Sbobinatura:
https://www.youtube.com/watch?v=lbX9D-r15tY
The education wage premium contributes to wage inequality (vedi the hamilton project).
In media una persona andata all’università guadagnava il 40% in più nel 1970, oggi il 70% in più. Per master e dottorati si va da 150 a 220 tra anni 80 e oggi.
Il 20% delle persone che hanno redditi più alti negli usa, l’80% ha fatto l’università, mentre erano il 40% a inizio anni 80.
Letteratura economica dagli anni 80. Abbiamo risposte solide ma tutte discutibilissime e non sappiamo bene i perché.
Dagli anni 40 agli anni 80 c’è stato un incremento del 2% della domanda di persone con college degree. Numero di persone che andavano al college è più 3%
Negli anni 80 la domanda di imprese per college degree aumenta del 3% mentre persone che vanno al college aumenta del 2%. Si rovesciano domanda e offerta e aumenta il prezzo di essere andati al college.
Allora. Bisogna mandare più gente a scuola, al college? Queste policy funzionano? Sono realistiche? È vero che di per sé oggi l’accesso alle università nel mondo è quasi universale. In Italia poi la percentuale di persone che vanno a uni e si laureano è bassa.
C’è il college premium, poi eterogeneità tra college e tra lauree perché non tutti sono uguali.
Caroline Hoxby ha cercato di comporre la disuguaglianza di reddito con la laurea. Oggi è forse più rilevante il fatto che non tutte le lauree sono uguali.
La questione diventa cosa si fa quando si va al college?
I degree che danno salari più alti sono quelli come ingegneria ecc (tecnologia, stem) dove vanno invece poche persone.
Perché il meccanismo dei prezzi non funziona nel senso che la differenza tra fare english o engineering in termini di salario e peso è enorme? A parte la questione delle preferenze individuali, la differenza di returns è enorme e uno si aspetta che ci sia più gente che va a ingegneria. C’è più gente a ingegneria di quanta ci andava negli anni 70 ma perché non ci va così tanta gente dati i rendimenti attesi?
Il confronto tra usa e italia. Sono casi estremi. Negli usa anche se vai all’uni pubblica qualcosa devi pagare di tasca tua. A berkeley, michigan, ucla paghi anche molto. In Italia con due o tremila euro paghi le tasse universitarie. È più accessibile e egualitario. I programmi sono gli stessi e sono pagati lo stesso. Eppure c’è differenza di salari, tassi di occupazione, risultati, tra essere andati a Pescara o alla Bocconi o al Polimi a studiare economia. E c’è poca gente che va all’università in italia.
Negli stati uniti molta più gente va all’uni, le uni sono estremamente differenziate (harvard poi è meglio di yale ma lo sappiamo o minnesota meglio di illinois o viceversa).
La domanda da farsi è perché non vediamo ancora più gente farcela e arrivare a mit o harvard o al polimi o al polito.
Ci sono varie possibili spiegazioni. In Italia sembra che il differenziale salariale sia più compresso. Il meccanismo dei prezzi (tasse, produttività, altre ragioni), cioè dei salari funziona un po’ meno.
Poi in Italia forse perché le scuole sono quasi gratuite o comunque a basso costo e pubbliche c’è meno coscienza del ranking e della qualità differenziata da parte di studenti e genitori. Negli Stati Uniti le opinioni sui ranking di economia a Minnesota o a Harvard sono simili. In Italia non è così. Se facciamo economia sappiamo che la Bocconi è meglio ma tra Pescara e Unical o tra Torino e Venezia quale sarà meglio? Se devo mandare mio figlio in un posto o in un altro non so quale sia meglio. Sarà il valore legale del titolo di studio per cui la laurea è la laurea. La gente differenzia meno in termini di qualità.
Esistono differenze tra i rendimenti dei diversi tipi di laurea anche in Italia. Sono però rilevanti anche le questioni culturali, come la cultura classica e umanistica che sono valutate molto a livello di reputazione. Inoltre in Italia si verificano cose per le quali nella pubblica amministrazione e in parlamento prevalgono i laureati in giurisprudenza.
In Italia vedi persone capaci, ambiziose, che si incastrano a studiare in aree dove c’è tanta offerta di studenti e bassa domanda di lavoro (pur tenendo conto delle passioni).
Il grande imprenditore era laureato in filosofia? Sì, ma qui non si parla delle code della distribuzione, delle eccezioni, ma della media. In media i laureati in materie umanistiche hanno una ricezione del mercato del lavoro più bassa. In particolare in Italia.
Alcune professioni si stanno sviluppando e ricevono enormi premi di mercato (assistant professor negli usa, per esempio, i posti top di economia offrono trecentomila dollari l’anno, o centocinquantamila di offerta e costo sui 200 220mila, nei posti più deboli 180, in europa si arriva a 65000).
C’è un premio al quoziente di intelligenza? Alle capacità cognitive? Nel top 10 15% della distribuzione del reddito. Superiori ai 100 000 la coda si sta estendendo e noti che c’è elemento di fortuna ma c’è differenziazione in capacità: non solo qi ma anche capacità di lavorare ecc (potevamo andare a wall street a guadagnare dieci volte di più ma per ansia e quantità di ore di lavoro abbiamo preferito di no).
Fare computer science, fisica, ingegneria a certi livelli è difficile. Chiamiamolo qi anche se non è solo quello. È chiaro che chi fa fisica avrà probabilmente un qi più alto di chi fa lettere. Se la domanda per stem è più alta si assumono più stem e più qi. Poi c’è anche il filosofo molto intelligente, certo
Il cambiamento tecnologico sta facendo la differenza: capacità di capire, di lavorare è sempre più importante.
Assortative matching. Le persone tendono a mettersi insieme se hanno stili di vita, titoli di studio, capacità intellettuali simili. Più di quanto accadeva un tempo.
Tanto più che a economia si assumono coppie.
Adesso la gente si accoppia alle università e non prima e poi resta fidanzata.
Allora la differenza di reddito tra famiglie aumenta.
Tra l’altro la partecipazione al lavoro delle donne di bassa qualifica è inferiore.
Il miglior uomo si prende la migliore donna e così via. Definiamo migliore con tante caratteristiche. Definiamo il ranking.
Oggi ci vediamo nel mondo globale. Il mondo è il nostro giardino. Le possibilità di comunicazione sono aumentate. La partecipazione delle donne al lavoro è aumentata. Una volta gli uomini più istruiti cercavano donne più istruite (o viceversa). Oggi la donna istruita lavora di più e fa anche più soldi.
Se prima c’era trade off tra bellezza fisica e capacità di conversare, oggi il trade off comprende anche il reddito.
Si creano role model in casa. I figli di coppie dove studiare e lavorare è valorizzato, è premiante. Non solo danza, balla e gioca la palla. È ovvio che i figli dei migliori crescono in un ambiente diverso. I figli crescono avvantaggiati.
Ci sono varie forme di disuguaglianza che sono cambiate nel tempo.
Una è data dal college premium.
Un’altra è il declino del labor share (quota dei redditi che vanno al fattore lavoro anziché al fattore capitale)
Un’altra ancora è la distribuzione del reddito che diventa sempre più disuguale (il top 1% detiene una sempre maggiore quantità di reddito).
Infine abbiamo la distribuzione della ricchezza che diventa sempre più disuguale (il top 1% nel tempo si prende una quota sempre maggiore della ricchezza).