https://phastidio.net/2006/05/26/luoghi-comuni-dafrica/
Problemi:
Fallimento delle pratiche di nazionalizzazione delle risorse naturali in Africa.
Dipendenza da esperti stranieri.
Influenza delle agenzie di cooperazione occidentali pervasiva e impotente.
La corruzione è endemica: difficilmente un qualsiasi paese africano dispone di funzionari pubblici sufficientemente onesti da consentire la gestione efficiente della consegna degli aiuti senza pagare o ricevere tangenti o sfruttare gli aiuti a fini clientelari.
Fuga di cervelli e di capitali.
Che fare?
Sostituire i costosi piani di sostegno finanziario con micro-interventi (per entità dell’esborso) destinati tuttavia ad avere un impatto durevole e rilevante su aspettative di vita e produttività: potabilizzazione delle risorse idriche nelle regioni più povere, vaccinazioni e terapie anti-malaria di massa, libri di testo per le scuole.
Aumentare il tasso di risparmio, portandolo a livelli prossimi a quelli asiatici: in tal modo, il continente potrà contare su una base di risorse proprie per lo sviluppo, e verrà spezzato il circolo vizioso della dipendenza finanziaria dalle donazioni estere, il cui fallimento è ormai evidente.
Ridurre i tempi per l’avvio di nuove imprese: oggi in Kenya occorrono sei settimane per registrare una nuova impresa (un livello peraltro non lontano dall’esperienza italiana…), contro i sei giorni di Hong Kong.
Ma la creazione di un ambiente favorevole all’attività d’impresa deve superare anche profondi ostacoli di natura culturale. Si pensi all’esigenza di riformare il sistema di proprietà delle terre, oggi basato su meccanismi comunitari.
Aggiramento del corrotto sistema giudiziario locale, con la creazione di camere arbitrali basate all’estero.
Creazione di un bill of rights dedicato all’iniziativa economica privata.
Successiva rimozione delle barriere commerciali e
Rimozione dei sussidi agricoli da parte dei paesi sviluppati.
Ripensamento della filosofia degli aiuti internazionali, che modifichi radicalmente qualità e quantità degli stessi.
Per combattere la corruzione africana non serve aumentare il peso dei suoi regimi illiberali all’interno del Consiglio di sicurezza dell’Onu,
All’Africa serve un regime change ed un ricambio delle élites.
La comunità internazionale, attraverso lo strumento degli aiuti, dovrebbe pensare all’adozione di meccanismi di “sterilizzazione” delle dinamiche di democrazia formale nei paesi dell’area, a vantaggio della creazione di una robusta classe media e di un ambiente propizio all’iniziativa economica.