Insomma Franco in Spagna instaura una dittatura. Quali sono le sue caratteristiche? Cosa fa Franco dove i nazionalisti conquistano il potere e poi in tutta la Spagna?
Grandi parate con le grida “Viva Cristo, viva la Grande Spagna di Ferdinando e Isabella!”. Così si fanno contenti i cattolici, i nostalgici. Così si crea un consenso che si fa maggioranza.
Franco e i nazionalisti erano contro l’illuminismo, il liberalismo, tutte queste novità borghesi, queste stranezze chissà quanto capite o condivise dalle cosiddette masse.
Contro alla Repubblica degli anarchici e dei comunisti, per restaurare la situazione precedente, i generali che avevano collaborato con Franco vennero messi ai posti di governo che li rendessero contenti e dove non potessero nuocere.
La Spagna conquistata da Franco era una prigione per chi non aveva simpatie nazionaliste: campi di prigionia, di lavoro, di morte, esecuzioni capitali per ripulirla dal virus bolscevico. Dall’altra parte anche la Spagna repubblicana aveva sperimentato il terrore rosso.
Vediamo adesso quali furono le decisioni di Franco e dei suoi uomini in economia. Le terre vengono restituite ai proprietari. Le imprese tornano in mano ai proprietari. I dirigenti tornano ai posti di comando, ma ci sono dei cambiamenti. Non siamo in un’economia di mercato, ma in un’economia dirigista.
Quindi i salari sono fissi. La vendita di prodotti agricoli è controllata dallo Stato, che fissa i prezzi. Le industrie sono controllate dallo Stato perché bisogna arrivare all’autarchia.
Gli scioperi sono messi fuori legge, i militanti con simpatie repubblicane sono epurati, gli orari di lavoro sono obbligatoriamente allungati, i dirigenti hanno poca voce in capitolo nell’ottenimento delle materie prime e nella vendita dei prodotti finiti.
Viene creato l’Istituto del controllo economico dell’industria e per l’autarchia (“Non abbiamo bisogno di importare alcunché”, diceva il Generalissimo).
Vengono costruite delle dighe idroelettriche usando i prigionieri di guerra e vengono stabiliti legami molto stretti tra il governo e le banche.
Anche gli studenti e gli insegnanti erano sotto il controllo dello Stato e della Chiesa. Tutto era controllato da queste due Entità.
Qual è il risultato economico di tutto ciò? La miseria. Mancano i macchinari agricoli. Le ferrovie sono nazionalizzate e i risultati sono pietosi. Prospera il mercato nero, indipendentemente dalle punizioni minacciate dai tribunali militari. A Madrid un chilo di farina costava dodici pesetas rispetto al prezzo ufficiale di 1,25. Le occasioni di corruzione salirono rapidamente.
Notiamo come le caratteristiche dell’economia dirigista si somiglino nelle dittature e alcune di esse si ritrovino anche nelle democrazie tendenti al peronismo o al socialismo. Notiamo come falliscano ovunque certi tentativi di piegare l’economia, cioè il comportamento degli individui al volere dello Stato anziché alle preferenze personali. Quello che ha provato a fare Franco in economia in Spagna è stato analogo a quanto hanno fatto i regimi fascista in Italia, nazista in Germania, comunista in Europa dell’Est, peronista in Sudamerica, bolivariano in Venezuela, castrista a Cuba. Senza dimenitcare esperienze come quella dello Zimbabwe.
Attenzione però a come certe idee di programmazione economica e controllo dei prezzi siano state portate avanti in Europa Occidentale e perfino negli Stati Uniti. Nel loro piccolo sono fallite anche queste. Per non parlare della politica più fallimentare di tutte: quella autarchica.
Ma torniamo a Franco.
Con la seconda guerra mondiale Franco dichiara di non essere mai stato nazionalsocialista o fascista e che la spagna sarebbe stata alleata degli alleati contro il bolscevismo.
Dopo la guerra viene concessa l’amnistia a tutti i detenuti politici, vengono placati i latifondisti e i generali e viene costituito un nuovo governo nazional cattolico.
La guerra fredda fu la salvezza del suo regime.
Guarda caso! L’economia della Spagna migliorerà quando sarà almeno in parte liberalizzata, già dopo la guerra. Niente a che vedere col successivo boom degli anni Novanta, naturalmente, ma il punto è che le iniezioni di libertà fanno stare meglio gli individui, anche economicamente.