there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Evoluzione

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Vedo delle gambe malferme, delle braccia sballonzolanti, delle facce con espressioni da ubriaco e dei corpi piegati verso il basso. So di poter riuscire a parlare, ma non articolo le parole: la lingua va per conto suo. Sento gli stessi suoni indistinti che mi sembra di produrre. Adesso sbatto su qualcosa, sto per finire a terra ma i piedi mi sorreggono. E’ come se avessi il mare sia dentro che sotto di me.

Adesso mi sono un po’ alzato, anche se non riesco a stare fermo sulle gambe e le braccia sono ancora penzoloni. Sono in una stanza chiusa Vedo altri esseri come me. Provo a dire “ciao”. Esce un insieme di suoni poco chiari, ma gli altri devono avere capito, visto che sembrano rispondere al saluto. Provo a trovare sostegno negli altri, a fare amicizia.

Finalmente riesco a tenere una postura eretta. Alzo una mano. Saluto gli altri e vengo ricambiato. Ci sediamo sulle panche appoggiate alle pareti della stanza. Facciamo conoscenza. Delle mani si stringono. Qualcuno sorride. La persona accanto a me mi assicura di aver fatto un buon affare. Una persona ha un libro in mano e lo legge davanti a tutti. Al termine applaudiamo.

Abbiamo ripreso a girare dentro la stanza. Qualcuno si bacia. Tutti sorridiamo. Una ragazza fa un disegno sulla lavagna e ci congratuliamo con lei . Il nostro sguardo è rivolto verso l’alto. Come se fosse proiettato su un avvenire gioioso . Abbiamo le braccia aperte mentre camminiamo. Ci scambiamo dei doni. Ci abbracciamo. L’atmosfera è piena di pace e serenità.

Ci siamo divisi in gruppi. Ognuno si è messo a sedere ad un angolo. Deve essere successo qualcosa. Ognuno parla male dell’altra famiglia. La comunità si è divisa. Qualcuno è stato fregato? Si sente parlare di elezioni, di presidenti, di leggi che regoleranno la vita sociale. Ci alziamo tutti. Ci guardiamo in cagnesco. I nosri “ciao” restano a mezz’aria. Esprimiamo diffidenza.

Sono di nuovo appoggiato sulle gambe e mi muovo quasi a balzelli, pronto a difendere il mio spazio . Sono pronto ad attaccare! Sbranare per non essere sbranati. La comunità si è disgregata. Le famiglie sono scomparse. Se incontro una faccia urlo “ciao” con la bocca spalancata. Nella stanza rimbombano le A . Tutto il corpo esprime rabbia. Ho fame di violenza.

Ci deve essere stato uno scontro. Sono a terra, con la testa girata sul lato destro. Non riesco a muoverla.. Vedo un corpo immobile accanto a me, sdraiato, con gli occhi chiusi. Non sento più voci, vedo del sangue, so di essere ferito, ma ho paura a chiedere aiuto. Sento la testa che mi viene alzata da dietro. Gli occhi mi si devono essere spalancati. Uno schianto! Sento la testa rimbalzare

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