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Lo stupore delle prese elettriche

Green new deal, versione romana. Sussidi più o meno dannosi e approcci inquisitori

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Sbobinatura

C’era una volta il Decreto Costa, poi non approvato per mancanza di coperture. Comunque come era?

C’erano pochi ragionamenti profondi. C’erano tante proposte di spesa. C’erano poche proposte di prelievo. Erano poco organiche. Ignoravano ciò che già c’è. L’Italia ha già alta spesa pubblica e alte tasse. Ci sono tanti miliardi in spesa obbligata, anche se non pubblica, rivolti a finanziare roba verde, come venti miliardi di incentivazione alle fonti rinnovabili).

Costa metteva nel mirino i sussidi dannosi per l’ambiente. I sussidi fiscali si possono leggere in un libro del ministero dell’ambiente. Costa voleva tagliare ogni anno due miliardi di questi sussidi fino ad azzerarli per il 2040.

 

Premessa.

Cosa sono I sussidi dannosi. Nella definizione del ministero dell’ambiente, che coincide con quella di alcuni lavori di ocse e fmi, un sussidio dannoso è qualsiasi agevolazione in termini di incentivazione monetaria o sconto fiscale (ti do soldi o ti taglio imposte) nel consumo di prodotti o comportamenti produttivi che possano avere direttamente o indirettamente impatto negativo sull’ambiente.

 Esempio. Se petrolio e gas li concedo gratis alle famiglie (paesi arabi) incentivo il consumo di prodotti dannosi per l’ambiente. Diverse categorie beneficiano di agevolazioni fiscali: famiglie, autotrasportatori, settori industriali, agricoltori ecc. Parliamo di sconti fiscali rispetto a tasse su gasolio, benzina, energia, che sono molto alte e più alte di altri paesi europei. Alcune categorie pagano un po’ meno tasse sia pure alte.

Come vengono stimati i 19 miliardi? Quelle importanti tra le misure sono 12. Se a parità di consumo la tassazione non fosse quella scontata ma fosse quella regolare allora il gettito aggiuntivo sarebbe di 19 miliardi. Il che contabilmente non ha senso. Quanto vale il sussidio? Come economista ti dico 19 miliardi. Togliendo il sussidio quanto gettito aggiuntivo avrei? Domanda da ragioniere. Le persone reagiscono agli incentivi. La domanda scende. Il gettito sarà un po’ meno. Se poi le tasse vogliono colpire i comprotamenti dannosi vuoi che il consumo sia inferiore e quindi il gettito inferiore.

Dentro i sussidi quelli più grandi non riguardano per la gran parte i privilegiati ma tutti i consumatori. Esempio. La voce più grande, 5 miliardi, è la differenza tra gasolio e benzina. Poiché l’accisa sul gasolio è più bassa rispetto a quella sulla benzina. Questo è un sussidio. L’accisa sul gasolio è 61 centesimi per litro. L’accisa sulla benzina è 72 centesimi per litro. Gli undici centesimi di differenza sono considerati un sussidio fiscale.

Il piano tedesco ha tra gli obiettivi quello di aumentare la tassazione sul gasolio, che verrebbe portata a quanto la abbiamo noi oggi o a qualche centesimo in meno. Che l’accisa sia stata fatta per altri motivi (come il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri o il decreto salva Italia o il terremoto dell’Irpinia o la guerra in Abissinia) è irrilevante: si è tassato l’uso dell’energia. Infatti l’Italia è tra i paesi più efficienti nell’uso dell’energia perché in Italia l’energia costa più che altrove. Quando aumenta il prezzo del bene il consumo si riduce, le persone sono razionali.

 

Promuovere l’elettrificazione dei consumi e in particolare la mobilità elettrica?  Contraddice la richiesta di aumento dell’Iva sull’energia elettrica consumata dalle famiglie e dalle imprese. Vuoi che le persone, le famiglie, le imprese aumentino l’uso di elettricità per trasporti e gas, però gli aumenti l’Iva. Siamo sicuri peraltro che l’Iva al 10% sull’energia elettrica sia un sussidio dannoso per l’ambiente?

 

Tra i sussidi ci sono delle agevolazioni per categorie specifiche. Agli autotrasportatori spettano dei rimborsi ex post sui consumi di gasolio. Loro e gli agricoltori usufruiscono di sussidi fiscali per due miliardi. Si possono eliminare le agevolazioni, però bisogna fare in modo che non si scateni la rivoluzione, gli yogurt arrivino nei supermercati e il governo non faccia marcia indietro.

Dobbiamo tenere conto del fatto che gli autotrasportatori e gli agricoltori hanno fatto degli investimenti su camion e trattori e che tali investimenti sono stati dettati anche da considerazioni sulle agevolazioni fiscali. Ora sono inefficienti perché operano in contesti che favorivano l’inefficienza. Allora magari dagli la rottamazione. Un voltafaccia che metta fuori mercato tante piccole imprese solo perché tali è un male, ma fai in modo che solo gli inefficienti (per colpa loro) finiscano fuori. Anziché agevolare tutti, si può riconoscere un po’ di agevolazione per chi ha degli autocarri molto vecchi per non rompere le scatole a chi ha cambiato l’autocarro l’anno scorso in forza anche di investimenti forse sbagliati ma legati a agevolazioni legali.

 

Se abbandono gli autocarri euro zero e passo agli euro cinque, i consumi energetici diminuiscono e compensano la minore agevolazione. Che  non serva a far cassa ma a facilitare la transizione. Trasformare alcuni fattori produttivi sarebbe una politica ambientale e non una politica per fare cassa.  “Ccambiare autocarri” anziché “avere soldi per spenderli da altre parti”.

 

Ci sono poi i sussidi alle imprese energivore. Abbatterli tanto potrebbe avere un effetto dannoso per l’ambiente se le imprese vanno da altre parti dove possono inquinare di più. Le emissioni sono globali. Tali sussidi non sono una posta fiscale (non sono risorse disponibili in più) perché passano dalla bolletta energetica. Le  imprese che hanno l’energia tra i costi principali sono esposte alla concorrenza internazionale e potrebbero decidere di delocalizzare in paesi che hanno sgravi come i nostri attuali o in paesi nei quali i costi ambientali sono più bassi. Un trasferimento in Germania sarebbe più o meno neutrale anche se il sistema tedesco è più inquinante del nostro. Se la delocalizzazione fosse verso paesi che se ne fregano dell’ambiente, le emissioni aumenterebbero. Un’azienda che produce acciaio in Cina inquina di più che in Italia. Avremmo meno lavoro, meno gettito, più inquinamento.

 

In Germania una riunione di 20 ore tra la grande coalizione ha partorito il piano Merkel. Si tratta di un piano di 50 miliardi fino al 2023 e di 100 miliardi fino al 2030. Il piano è elaborato con serietà. Non è stato costruito per fare cassa. Oltre al debito ambientale ci si pone il problema di non lasciare troppi debiti monetari. Quindi deve essere mantenuto il vincolo del bilancio in pareggio. Si tassano inquinanti, si trasferiscono i sussidi a cose virtuose, ma mantenendo il pareggio di bilancio.

 

Oggi l’Italia è più virtuosa sull’ambiente della Germania per mille ragioni. Il sistema energetico è meno inquinante. L’Italia è meno virtuosa nelle finanze pubbliche.

I politici italiani ignorano cosa tassiamo più dei tedeschi e che dove loro vogliono spendere noi già spendiamo tanto (anche se forse potremmo forse spendere di più e meglio). Inoltre noi vogliamo scassare ancora di più i conti pubblici.

In Germania viene analizzato cosa tassare, dove spendere, dove reinvestire e come mantenere il pareggio di bilancio.  Qua si tassano le merendine o gli aerei per aumentare lo stipendio agli insegnanti.

Si ridipingono di verde politiche di spesa corrente. Che potremmo anche fare ma con la fiscalità generale anziché con tasse specifiche incoerenti.

In Germania si aumenta l’iva sui voli per detassare i viaggi in treno e investire nelle ferrovie. Qui anziché investire in ferrovie si forza fs a investire su alitalia, che inquina l’ambiente  ci si impedisce di investire in nuovi treni e nuove ferrovie.

I voli poi sono già pagati 3 o 5 euro per pagare la cassa integrazione dei dipendenti alitalia e non farli lavorare.

Se l’obiettivo è abbassare le emissioni, la TAV può essere un pezzo della strategia. Se si ritiene che la tassazione sia eccessiva e ci sia disparità di trattamento tra benzina e diesel potrebbe essere corretto abbassare le accise sulla benzina. In realtà l’ambiente è unas scusa. I governi cercano singole categorie di cattivi da punire e cercano ogni scusa per fare deficit e distribuire spesa agli amici.

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