about.com/od/helpforeconomicsstudents/f/unemployment.htm
La stessa piena occupazione non deve essere obiettivo di un governo. Anche perché non può raggiungerlo e rischia di trasformarsi in deficit svincolato da produttività e quindi inflazione e crisi.
Sarebbe semplice, no, in fin dei conti? Lo stato potrebbe creare occupazione assumendo tutti, salvando le imprese, facendo riempire buche, pagando gli stipendi attraverso l’emissione di moneta. Ovviamente i lavoratori potrebbero non avere un grande incentivo a lavorare, ma tanto avrebbero il loro stipendio e potrebbero stimolare i consumi. Spendere tutti, spendere di più. Ops! Ma le merci? Chi le produrrebbe? Pochi, a questo punto. I lavoratori potrebbero comprare le merci prodotte negli altri Paesi. Lo Stato si troverebbe con poco gettito, ma tanto potrebbe stampare, in teoria. Ma la domanda crescerebbe sempre di più. Prima o poi salirebbero i prezzi. La gente scoprirebbe che può comprare meno di prima. Lo Stato dovrebbe stampare sempre più moneta. La gente chiederebbe aumenti di stipendio pari all’aumento dei prezzi. Questi rincorrerebbero i primi. I prodotti esportati non ci sarebbero, perché la gente sarebbe tranquillamente improduttiva. Quelli importati, con moneta svalutata, costerebbero di più. Ma ecco che la gente cercherebbe di portare i propri soldi all’estero, di comprare moneta forte estera, lo stato cercherebbe di impedirlo, gli scambi si farebbero a nero in moneta estera. Tutti lavorerebbero, ma non comprerebbero niente con quel che guadagnan.
Puoi assumere tutti i disoccupati e metterli a timbrare carte, fare fotocopie, scavare buche e riempirle. Il problema è che se assumi tutti e gli fai fare cose improduttive o inutili non crei valore ma debiti, non crei ricavi ma costi.
Storicamente, la piena occupazione è stato un obiettivo dei governi ai tempi in cui dominavano i keynesiani. Tentativi di indirizzare l’economia, decidere e incidere sui livelli della Domanda e dell’Offerta aggregate, impostare spesa pubblica in deficit nei periodi di calo del pil (e anche in quelli di crescita), politica fiscale dominante su quella monetaria, spesa pubblica inefficiente compensata da pressione fiscale alta ecc. il risultato è stato stagflazione e debito pubblico in aumento. Per un’analisi del fenomeno e del suo superamento, vedi: http://www.amazon.com/Macroeconomic-Regime-21st-Century-Economic/dp/0415598982 e le opere dei Chicago Boys. In particolare: https://www.minneapolisfed.org/research/qr/qr531.pdf
In realtà
l’occupazione aumenta con la crescita che dipende dalla produttività totale dei fattori. La spesa pubblica inefficiente o inutile, quale sarebbe quella di fare scavare e poi riempire delle buche, fa sì che per essere mantenuta produca costi in termini di tassazione e trasferimento di finanziamenti (bancari o statali) verso di sé, cioè verso l’inefficienza. Vengono spiazzati gli investimenti privati e vengono colpiti i risparmi.
Ciò non toglie che un obiettivo del governo non possa essere stabilire un tasso di disoccupazione minimo, purché non si perda di vista l’obiettivo di contenimento dell’inflazione. In fin dei conti ormai è assodato che, soprattutto nel medio e lungo periodo non ci sono trade off tra inflazione e disoccupazione.
L’obiettivo dei governo, quindi, dovrebbe essere quello di fissare le regole del gioco, di lasciare il mercato libero di espandersi e di curare le esternalità, quindi far si che l’occupazione aumenti attraverso la crescita e che gli occupati mantengano il proprio potere di acquisto. Occorre incentivare gli investimenti, quindi non eccedere con la pressione fiscale, abbattere le barriere all’entrata, garantire una giustizia rapida ed efficiente, delle buone infrastrutture, una pubblica amministrazione non burocratica ma efficiente, garantire anche una sapiente redistribuzione del reddito e forme efficaci di riduzione della povertà attraverso strumenti come la negative income tax.