there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

La storia della nascita di un fiore gobbo.

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C’era una volta Cecco Rinvorta, che era un noto abitante di Plutone, ma poiché era l’unico abitante, non si divertiva. Allora chiese al Signore: “Ma perché devo essere così solo?” E il Signore gli rispose:” Perché non mi sei piaciuto. Sei solo uno schizzo venuto male. Infatti ho usato il tuo pianeta come prova. Mica potevo creare la gente al primo colpo.” E Cecco: “Perché? Che hanno gli esseri terrestri in più di me?” E il Signore:” Non ti immischiare nei miei affari”. E Cecco:” E vabbe’, almeno manda anche me lassù”. E il Signore: “no, ho deciso così e così sia. Ma ti concedo una possibilità. Se un giorno due esseri umani riusciranno a creare un fiore, allora te potrai andare sulla Terra: insomma ti trasformerò in un essere umano decente.” E Cecco:” D’accordo. Ci sto. Ma io non posso fare niente, nel fratttempo.” E il Signore: “mah, prova a giocare a briscola!” E Cecco:” Ma se non c’è nemmeno un animale qua. Hai ripulito tutto il tuo banco di prova, tranne che me. Uffi uffi uffi.”. E il Signore:” Vedi, sta scritto che uno solo del banco di prova dovrà restare in vita perché così possa lamentarsi tanto da limitare la riserva di lamentele esistente sugli altri pianeti. E poi tu puoi parlare con me. Agli altri esseri viventi sui diversi pianeti delle diverse galassie non è concesso.” E Cecco: ” Almeno fossi divertente! Via, vado a farmi un solitario. Intanto, accetto la scommessa.” E il Signore: “Bene, vedi: i terrestri sarebbero capaci di fare tante cose fantastiche: possono creare fiori e realizzare sogni, ma di solito preferiscono creare guerre e realizzare incubi.” E quindi si salutarono.

LA STORIA
E’ una giornata buia e tempestosa, i lupi lupano, i cani canano, i gatti gattano, l’insalata insalata, le scope…
Poi all’improvviso, la giornata sembra rischiararsi, ma la capitana delle “nuvole nere” corre subito al buco azzurro e ingaggia un duello con “mister sereno” e lo ricaccia in alto. E giù lampi, tuoni, grandine grossa come cocomeri (infatti c’è chi la mangia), Intanto i gatti iniziano a ululare, i cavalli a ragliare, le api ad abbaiare, i cani a miagolare, i lupi a ronzare finché a un certo punto il mondo si ferma. Sono tutti lì ad aspettare l’Evento: è nata una nuova creatura. Il suo nome è Xxx.
Ed ecco che improvvisamente si fa luce, i gatti tornano a miagolare ecc.
Certo non tutti hanno accettato di buon grado lo stop.  Per esempio l’uomo che è rimasto fermo a metà della sua opera al gabinetto per un quarto d’ora, o un paracadutista rimasto in bilico immobile prima di stagliarsi in volo per il solito quarto d’ora, o uno che era rincorso da un leone e mentre lui si è fermato, il leone se l’è mangiato. Oppure quello che aveva appoggiato un dito a una pentola bollente e si è ritrovato un’ustione  di terzo grado, ma non poteva certo ritrarre il dito mentre si stava compiendo l’Evento.
Le persone più sconvolte della nascita della nostra protagonista furono i suoi procreatori. Infatti cercarono in tutti i modi di disfarsene, ma i cassonetti erano tutti occupati e allora decisero di tenerla. Intanto si astennero dal concepire altre creature per sei anni. Questo per la teoria del “Stiamo fermi piuttosto che avere un altro elemento del genere!”. Ma c’è un’altra teoria che afferma che dopo sei anni abbiano pensato: “Riproviamoci, forse saremo più fortunati.”.
Intanto la nostra protagonista si rivelò molto precoce.A un mese aveva la barba, ma poi gli sparì(e qualcuno potrebbe pensare invece che gli si sia spostata col crescere…). A sei mesi già camminava, nuotava, sciava, sbavava, si fratturava il perone. Sembrava una creatura molto felice. Era sempre sorridente per via di una paresi che le fu tolta col martello pneumatico all’età di otto mesi.
Dopo questi piccoli inconvenienti la sua vita continuò spensierata. Durante l’infanzia non stava un minuto ferma, leggeva “Hurrà Juventus” a tre anni, al posto del latte esigeva la crema di whisky a partire dai quattro anni,

Un giorno andò in un museo e fu affascinata da un quadro. “Chi l’ha fatto quello?”, chiese. Era stato un tale Ligabue e lei disse: “Lo voglio, lo voglio, lo voglio!” Ma le spiegarono che non era possibile e allora chiese:”Ma posso rivederlo?” Le dissero di si, ma in realtà quella fu l’ultima volta che vide Ligabue dal vivo! Intanto però la notte cominciava a cantare: “Certe notti mi ritorni in mente amico che sei nato là dove nasce un fiore  e vado al massimo ogni volta che penso a te. E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure e cancello il tuo nome dalla mia facciata (infatti ho appena rimbiancato) e ci sei adesso tu e questa stanza non ha più pareti (infatti fa un freddo bestia, quando nevica), ma alberi, alberi viola…” E in quel momento lei lanciava un urlo gigantesco:”No, viola noooooooooooo” E stava per vomitare quando un angelo apparve e la rassicurò dicendo: “Non aver paura, tu chiamale se vuoi emozioni, se no mandale a cacare che questa di marinella è la storia vera anche se non so che viso avesse, con quale voce poi cantava…”. E lei si innamorò subito di quel tipo che si chiamava “Alessandro Del Piero”, tanto da volelo rintracciare fin da quando lui svanì. Nel frattempo si buttava su tutti i sandri, i pieri, per non parlare dei figli dei pieri, ma anche delle figlie dei pieri. Ogni volta che vedeva un tale Sandro, noto fruttivendolo del paese dove anche lei abitava, gli saltava addosso e mangiava solo la sua frutta, pensando: “questi sono gli occhi di Sandro(erano due ciliegie), queste sono le mani di Sandro(erano due melanzane), questa è la testa di Sandro (era un cocomero), queste sono le gambe di Sandro(erano due cetrioli), queste sono le braccia di Sandro(erano due baccelli)”. Lasciamo perdere banane e susine per motivi etici. Di sicuro non le mancavano le vitamine. Naturalmente lei aveva in testa un solo Sandro, anzi Alessandro.

E un giorno ecco che lo vide.

Era proprio lui, ADP l’originale, che si divertiva a correre con altri 20 giocatori.Allora scese in campo anche lei, gli si avvicinò, lo salutò e lui, dolcemente, soavemente, la prese in braccio, le carezzò la testa, le controllò le misure della testa e le sussurrò: “Ragazzi: finalmente s’è trovato il pallone!!!!!!” E naturalmente lei era ben disposta a farsi tagliare la testa per 90 minuti. Poi  iniziò a piovere e non fecero la partita, però lei fu molto contenta per aver parlato col suo idolo.

Intanto cresceva e si faceva molte amiche e molti amici. Aveva anche molti sogni e così veniva da tutti giudicata dolce e sensibile. Però se qualcuno la importunava, non stava certo con le mani in mano: sperimentava subito la sua arte da judoka. Era anche molto simpatica e le piaceva divertirsi con tutti: maschi, femmine e cantanti.

Fin da bambina amava gli animali, anche se gli piaceva sperimentare così tanto che una voltamise il gatto in forno per vedere l’effetto che faceva.
Un giorno vide un ragazzo e si disse: “mmm, quello mi ispira. Vediamo un po’. Faccio a testa o croce. Se esce testa, mi metto con lui. Se esce croce, uguale”. E fu così che la moneta restò a mezz’asta e quindi lei si mise con tale Filippis. E così lui la fece ispirare e a volte anche espirare.
Ora così aveva amici, amiche, una bella famiglia, gatti a volontà, un computer(ma quando gli si accese la videata “windows 95″ pensò a un giocatore di basket che aveva fatto 95 punti e capì che non era portata per il pc), ma più che avere, era una tipa simpatica e schizzata al punto giusto.
Arriviamo così a conoscere un altro personaggio che un giorno andò alla ricerca di un tesoro e… a un certo punto del viaggio, vide una cassa con scritto:” Salve, sono il tesoro.” E il personaggio:”Ah, bene: prende anche pe’ i’ cculo”. E la cassa:”Io fo ikkè mi pare! Aprimi, piuttosto e fatti i cavoli tuoi”. Così il personaggio la aprì e scoprì che c’erano tanti fiori. Alcuni si voltavano da altre parti, altri erano solo sfruttatori, uno lo colpì particolarmente, ma non sarebbe stata una bella storia. Intanto ce n’era uno a cui era tanto affezionato, ma nonostante questo non lo metteva mai al primo posto. C’era sempre almeno un fiore che gli stava davanti. Finchè un bel giorno al nostro personaggio sparì la nebbia davanti agli occhi e cominciò a capire. In quel giorno sentì una voce da lontano che gli diceva:” Ciao, sono un amico che è chiuso su un pianeta lontano. Se vuoi rendermi felice, prendi il fiore giusto e io potrò venire sulla Terra. Tutti voi terrestri sareste dei fiori, ma li lasciate appassire per far posto a sentimenti balordi. Però sento che almeno un fiore vero è nato. Io non sono in grado di vedere o di sapere, perché sono lontano. Se ritieni che esista un fiore nato da due esseri umani, e lo ritieni sinceramente, prendilo subito dalla cassa, e io sarò felice.”
E così il personaggio pensò:”Certo che c’è un fiore vero!”
E fu così che il nostro personaggio salvò Cecco Rinvorta che arrivò sulla Terra e divenne famoso per essersi fatto la pipì addosso, ma questa è un’altra storia e sarà raccontata un’altra volta.
Il nostro personaggio colse un fiore, il cui nome cominciava per X.

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