there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Fosse dirigente lei…

“Se fossi dirigente io sarei stronza.”
Non lo metto in dubbio. Staresti attenta a ogni formalità. Puniresti chi non rispetta la mezzora di pausa, che poi per te durerebbe ventotto minuti.
Peccato che poi dovresti anche affrontare imprevisti, prendere decisioni che non si leggono su un regolamento e non saresti a conoscenza delle conseguenze inattese.
Se dal tuo mondo ti spostano un oggetto, ti trovi in difficoltà, come dimostri quando dici che da sola in casa di altri non ci andresti oppure che se ti bloccano una via per un evento sportivo o farci passare la tramvia maledici l’universo mondo.
“Se gli operai facessero i dirigenti.” Li ho avuti. Vivevano l’azienda come conflitto e continuano a farlo. Soprattutto se sono ex sindacalisti. Consideravano il controllo come ispettivo. Non facevano leggere i prospetti informativi, non ritenevano che le informazioni dovessero essere divulgate nell’azienda, le teorie manageriali (e quindi le pratiche delle migliori aziende nel mondo) o non le conoscevano o le snobbavano, si curavano delle relazioni con banchieri e politici, come peraltro fanno anche i dirigenti non ex sindacalisti.
Vi piace la gerarchia e avere dei capi o esserlo.
Non vi piacciono realmente le libertà.
Fossi dirigente io, invece, cercherei di ottenere e fare ottenere risultati. Cercherei di migliorare la vita di tutti. Cercherei efficienza, efficacia, economicità senza fare rinunciare nessuno alla propria qualità della vita. Il tutto richiede certamente la fissazione di regole e il controllo del loro rispetto, ma la dittatura alla fine è perdente.

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