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Lo stupore delle prese elettriche

Europei di nuoto Roma 2022. Le prestazioni femminili. Avanti così, Marghe!

Europei di nuoto di Roma 2022, le prestazioni femminili

Stile libero

 

50m. Sfida a due per l’oro con Sarah che batte la Wasick e nella lotta per il terzo posto la Dipietro arriva quinta a poco dal suo record italiano, fatto il giorno prima in semifinale, otto anni dopo e a trent’anni. Chapeau, Silvia! 

 

100m. La Bonnet e la Anderson trovano sempre qualcuno sulla loro strada. Ci voleva un’olandese nuova nella velocità. La Steenbergen, col suo stile libero rilassante, ha fatto il pieno di medaglie nella velocità a stile, comprese le staffette. Molto bene le italiane o sui loro tempi o con netti miglioramenti. 54”13 la Tarantino e 54”16 la Di Pietro.  Speriamo che sia l’inizio di una rinascita. Molte persone hanno criticato la velocità femminile azzurra. In assoluto non avrebbero torto, ma in questa occasione ce l’hanno.

 

200m. Steenberg sugli scudi e Anderson e Gose sul podio. È stata una delle due gare senza italiane in finale. A quando un ritorno almeno a 1’57” da parte di qualcuna?

 

400m. In teoria la Gose sembrava nettamente più forte in questa distanza rispetto alla Quadarella, che quindi avrebbe dovuto rinunciare ai sogni di tripla tripletta (tre ori in tre edizioni consecutive dai 400 ai 1500 stile libero). La romana ci ha sì dovuto rinunciare ma negli ultimi cento metri si è involata mentre la tedesca ha calato il ritmo forsennato dei primi trecento metri e nell’ultima vasca il recupero di Simona, bravissima, sembrava possibile. Peccato che non si sia realizzato. Commoventi le lacrime della Gose sul podio.

 

 

800m. La Gose era un gatto attaccato ai fianchi ma la Quadarella se ne è sbarazzata dopo 500 metri. Quinta la Caramignoli.

 

1500m. Dai 300 metri in su la gente ballava sugli spalti al ritmo della musica che trasmettevano gli altoparlanti dell’impianto e che facevano da colonna sonora. Il distacco dalle altre e i parziali sul tabellone mostravano fin da subito che non c’era storia se non la storia che ha fatto la Quadarella col terzo oro consecutivo in tre edizioni, così come negli 800. In questo come lei nessuno mai.

 

Dorso

50m. Silvia Scalia, finalmente più forte delle sfighe! 27”39 in semifinale: record italiano e tempo di valore mondiale. . Per l’oro avrebbe dovuto scendere ancora di più di un decimo. Lasciamo l’oro alla francese Pigree e festeggiamo una Scalia d’argento

 

100m. Forse la vittoria più inaspettata degli Europei anche se qualche speranza c’era visto che la Panziera era libera di testa dopo il successo nei 200 e dopo che aveva nuotato bene in batteria e semifinale e visto che la Scalia proveniva da tempi promettenti nei 50. Alla virata la Scalia in testa ha fatto sobbalzare l’impianto, che poi ha aumentato la voce negli ultimi metri quando ha visto Margherita dirompente che volava a velocità doppia rispetto alle altre. Alla fine la Panziera ha detto di aver sentito il boato e di non sapere se fosse per lei o per Silvia. il suo arrivo eccezionale le ha dato un bellissimo oro e la doppietta 100 200 dorso non accadeva da diverse edizioni.

 

200m. L’annuncio del nome della Panziera in finale è stato preceduto da degli “ooooh” da parte del pubblico. Emozionanti ogni volta e ripetuti per più o meno ogni finalista azzurro. A seguire è arrivato il boato di acclamazione e io ho temuto che lei si irrigidisse per l’imbarazzo. Invece no. Margherita è partita veloce, come se avesse solo da finire un’incombenza prima di uscire, e il distacco era già tale dopo due vasche e poi tre che l’oro appariva chiaro e scontato ben prima dell’arrivo. Il tempo è stato simile a quello nuotato ai Mondiali. Tre ori europei consecutivi li aveva ottenuti negli anni Novanta la Egerszegy, che era un’altra nuotatrice da amare.

 

Delfino o farfalla.

50m. Sarah Sjostrom: vengo, vedo, vinco, ripeto. Ma ve la ricordate la Sarah debuttante del 2009 o quella che sbagliava sempre qualcosa e perdeva gare già vinte? Non esiste più. Peccato per la Di Pietro, distrutta da una gara precedente.

 

100m. Louise Hansson precede la Wattel, in un duello al top al livello europeo, con l’assenza di Sarah. Ilaria Bianchi è ormai in declino ma il suo sesto posto è onorevole. La Di Liddo ha avuto il massimo della forma a settembre 2021 e poi la stagione lunghissima l’ha cotta a puntino. E’ successo anche a Kamminga, per dire. Peccato perché una Di Liddo in forma poteva ottenere qualcosa di importante.

 

200m. Antonella Crispino prova il passo a fagiano in semifinale. Poi cala per due vasche e recupera nell’ultima l’accesso alla finale. Qui entra in scena Ilaria Cusinato: “Vedevo i miei compagni vincere e mi dicevo io no? Ora vado giù e faccio una gara della madonna, mi sono detta. Ho sentito il boato del pubblico agli ultimi venticinque metri e mi sono detta se muoio sono lì. 2’07”77 è un tempo spettacolare”. Bravissima Ilaria, finalmente. Bronzo conquistato con autorità in una gara dominata dalla sedicenne bosniaca Pudar, in visibilio di fronte a quattro gatti bosniaci festeggianti in tribuna. La Crispino con 2’10” ha fatto il suo in finale.

 

Rana.

50m. A forza di doppiette ci si era fatta la bocca ma non si sono fatti i conti con la fame di rivincite di Ruta Meilutite. Che poi non è chiaro se abbia fame o cosa, visto che ormai tiene sempre lo sguardo impassibile alla Giordano Bruno (parole di Sacchi), viene sbeffeggiata dal coro della Di Liddo “Ruta facci un sorriso”, ne accenna uno solo alla fine della premiazione. Lei che piangeva onorando la nonna a Londra e che è passata da ingrassamento, sconfitte, assenze per i controlli antidoping, ritiro e ora ritorno. Il suo 29”44 in semifinale è stato premiato come la miglior prestazione tecnica femminile. È stato un tempo che ha messo paura alle italiane e anche se in finale ha nuotato più lentamente di quindici centesimi l’oro l’ha vinto lei. Benny Pilato le è finita però non troppo lontana: ce l’ha messa tutta ed è stata encomiabile. Sul podio con loro l’inglese Harris mentre Arianna Castiglioni, dopo l’eccellente 29”8 della batteria non è andata oltre 30”4 e è arrivata quarta. Anche lei, come la Di Liddo, ha avuto il picco della forma a settembre 2021. Poi tra squalifiche, cambi di allenatore, prestazioni mai veramente o costantemente al top (a differenza dell’anno scorso), ha finito sostanzialmente in modo negativo la stagione.

 

100m. Boom boom già in batteria. Quattro italiane ai primi quattro posti. La sorpresa è Lisa Angiolini: 1’06”00 e è lei che si qualifica insieme a Benny Pilato. La finale è un duello tra Benny e Ruta con la lituana però costantemente dietro mentre Lisa sembra visivamente perfino avvicinare Benny negli ultimi metri. Il suo argento è una grande sorpresa, ma soprattutto è un premio alla sua storia, fatta di ritiri, riprese, determinazione e miglioramenti notevoli negli ultimi tre anni. Quindi oro Benny, argento Lisa e doppietta servita sul piatto dello stadio del nuoto.

 

200m. Martina Carraro ha vissuto la finale dei 100 dalla tribuna e “è stato terribile”, ha detto. Per quanto abbia pensato più ai cuccioli e al matrimonio durante la stagione, quindi era da aspettarselo che non si qualificasse nella lotta interna in batteria dei 100. Pur senza tanti chilometri si è buttata in vasca per i 200 determinata e ha insidiato il primo posto di Lisa Mamie conquistando un bellissimo argento in 2’23. Non bene Francesca Fangio, ferma a quel 2’25” che non è né carne né pesce. Ha detto che si rifarà.

 

Misti

200m. Tre frazioni impetuose e una a tenere contro lo strapotere dell’amica di ISL Gorbenko e della Steenbergen. Col suo personal best sarebbe arrivato l’oro ma per stavolta va benissimo anche questo bronzo europeo. Parliamo di Sara Franceschi.

 

400m. Gara da dimenticare sia come livello che per la prestazione delle azzurre.

 

Staffette

 

4X100sl. Peccato che Chiara Tarantino non abbia ripetuto le prestazioni dei giorni precedenti e abbia nuotato suoi suoi migliori pre-Europeo altrimenti poteva scapparci una medaglia di bronzo inattesa alla vigilia. Purché non si fermino fanno ben sperare le prestazioni della stessa Tarantino, di una Di Pietro finalmente a posto e delle giovani Cocconcelli post infortunio al ginocchio e Morini.

 

4x200sl. Un quarto posto senza infamia e senza lode per le azzurre.

 

Mista. Terzo quarto posto per le staffette femminili azzurre. C’è spesso una frazione che viene un po’ meno all’appello nelle miste femminili. A Glasgow fu quella a stile. Stavolta ha peccato il delfino, anche se Ilaria Bianchi non poteva probabilmente dare di più. A stile la Di pietro ha fatto la miglior prestazione lanciata di sempre quindi non ha da rimproverarsi niente. Così come in linea di principio non devono farlo né una buona Panziera sotto il minuto a dorso né la Pilato a 1’5”65 a rana. Forse forse il decimo di ritardo dal bronzo dobbiamo imputarlo a lei, che sembra più monstre a livello individuale che in staffetta per ora?

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