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Lo stupore delle prese elettriche

Economia dell’acqua. Problemi e soluzioni.

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Da: Tom Tietenberg, Environmental and natural resources economics

Su scala globale l’ammontare di acqua disponibile eccede la domanda, ma in momenti particolari e in luoghi particolari la scarsità di acqua è già un problema serio. In vari territori l’uso corrente di acqua eccede le disponibilità di rifornimento, cosicché le falde acquifere sono irreversibilmente prosciugate.

Per il principio di efficienza l’acqua che può essere ricostituita deve essere allocata in modo da uguagliare i benefici netti marginali derivanti dal suo utilizzo anche quando la fornitura è più alta o più bassa del normale. L’allocazione efficiente dell’acqua freatica richiede che il costo opportunità di non avere più tale risorsa in futuro debba essere considerato. Quando il pricing è basato sul costo marginale, incluso il costo d’uso (ammortamento) marginale, i modelli sul consumo di acqua portano a un bilanciamento efficiente tra usi presenti e futuri. Tipicamente il costo di pumping marginale si alza nel tempo finché o eccede i benefici marginali ricevuti da quell’acqua o le riserve si prosciugano.

Anticamente negli Stati Uniti è stato il mercato a giocare un ruolo principale nell’allocazione dell’acqua. Più recentemente il governo ha giocato un ruolo più grande nell’allocare questa risorsa.

Varie fonti di inefficienza sono evidenti nel sistema attuale di allocazione dell’acqua nel sudovest degli Stati Uniti. Trasferimenti di acqua tra i vari utenti sono impediti cosicché l’acqua resta usata in attività di basso valore mentre è negata in usi ad alto valore. Usare direttamente l’acqua dei corsi è attivamente scoraggiato in molti stati occidentali. I prezzi caricati per l’acqua dai fornitori pubblici di solito non coprono i costi e la struttura dei tassi non è disegnata per promuovere un uso efficiente della risorsa. Per le falde acquifere i costi d’uso raramente sono inclusi e, per tutte le fonti di acqua, la tariffazione non riflette di solito il costo del servizio. Il risultato è che non conserviamo un ammontare sufficiente di acqua per il futuro.

Delle riforme sono possibili. Permettere ai “conservatori” di catturare il valore dell’acqua risparmiata vendendola, favorirebbe la conservazione. Creare diritti di pesca che possono essere venduti o permettere alle associazioni ambientaliste di acquisire e trattenere diritti di accesso o proprietà sull’acqua dei fiumi fornirebbe alcuni incentivi per proteggere i corsi d’acqua stessi e gli habitat per i pesci. Le utilities potrebbero usare sistemi di blocchi di prezzi crescenti in base all’uso in modo che i consumatori considerino e comprendano i costi della fornitura di acqua.

La scarsità di acqua è già oggi in molte parti del mondo un problema serio che peggiorerà, a meno che misure preventive siano prese. A oggi i passi intrapresi per risolvere il problema, che non è insolubile, sono stati insufficienti

FONTI DI INEFFICIENZA

Restrizioni ai trasferimenti.

Per raggiungere un’allocazione efficiente i benefici netti marginali devono essere uguagliati tra tutti gli usi, compresi quelli ricreativi, di conservazione dell’ambiente, di navigazione, di generazione di energia idroelettica e non direttamente riguardanti il consumo per usi agricoli, alimentari o igienici dell’acqua. Con un sistema di diritti di proprietà dell’acqua ben strutturato l’efficienza può essere il risultato della trasferibilità. Gli utenti che ricevono bassi benefici marginali dall’allocazione attuale scambierebbero i loro diritti con quelli che ricevono alti benefici. Il pagamento ricevuto dal venditore sarebbe superiore ai benefici netti persi e il pagamento fatto dal compratore sarebbe inferiore al valore dell’acqua acquistata. Quindi ambedue i soggetti sarebbero soddisfatti dallo scambio.
Sfortunatamente il sistema misto di appropriazione in base alla priorità di accesso e di leggi restrittive ha ridotto la trasferibilità dei diritti e la pressione del mercato verso l’uguaglianza dei benefici netti marginali. Questo sistema potrebbe comunque portare all’efficienza, in teoria, riducendo processi di natura burocratica, ma non è così: l’allocazione è inefficiente.

Prima restrizione: “usa l’acqua o la perdi.” Use it or lose it.
E’ un chiaro disincentivo a conservarla. Trovare modi efficienti di usare meno acqua ridurrebbe l’allocazione destinata al soggetto efficiente: la conservazione è fortemente scoraggiata.

Seconda restrizione: l’uso preferenziale. Il governo cerca di stabilire valori gerarchici di uso. Cerca di stabilire delle priorità di allocazione. Entro la categoria, come l’irrigazione agricola per esempio, vale il principio “chi prima arriva, prende la proprietà.” Ma tra le categorie la priorità è stabilita dal governo. Questo porta a tre tipi di inefficienza:
1. Sostituisce a priorità stabilite dal mercato delle priorità determinate in via burocratica, rendendo improbabile l’allocazione efficiente.
2. Riduce l’incentivo a fare investimenti riguardanti usi dell’acqua che stanno in categorie a bassa priorità (governativa), poiché la loro acqua potrebbe essere involontariamente (da loro) espropriata quando i bisogni di categorie a livello più alto crescono.
3. L’allocazione dei rischi di penuria è inefficiente. In caso di carenza di risorsa per una siccità o simili, chi subisce le maggiori conseguenze potrebbe decidere di comprare la risorsa da chi ha conseguenze minori. Considerare come base per l’allocazione priorità non di mercato non permette la minimizzazione dei rischi legati a scarsità temporanee, poiché non riconosce i danni marginali diversi causati ai soggetti.

Terza restrizione.
Sono inibiti i trasferimenti di acqua tra chi la usa per l’irrigazione e chi riceve la parte non usata per quello scopo e che va nel suolo altrui (a parte quella che evapora.) Questo porta a contenziosi legali.

Altre fonti di inefficienza.
Uno.
Dati i bassi costi dell’energia e i sussidi federali, l’irrigazione può diventare l’uso dominante.Tuttavia, i benefici marginali netti degli usi agricoli sono più bassi di quelli usati da industrie o municipi. Un trasferimento di acqua dai primi ai secondi alzerebbe i benefici netti. Questi trasferimenti tendono a diventare più comuni, ma sempre come soluzione imposta dal governo anziché come incentivo di mercato.

Due.
Progetti governativi e prezzo dell’acqua per l’irrigazione.
Alcuni progetti governativi possono produrre boom, anche lavorativi, locali (anche a seguito del fatto che il loro costo è spalmato sulle tasse nazionali) e quindi sostegno politico, ma i benefici netti possono essere negativi a livello nazionale. Ciò significa che le risorse sono allocate in modo inefficiente.

Tre.
Il sistema dei prezzi sussidiati all’agricoltura può far sì che il proprietario paghi meno del dieci per cento del prezzo che avrebbe pagato per l’uso dell’acqua da irrigazione se non fosse stato sussidiato.

Quattro.
Sistema dei prezzi dell’acqua su municipi e industrie.
I prezzi caricati dalle utilities che distribuiscono l’acqua non promuovono un uso efficiente. Il livello dei prezzi è troppo basso e la tariffazione non riflette il costo della fornitura del servizio a diversi tipi di consumatori. Le utilities applicano un sistema di tariffe e ricarichi che riflettono i costi di immagazzinamento, trattamento, distribuzione ma non il valore di scambio effettivo.
I prezzi sono bassi perché sono usati i costi storici medi anziché marginali per determinare le tariffe e la scarcity rent marginale non viene inclusa.
Per assicurare una conservazione bilanciata con l’uso, il cliente dovrebbe pagare il costo marginale della fornitura dell’ultima unità d’acqua usata. Invece alle utilities è permesso di caricare prezzi che permettano di coprire i costi di gestione delle operazioni in base ai dati storici recenti. Le utilities dell’acqua sono imprese capital intensive con costi fissi molto alti nel breve termine. Questo significa che i costi medi a breve cadranno, implicando un costo marginale che cade sotto il costo medio. In questa circostanza il pricing a costo marginale impedirebbe all’utility di generare ricavi sufficienti a coprire i costi. Inoltre le nuove forniture hanno costi iniziali più alti e le vecchie forniture sono limitate dalla loro capacità fissa: questo implica un aumento dei costi nel lungo termine non riflesso dai prezzi basati sui costi degli anni passati.
Il regolatore non considera l’incorporazione della scarcity rent nel calcolo del prezzo, un problema rilevante soprattutto per le acque del sottosuolo. Per una risorsa non rinnovabile il prezzo efficiente dovrebbe uguagliare il costo marginale più il costo d’uso (ammortamento) marginale, ma così non avviene.
Questi problemi portano a eccessi di domanda, quindi di uso. Si piantano troppe piante non native o si tengono in casa per ornamento, si lascia scorrere l’acqua dal rubinetto, non si riparano tempestivamente le perdite negli acquedotti. Tutto questo porta  a significativi ammontari di acqua sprecata.

Instream flows
Ci sono conflitti tra l’uso dei flussi di acqua fuori e dentro dai corsi. Gli usi ricreativi, o il valore del mantenimento idrogeologico, o ancora quello della preservazione del corso d’acqua, nonché quelli legati al rispetto degli habitat degli animali non sempre vengono considerati.

Proprietà comune e diritto di accesso.
Quando molti utenti spillano la stessa falda acquifera, questa può diventare una risorsa ad accesso aperto, il che porta a un suo esaurimento troppo rapido e alla perdita per gli utenti dell’incentivo alla conservazione. La scarcity rent marginale verrà ignorata.
L’incentivo a conservare l’acqua in un mercato efficiente è creato dal desidero di evitare che i costi di pompaggio crescano troppo rapidamente e dal desiderio di capitalizzare sui prezzi più alti che ci si può aspettare in futuro. Con le risorse ad accesso aperto nessuno di questi desideri si traduce in conservazione poiché l’acqua conservata da una parte può essere usata da un altro poiché il conservatore non ha diritti esclusivi sull’acqua risparmiata. L’acqua risparmiata da una parte per prendere vantaggio dai prezzi attesi più alti può facilmente essere prelevata da un altro utente prima che il beneficio si materializzi.
Per le risorse ad accesso aperto la teoria economica suggerisce varie conseguenze. I costi di pompaggio crescono troppo in fretta, i prezzi iniziali sono troppo bassi, troppa acqua è consumata dai primi utenti. Il peso di questi sprechi non è distribuito uniformemente: sono più colpiti gli utenti alla periferia della falda acquifera. Quando il livello dell’acqua declina le rive si asciugano prima del centro. Inoltre gli utenti futuri sono più colpiti degli attuali. Un altro costo è l’intrusione di acqua salata nelle falde attorno alla costa.

POTENZIALI RIMEDI

Ridurre le restrizioni ai trasferimenti dei diritti sull’acqua.
Creare le banche dell’acqua. (vedi www.watercolorado.com)
Creare i mercati dell’acqua.

Proteggere gli instream flow.
Bilanciare instream e consumptive uses, valorizzando correttamente il diritto al rispetto dell’habitat dei pesci e quello di attività ricreative (compresa la ricreazione data dall’osservazione del corso d’acqua.).

Rendere più efficiente il sistema di formazione dei prezzi.
Rendere più efficiente la tariffazione.

Desalinizzare, tenendo conto che tale pratica è economicamente fattibile solo per le città costiere e che vanno valutati gli impatti ambientali, oltre a quelli riguardanti l’energia utilizzata.

Sommario delle soluzioni
In generale ogni soluzione dovrebbe comportare l’adozione più ampia del pricing al costo marginale. Gli utenti per i quali il costo di distribuzione dell’acqua è più alto dovrebbero pagare prezzi più alti degli altri utenti. Inoltre quando nuove, più costose fonti di acqua sono introdotte nel sistema per soddisfare una particolare categoria di utenti, questi dovrebbero pagare il costo marginale di tale acqua anziché il più basso costo medio di tutta l’acqua fornita. Infine quando si verificano picchi di domanda che determinano un aumento della fornitura di acqua o l’espansione di un sistema di distribuzione, chi domanda l’acqua nella fase di picco deve pagare i più alti costi associati con l’espansione.

E la privatizzazione?
La privatizzazione delle forniture di acqua crea la possibilità di monopoli e tariffe eccessive, ma la privatizzazione dei soli diritti di accesso stabilisce il diritto a usufruire di quantità specifiche di acqua fornita pubblicamente. L’ammontare dovrebbe essere corrispondente a quello disponibile per usi sostenibili. Se i diritti di accesso sono allocati equamente e sono imposti coerentemente la sicurezza dell’imposizione protegge anche gli utenti poveri o indigeni dall’espropriazione.

Altra ipotesi: privatizzare la fornitura con garanzia di ridurre le tariffe in caso di non rispetto degli standard.

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