L’A.B.PUO’ SFAMARE IL MONDO?
La domanda se l’a.b.può sfamare il mondo è una domanda sbagliata. Il problema della fame nel mondo è un problema di distribuzione. La transizione richiederebbe decenni e nel frattempo il mondo sarà cambiato nei suoi aspetti tecnologici, economici e politici. Gli agricoltori cercheranno di affrontare i problemi legati alla minore comodità di fare agricoltura bio rispetto a spruzzare pesticidi. Non possiamo sapere come tutto il sistema agricolo cambierebbe, quanti vorrebbero fare a.b.e quanti no.
Non possiamo sapere quanto la crescita delle importazioni di soia, per dire, in Cina, possa influenzare la disponibilità di cibo da altre parti. E’ probabile che si verifichi un aumento dei prezzi dei beni alimentari, che andrebbe a colpire i più poveri.
Non possiamo sapere come l’eliminazione dei sussidi all’agricoltura nelle nazioni ricche potrebbe influenzare i Paesi poveri. E’ probabile che il reddito delle imprese agricole di questi aumenti e la fame si riduca.
Mangiare meno carne libererebbe spazio e cibo per chi soffre la fame, ma bisogna vedere se questi possono comunque permettersi di acquistare tale cibo.
Altri link sul tema:
http://scienze.fanpage.it/l-agricoltura-biologica-non-puo-sfamare-l-umanita/
http://biotecnologiebastabugie.blogspot.it/2011/08/sfamare-il-mondo-con-lagricoltura.html
http://theconversation.com/organic-farming-techniques-are-closing-gap-on-conventional-yields-35320
http://www.foodnavigator.com/Market-Trends/Can-organic-feed-the-world
http://news.mongabay.com/2012/04/organic-yields-lag-behind-industrial-farming-but-thats-not-the-whole-story/
http://www.scientificamerican.com/article/organic-farming-yields-and-feeding-the-world-under-climate-change/
“Nei climi temperati l’agricoltura ha soppiantato il 70 per cento delle praterie, il 50 per cento delle savane e il 45 per cento delle foreste temperate. L’agricoltura è la causa principale della deforestazione ai tropici, una delle fonti maggiori di emissioni di gas serra, un potente “estintore di specie,” una fonte di estrazione di acqua non rinnovabile dal sottosuolo, un’inquinatrice di acque.
Ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura conduce alla riduzione nell’uso di fertilizzanti sintetici, pesticidi chimici, trattamenti ormonali e antibiotici agli animali.
L’uso di tecnologie industriali, in particolare il fertilizzanto sintetico nitrogeno ha sfamato una popolazione crescente durante l’ultimo secolo.”
L’agricoltore organico deve imparare a gestire un intero ecosistema: controllare gli insetti attraverso mezzi biologici, usare gli scarti animali per fertilizzare i campi, far crescere prodotti che sviluppino sinergie gli uni con gli altri. Un agricoltore organico deve creare un suolo fertile che fornisca nutrienti sufficienti nel momento esatto in cui il raccolto li richiede. La stessa cosa vale per la gestione degli insetti.”
(Sono costi, in termini di apprendimento, consulenze, tempo impiegato, opportunità di lavoro alternative, minori possibilità di lasciare il terreno per fare un viaggio. Questi costi verranno sostenuti a fronte di un ritorno sul capitale impiegato, sul tempo perso ecc. Perché delle persone decidano di darsi all’agricoltura organica come attività principale della loro vita devono esserci una domanda di mercato e dei costi di produzione sufficienti ad assicurare loro un profitto. ndrr)
“Alla fine abbiamo un suolo più in salute, più vitale, più resiliente a fronte del climate change, più in grado di conservarsi. Il suolo organico trattiene meglio l’acqua e quindi ne serve molta di meno per l’irrigazione.”
http://usfoodpolicy.blogspot.it/2006/12/more-discussion-on-whether-organic.html
“Negli anni di siccità sembra più produttiva l’agricoltura organica.
L’erosione del suolo fa sì che prima o poi la produttività di quel suolo diventi zero. Oggi l’agricoltura biologica è molto modernizzata, è sempre più efficiente, si basa su conoscenze avanzate, usa semi di alta qualità.”
“In ogni caso mangiare meno carne è il cambiamento che più aumenterebbe i nutrienti per ettaro e allevierebbe il peso dell’agricoltura sulla terra (e quindi limiterebbe la deforestazione tropicale.)”