In Italia il 75% del reddito nazionale è controllato o intermediato dal settore pubblico e quindi dai politici. Buona parte del resto è soggetto a licenze, albi, restrizioni alla concorrenza. Probabilmente ci sono molti ricchi di stato e ricchi la cui ricchezza è derivata da evasione fiscale, pensione retributiva, soldi pubblici dati a loro attraverso sussidi e protezioni.
I circoli Arci fanno tante belle cose ma hanno agevolazioni fiscali assurde (come ce le hanno tante piccole imprese improduttive) su attività commerciali come bar o corsi.
Non puoi dare la colpa a un immigrato
Poi colpa di cosa? Se è che una persona è in difficoltà di lavoro o di reddito se la deve prendere coi fattori che bloccano la produttività totale dei fattori: scarsa innovazione, spesa pubblica clientelare, pensioni e pensionati, rigidità dei mercati, disincentivo al cambiamento, scuola e università inadeguate, ricerca e sviluppo assenti, giustizia e fisco da riformare, burocrazia da eliminare, pubblica amministrazione da rifondare ecc.
Solo alcuni sono ricchi per merito, per creazione di imprese e di valore. Questi ovviamente sono quelli che reggono la baracca, o meglio le loro attività.
Vuoi ridurre la disuguaglianza? Colpisci gli immobili e taglia le tasse su redditi di impresa e lavoro, liberalizza tutti i settori e aumenta la concorrenza ovunque.
In altri paesi tra i ricchi per merito ci sono quelli che hanno studiato. Vedi il college premium. Certo che c’è molta differenza, crescente, tra quanto guadagna un neurochirurgo o un professore universitario a Harvard o un analista finanziario o un data analyst e una segretaria.
C’è una disuguaglianza da qi, anche.
Comunque dove esiste mobilità sociale ogni 5 anni cambia il top 1% del 50%.