there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Solidarietà è cosa diversa dal parassitismo.

Ultimo articolo sulla Grecia. Rischia di diventare un articolo sull’Italia, prima o poi. Anzi: in buona parte lo è già. Paesi con troppe persone che ritengono un diritto vivere di parassitismo.

PRIMA PARTE

O voi che siete per Tsipras:

Ventisei parlamenti dovrebbero contare meno di uno?
Il governo greco ha il diritto di ricattarne altri ventisei? Non è un po’ fascista questa cosa?
A chiamare i creditori ricattatori qual è il potere negoziale che il governo pensa di acquisire?
Gli elettori tedeschi dovrebbero contare meno di quelli greci? La loro opinione vale meno?
I lavoratori tedeschi, irlandesi, inglesi, spagnoli e tutti quelli che hanno dovuto sopportare riforme strutturali, dovrebbero acconsentire a regalare i propri soldi a chi non pensa minimamente di fare riforme analoghe?
Perfino i pensionati italiani vanno in pensione più tardi di quelli greci.
E’ normale che il debitore detti le condizioni?
Tra regole e discrezionalità vincono le regole.
La base dell’economia di mercato è il rispetto delle regole. Aggirare i divieti si paga sempre nel lungo periodo.
Il governo greco chiede un prestito, vuole imporre le proprie condizioni, rifiuta quelle altrui senza neanche leggerle, indice un referendum, chiede altre negoziazioni prima del referendum, dichiara come votare, ricatta anche la propria popolazione oltre ai creditori, ma nonostante tutto va a chiedere ulteriori prestiti.

Si chiamano riforme strutturali quelle che vanno a incidere sulla struttura di un Paese, mentalità compresa: vanno a toccare le abitudini consolidate, a distruggere rendite di posizione. Chi ha da guadagnarci, forse, è minoranza, forse non vota, forse è troppo giovane, non ha ancora un lavoro avviato, non ha amicizie nella politica, e quindi non ha una voce potente per urlare un grande vaffanculo ai parassiti che infestano i paesi e impediscono tali riforme. Eppure in Gran Bretagna con la Thatcher, in Germania con Schroeder, negli Stati Uniti prima con Reagan e poi con Clinton, in Svezia, Irlanda, Islanda, sono state fatte.

Ma se vincessero i no, vi immaginate quanto blaterebbero in Italia le zecche cavalline con tanta sete di ulteriore parassitismo? Per zecche cavalline si intende l’intera arena politica italiana o quasi: leghisti, altri fascisti, sinistri di ogni razza, grillini, altri urlatori, forzitalioti, altri socialisti e così via. Loro e i loro elettori, oltre a buona parte dei non votanti.
Volete aiutare i greci? Il crowdfunding non serve a nulla. Investite in Grecia, comprate titoli di stato, comprate prodotti greci. Come vi piacerà che gli altri diano soldi a chi pare a voi.
Volete che altri diano soldi ai greci, come un economista socialistoide qualsiasi? Peccato che “gli altri” siate anche voi con le vostre tasse. Dopo, non lamentatevene. Certo: dato che la maggior parte degli italiani è composta da pensionati e dipendenti pubblici è probabile che i tax payers in realtà siano minoranza e quindi questo argomento non li tocchi.
A me sta benissimo salvare la Grecia, anche a costo di un piccolo aumento di tasse, ma vorrei farlo verso chi poi si mette a investire, innovare, produrre, riformare e non per riassumere dipendenti pubblici o regalare soldi ai pensionati o lasciare gli sconti fiscali ai ricchi delle isole o i sussidi agli agricoltori.

Vi lamentate di politici e Stati e volete dargli sempre piu potere?

Si potrebbe tenere un referendum anche nei Paesi creditori: “Volete voi pagare più tasse per mantenere la pensione a una ex parrucchiera greca cinquantenne?”

SECONDA PARTE

In questi giorni sui social network si leggono vari inni al parassitismo mascherati da solidarietà. C’è una certa differenza tra solidarietà e parassitismo, però. Secondo alcuni parassiti italiani, che sono maggioranza, l’Europa avrebbe proprio la funzione di mantenere i parassiti, che potrebbero continuare a vivere alle spalle di produttori e innovatori, almeno di quelli che pagano le tasse, cioè dei tax payers.
Non poteva mancare il Podemos spagnolo a cianciare di lotte tra austerità e democrazia, a inventare che i popoli contino più dei mercati che non sono stati eletti da nessuno, a issare bandiere alla libertà e alla democrazia.
Anche gli altri popoli europei hanno eletto delle persone e forse anche a loro andrebbe chiesto se vogliono mantenere un dipendente pubblico greco. Anzi, andrebbe chiesto solo ai tax payers, cioè quelli che pagano allo Stato più di quanto ricevano.
Il debito greco, inoltre, è in buona parte verso gli Stati e non più verso i mercati.
La democrazia comporta il rischio che gli elettori mandino al potere governanti idioti e se la prendano con loro stessi, allora. Ma non è che “democrazia” o “Europa” o “libertà” significhi avere il diritto, anzi la pretesa, di vivere a sbafo sulle spalle degli altri, ricattandoli se questi si stufano. Non vogliono gli altri paesi o i mercati a chiedere la restituzione dei prestiti: che non li chiedano.
Addirittura ho letto che la colpa della situazione greca è dei creditori perché non dovevano concedere il prestito nel 2010 a un Paese che sapevano insolvente. Il che è vero, ma allora perché continuare a prestare soldi adesso? Inoltre: non è che chi lamenta l’assegnazione del prestito di allora, in quei tempi chiedeva a gran voce che fosse salvata la Grecia? Ricordiamo i trucchi nei conti, le politiche assistenziali, il debito e tutto quello che abbiamo già scritto. Aiutare gli altri va bene, ma farsi prendere per il culo no. Il governo greco chiede di annullare il debito, di allentare la morsa, ma contemporaneamente ricatta i creditori e li chiama ricattatori, vuole negoziare con loro chiamandoli terroristi, ha delle pretese assurde visto che è lui ad avere bisogno dei soldi altrui. Inoltre sembra che il testo del referendum sia ambiguo, ma che soprattutto abbia ripreso ad assumere dipendenti pubblici. Ebbene: se li paghi da solo.
Ricordiamo che a fine 2014 la Grecia aveva avuto una ripresa, poi il governo ha allentato la stretta ed è tornata la recessione.
Tsipras è solo un affamatore del popolo come Chavez, come Maduro, come Polpot: sta ai greci scegliere se vogliono fare la fine del Venezuela, senza neanche avere qualcosa da esportare. Il colpevole della disinformazione, però, è al governo. L’ennesimo uomo di Stato pezzo di merda.
Update: Sembra che i giovani greci siano per il no.
Eppure se sono disoccupati dovrebbero volere l’ aumento dell’età pensionabile, non dovrebbero voler subire dei costi legati all’assunzione di dipendenti pubblici, non dovrebbero volere che sia impossibile investire, non dovrebbero volere che sia impossibile accedere a professioni protette. Insomma se vogliono produrre, investire, innovare dovrebbero essere per le riforme strutturali.
Se vogliono vivere di parassitismo dovrebbero forse essere per il no, sempre che agli altri europei piaccia regalare a loro i soldi per fare i mantenuti.

TERZA PARTE
Ultimi link sulla Grecia e Paesi simili.
Uno: attenti che l’uscita dall’euro potrebbe avverarsi. L’importante sarà essere già fuggiti prima che accada.
http://stradeonline.it/monografica/547-uscire-dall-euro-attenti-a-quello-che-desiderate-potrebbe-avverarsi

Due: ma di preciso questa austerity cosa è?
http://www.glistatigenerali.com/euro-e-bce_istituzioni-ue/due-o-tre-cose-scomode-sullausterity/

Tre: se la Grecia esce non è la fine del mondo.
http://www.glistatigenerali.com/euro-e-bce/la-grexit-non-e-la-fine-del-mondo/

Quattro: ma siamo sicuri che la Grecia abbia bisogno di un sistema bancario nazionale?
http://johnhcochrane.blogspot.it/2015/06/last-greek-thoughts.html

Cinque: la svalutazione del 1992 non è stata affatto una cosa buona e l’euro ne ha mitigato gli effetti.
http://diariohispanico.com/quella-svalutazione-del-1992/
Sei: ancora sul caso Islanda. Titolo fuorviante, articolo buono.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/05/referendum-grecia-quando-lislanda-disse-no-e-non-pago-olanda-e-uk/1844547/

Sette: certo che la troika ha delle colpe e che anche le stesse riforme proposte non sono il massimo.
http://www.stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/1246-grecia-e-default-tsipras-ha-torto-la-troika-anche

 

 

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