there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Un simpatico viaggio in camper da Firenze a Copenaghen

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DICEMBRE 2009: IN CAMPER A COPENAGHEN CON GREENPEACE FIRENZE racconto ironico, per punti, del viaggio, inviato alla mailing list del gruppo dopo il ritorno a Firenze.

SACCHI A PELO: pare ne sia stato avvistato uno in lacrime sul ciglio dell’autostrada. Ad un certo punto, perse le speranze, si è messo a girovagare finché ha incontrato un orso a cui si era sciolta la casa e hanno fatto l’autostop in direzione Tunisi. Non sa che la sua proprietaria, Sara, ha acconsentito senza nessun segno di nostalgia (bensì, al limite, con segni corposi di incazzatura per la spesa imprevista da affrontare) a farselo sostituire da un altro di proprietà della premiata coppia Silvia & Sandro (S & S). In generale, nel nostro camper, i sacchi a pelo ce li siamo anche reciprocamente scambiati: tanto il livello batterico di tutti era salito a livelli simili a quelli che si trovavano nei bassifondi narrati nei romanzi di Dickens.

DIMOSTRAZIONI. In Danimarca è un diritto costituzionale fare manifestazioni di protesta. Non mi sono subito reso conto che in realtà lo sarebbe anche in Italia: articoli dal 16 al 21 della Costituzione.
Non si può però, in Danimarca, manifestare a volto coperto: deve essere per questo che la sera in giro per Copenaghen Luca è stato radiografato da uno sguardo inquietante di un poliziotto che veniva, insieme ad altri, nel senso contrario al nostro. Il prode aveva infatti una copertura della faccia tipo subcomandante Marcos. Visti i compagni di viaggio il poliziotto deve aver pensato che non eravamo tipi che avrebbero potuto fare violenza a qualcosa di diverso da piatti di cibo rigorosamente vegetariano.
Inoltre è previsto che chi soggiorna in Danimarca, senza esserne cittadino, debba avere una quantità sufficiente di denaro per farlo. La cosa vale anche nel resto del mondo, ma sembra quasi una dichiarazione di non accettazione degli sconfitti. I “loro” sconfitti sono adeguatamente sostenuti dal loro modello di welfare state, però.

POSTI DI COMBATTIMENTO, ovvero dove dovevamo dormire (1). Immaginatevi un camper. Provate ad entrare. Fermi. Avete dimenticato la chiave. Tornate a prenderla. Inveite contro Zeus perché fa freddo, inizia a piovere, non avete l’impermeabile e il vostro peggior nemico ha appena fatto sei al superenalotto: lo sapete perché ha messo una gigantografia di una pernacchia (stile copertina di un disco dei Rolling Stones) davanti alla porta di casa vostra con la combinazione vincente. Vi mettete la mano in tasca. Trovate la chiave. Scoprite che la serratura della porta è stata forzata. Cercate un ferramenta. E’ domenica. I negozi sono chiusi e se provate a telefonare a qualcuno, questi potrebbe creare all’istante e gettarvi addosso il manuale dei 100 migliori modi per mandarvi a cacare, passando ad insultarvi in un centinaio di lingue esistenti e riportando in vita una decina di lingue morte per non parlare di quelle che potrebbe creare direttamente lui. Poi vi ricordate che siete voi il ferramenta. Cercate la cantina dove tenete gli attrezzi. Vedete una finestra aperta. Pensate che sia una fortuna. Abitate al quinto piano. Vedete una scala messa appositamente per arrivare al vostro piano. La salite. I pioli reggono tutti. Entrate. Vi accorgete che vi hanno svaligiato tutto l’appartamento, ma la chiave del camper ve l’hanno lasciata sul comodino. Trovate dei foglietti con delle scritte che dovrebbero rimandare a dove hanno nascosto parte delle vostre cose. Pensate che non è il momento della caccia al tesoro e uscite per tornare al camper….STOP. Se vado avanti e mi lascio trascinare dall’immaginazione non mi fermo più. Diciamo che questa storia potrà svilupparsi per conto suo o finire in un angolo dimenticata dal suo creatore perché si perde lungo strade non sue (lui. La storia è sempre lì). Torniamo al resoconto.

POSTI DI COMBATTIMENTO, ovvero dove dovevamo dormire (2). Siete entrati nel camper. Bravi. Ammesso che riusciate a chiudere la porta, vi troverete di fronte…una porta, visto che non vi siete girati. Una volta che vi sarete girati scoprirete i due loculi polari: in quello superiore ha passato la prima notte Sara e in quello inferiore Marcello. Poi ci sono stati molti spostamenti di persone tra un letto e l’altro, di cui non ha importanza tenere conto. Andando lungo un cunicolo inadatto ai claustrofobici cui è stato dato il nome di corridoio, una volta superata la cucina, potreste vedere sui lati due letti. Quello alla vostra destra sarebbe occupato da Gianluca e Marcello. Non che il secondo avesse il dono dell’ubiquità. E’ solo che avreste fatto anche un salto spazio temporale, battendo sicuramente una testata nel soffitto del loculo tropicale (vedi oltre per la spiegazione) e sareste passati da mercoledì a venerdì notte. Grazie alla pronta opera di Sandro e Luca e all’atto di presenza del sottoscritto che si chiedeva come mai non abbia il minimo ingegno meccanico manuale vi sareste risparmiati la costruzione dell’oggetto.
E’ andata così (la costruzione dell’oggetto). All’inizio era il Verbo (il complemento oggetto è venuto molto dopo: scusate ma non si può non citare Giobbe Covatta). Preferite sapere che all’inizio c’è stata una grande esplosione, chiamata big bang? Siete solo dei relativisti laicisti scientisti ed altri isti a piacere.
Ritenete che sia partito da troppo lontano e che tra poco rischi di perdere il filo? Va bene. Quella specie di tetris che vedreste e che abbiamo deciso per convenzione di chiamare letto a due piazze è derivata dalla decomposizione del tavolo e del divano che nel resto del periodo sono serviti per mangiare, sedersi o svolgere altre attività indispensabili di cui parlerò in seguito.
Alla sinistra del corridoio trovereste un altro letto che è stato occupato principalmente da Sara e che è stato formato nello stesso modo.
Bene. Ora davanti a voi potreste continuare a camminare e cadreste sbattendo la testa sul cambio: sareste finiti nella sala di pilotaggio del camper. Un luogo dannato per chi vede male di notte e per chi pensa che ovunque esistano specchietti retrovisori in alto, freni a mano a destra e retromarce da non inserire attraverso l’uso di una strana leva circolare.
Se invece che camminare, visto che non ve l’aveva detto nessuno, aveste semplicemente guardato in alto quando eravate in mezzo al corridoio, avreste visto il mitico Loculo Tropicale. Date le dimensioni del mezzo non vi sorprenderà sapere che c’era una profonda escursione termica tra i loculi polari di cui sopra e il loculo tropicale. Era un luogo veramente enigmatico, popolato di elfi e gnomi invisibili che di giorno tenevano a bada valigie, borse, pigiami, maglioni peruviani che erano spariti misteriosamente, bandiere della pace, svariati sacchi a pelo, scalette per accedervi, e di notte si limitavano ad accompagnare il sonno di chi ivi cercava il dovuto riposo. In generale ci siamo appollaiati là sopra io e Luca, ma sono stati presenti anche Marcello e Sara. Il loculo è stato il regno delle testate di Riccardo, che tendeva anche a ritrovarsi spiaccicato in fondo tra soffitto e parete anteriore. Ogni movimento produceva una testata: c’era da battere il record mondiale ed era un’occasione da non perdere.
Non possiamo dimenticare che la notte tra domenica e lunedì il letto a destra del corridoio ha visto la presenza di Luigi, talmente soddisfatto del tepore che sentiva nel nostro camper da essercisi buttato con la gioia di un bambino a Natale, portando con sé anche un libro di David Sedaris, il che è sempre una bella cosa.
Perché era soddisfatto del tepore? Perché nell’altro camper avevano finito il gas e faceva freddo.
A conclusione di questo pezzo possiamo riportare approssimativamente le parole di Sara: “Di sopra fa caldissimo, ma si può stare in tre: it is very hot but also very puzzolente. Di sotto is less hot, but also less puzzolente”.

IL REGNO DI LUIGI E MARCELLO (la cucina): funzionava così. Si mettevano all’opera Luigi e Marcello. Prima c’erano degli ingredienti. Dopo c’era una pietanza. Il tempo necessario per passare dal prima al dopo era minore di quanto mi ci sia voluto per scrivere queste righe. Il risultato è sempre stato eccellente, almeno per quel che poteva essere, quindi soprattutto il primo giorno. Se non ci credete potete chiedere a Sara o alla quantità di pasta che ha ingerito per il primo pranzo.
Nei giorni successivi è accaduto che mancasse il sale, oppure l’olio, oppure che si fosse più cotti noi di qualsiasi pietanza servitaci alla warehouse, peraltro buonissima, come la fantastica zuppa di barbabietole con patate lesse della cena post marcia. Detto che alla warehouse si mangiava molto bene e che ci siamo ritrovati con vagonate di frutta prelevata là il giorno della marcia, ma non mangiata durante la stessa, possiamo chiudere sbrigativamente questo pezzo.
Per correttezza c’è da dire che hanno adempiuto ottimamente al ruolo di cuochi anche Sandro, Silvia e Sara. Riccardo si è limitato alla funzione di asciugatutto e ad alcune operazioni di pulitura di verdure.

DYLAN DOG: fumetto imperdibile per chiunque, anche per chi fosse cresciuto con letture tipo “Collezione Harmony” (in quel caso avrebbe una funzione di cura). La prima e l’ultima notte, quindi l’inizio e la fine del viaggio nel nostro camper, sono stati segnati anche dalla mia lettura ad alta voce di passi di due racconti. Ambedue le volte sono riuscito nell’intento di far addormentare i pargoli.
ATTIVITA’ INDISPENSABILI (vedi sopra. Ovvero giochini). Giochi nati per passare il tempo (io tempai, tu tempasti…) e che hanno prodotto in parte episodi di sfiga. Avevamo delle carte, usate da Sandro e Sara per giocare a scala 40 e da me e Sara per giocare a briscola. Avevamo un blocco di Sudoku, usato, mi sembra, da Silvia. Avevamo il giochino delle lettere, creato dalla Silvia’s game production: trattavasi di una specie di “saltinmente” che ha avuto la diabolica capacità di farci sbagliare strada due volte. Perché la colpa è stata chiaramente del giochino.

DURATA DEI VIAGGI. In qualunque avventura non possono mancare gli imprevisti. Per noi si sono materializzati durante il viaggio di andata, durato ben ventotto ore. Va bene che si diceva che le diciassette previste da Google Maps sembravano poche, però siamo arrivati a ben undici in più. Ad un certo punto dal nostro camper abbiamo notato che le strade non erano più larghe e diritte, ma strette e tortuose. Stava anche nevischiando, tanto per non farci mancare niente. Avevamo sbagliato , seguendo il navigatore ed uscendo dall’autostrada. Così, consci dell’errore precedente, quando il navigatore stesso ci ha successivamente suggerito di deviare all’altezza di Ulm, non gli abbiamo dato retta, ma stavolta aveva ragione lui e siamo stati costretti, dopo aver bestemmiato in sanscrito, a tornare indietro e prendere la strada giusta.

QUARANTADUE. Premesso che stamani una collega mi ha chiesto se mi fossi fatto una canna, data la mia attuale visione idilliaca dell’esistenza, ci sono dei fatti che in sé non dicono niente, ma possono far capire certe situazioni che si sono verificate.
Uno a caso, per esempio, può essere a letto, sentire che il camper si ferma, scendere insieme ad Marcello mettendosi il giacchetto sul pigiama, andare in autogrill, rientrare e vivere in una fase semi onirica prima di tornare a letto. Oppure lo stesso può aver guidato ed essere uscito dalla sala piloti come se avesse appena avuto la rivelazione del terzo segreto di Fatima (stanchezza, occhiaie fino ai polpacci, verdure da prendere per cena, chiacchierata con Luca su maratone e alimentazione, mezza pera passata da Silvia). Lo stesso individuo a caso può sentire Sandro dirgli qualcosa del tipo: “La risposta è no”, forse in merito ad una qualche domanda assurda, e può rispondergli come nella guida galattica per gli autostoppisti: “La risposta è quarantadue”. Così ora chi non l’ha letto si perde anche un bel po’ di sorpresa, casomai volesse leggerlo. Il libro merita lo stesso, comunque. In queste situazioni l’individuo a caso era più simile ad un fantasma che ad un essere umano. A proposito di giacchetto si narra del problema del cappuccio largo durante la marcia che impediva la visione laterale.

LA LEGGE. In camper ci si levano le scarpe prima di salire.

IL CONTROLLORE DEL RISPETTO DELLA LEGGE: Silvia (“togliersele è una forma di rispetto per il gruppo”).

L’ANARCHICO CONTRA LEGEM: Luca (“Anche tenersele è una forma di rispetto per il gruppo”).

CELLULARE DI SARA BATTE IPHONE 2-1. Dice Luigi:”Nell’iphone la sveglia non funziona quando è spento, vero?”. Rispondo: “Sì”. Sara si eleva sugli altari e stringe in pugno il suo cellulare: “Il mio lo fa, altro che iphone!”.

WAREHOUSE. Qualcuno, mi sembra Luca, era curioso di sapere perché si dicesse ware+house. Il significato di grande magazzino è chiaro. House è casa e lo sanno tutti. Dando un’occhiata all’OED vedo che ware da solo ha il significato di commodities (merci, materie prime), oltre a vedere che la r non viene pronunciata. Dato che mi piacciono queste cose vi dico anche l’etimo (potete saltare, se volete). Ware deriva dall’inglese antico waru (“commodities”), di origine germanica, forse la stessa parola dello scozzese ware (“cautiosness”, cioè prudenza), nel senso di oggetto da tenere in cura, collegato ad un altro significato attuale di ware, cioè aware (essere cosciente di…o simili). House deriva da Hus, di orgine germanica. Finita la parentesi linguistica.
Altre cose da citare: la ragazza di Amburgo della cucina, il rimprovero per non essere andati in treno, Rebecca, il coordinatore, i briefing, le regole in caso di guai durante le manifestazioni (dire che stiamo dimostrando, che parliamo a titolo personale e che Greenpeace è un’organizzazione pacifica), alcuni risultati ottenuti (la posizione modificata da parte della Polonia).
IL CONGELAMENTO PREVENTIVO. Silvia, Luca, Sandro, Gianluca e forse altri hanno preso le bici. Dati i segni di congelamento, tale soluzione non è più stata presa in considerazione per tutto il periodo.
MESULIDE: medicinale che può probabilmente fare piazza pulita del fegato e sorridere alla visione di un acido dello stomaco, ma mi ha salvato dal mal di denti il giorno della manifestazione.
LA GITA TURISTICA

E’ venerdì, mi sembra. Giriamo Copenaghen in camper con Silvia che ci fa da guida turistica. Vediamo la Sirenetta, Tivoli, i monumenti, le case con le tipiche architetture e i colori.

Mi viene in mente una similitudine con Amsterdam, a parte le case più larghe e dritte.

Tutta la città è centrata sulla conferenza per il clima: si vedono anche manifesti attaccati ai palazzi.

La città è tranquilla e fa buio alle 15,30 (“che ore saranno: le sette?”. “No. Le tre e mezzo.”).

Se vedete uno che insegue una ragazza che si allena correndo nei pressi della Sirenetta sono io: il fatto di avere un due metri in meno di statura è irrilevante.

Siamo passati da future city (www.sustainablecities.com), dalla visione estatica dell’Arctic Sunrise, da una bellissima mostra del WWF sponsorizzata (bello l’orso polare di ghiaccio che si scioglieva e ne restava lo scheletro. Le sponsorizzazioni per me stonavano, ma si tratta di una strategia diversa. In uno schermo ho letto “drink less Coca Cola” e tra gli sponsor c’era la Coca Cola).

Siamo saliti sul Beluga: esperienza entusiasmante. Sara ci parla del capitano di nave come suo uomo ideale. Non di una nave qualsiasi che porta “roba di merda”, ma il capitano delle navi di GP!

Vediamo le foto sui posti che rischiano l’estinzione, raccolti anche nel sito www.100places.com.
PALE EOLICHE. Strutture generalmente avversate perché disturberebbero il panorama. Ne abbiamo viste molte in Danimarca e in Germania e a me sono piaciute. Potrei anche sposarmene una.

AUTOGRILL TEDESCHI. Luoghi dove puoi incontrare un tedesco che è sempre rimasto chiuso lì dentro dai tempi del nazismo che ti impone di mettere i cinquanta centesimi che servono per andare in bagno e fare anche alla svelta se no ti becchi una mitragliata.
Di solito al suo posto ci sono solo le macchinette, che ti restituiscono un buono, il quale può servire per comprare generi alimentari tipo una pasta (dolce) che può diventare parte dell’arredamento dello stomaco per più di tre giorni o per bere degli strani caffè usciti da macchinette ancora più strane. Succede che proprio nel momento in cui andavamo al bagno di un autogrill, stessero aumentando il prezzo dell’ingresso alla toilette. Il buono, però, aveva lo stesso valore di prima. Per i prezzi delle bevande non risultano uniformità di criterio di determinazione dei prezzi.

SIRENETTA. Statua piuttosto insignificante, la cui maggiore utilità è consistita nel farci da sfondo per le foto mascherati da politici. Data la poca luce causata da uno strano fenomeno chiamato notte (in un freddo pungente, peraltro), abbiamo dovuto passare attraverso i sassi che conducevano dalla terraferma ai grandi massi che la reggevano. Questo ha comportato inevitabili bagni delle scarpe e dei piedi. L’attività è stata apprezzata dai pochi turisti che sono convenuti in loco.
QUELLI CHE HAN RISCHIATO DI RESTARE IN GERMANIA. Dopo le traversie del viaggio di andata, allungato anche per aver fatto un percorso solo via terra ed aver attraversato un ponte il cui passaggio ha richiesto il pagamento di un obolo inferiore per quelli del “camper col fiocco rosa”, cioè l’altro, è stato deciso di prendere il traghetto nel viaggio di ritorno in modo da passare dalle traversie alle traversate. Invece che starsene beatamente a letto, due individui dal nome di Luca e Riccardo sono scesi per andare in bagno e, malgrado gli fosse stato detto che i bagni erano davanti al camper parcheggiato dentro il traghetto, non hanno ritenuto sufficientemente apprezzabili le loro condizioni (“Saranno apprezzabili le vostre!”, gli hanno urlato dietro le suddette toilette). Perciò sono saliti in ascensore, hanno (ok, ho) chiesto ad una cameriera il tempo mancante all’arrivo in Germania (45 minuti, rispose la sventurata, cioè il tempo totale di percorrenza della tratta),hanno trovato dei bagni più chic e individuato delle sanissime brioches tedesche. Si sono quindi accinti a prenderle, per fare colazione e poi salire al sesto piano panoramico e… sono rimasti in Germania per dedicarsi allo spaccio della droga: nessuno ne conoscerà l’esistenza, perché si limiteranno a consumare tale prodotto, senza venderlo. Ok. Non è andata proprio così, ma ci è mancato poco.

In realtà un poliziotto li ha visti, ha detto loro che erano già in Germania e li ha invitati a correre, oltre a dire che non importava pagare la brioche. Loro due sono quindi scesi con l’ascensore e si sono trovati di fronte il giochino “trova la differenza con l’immagine precedente” per scoprire che l’unica cosa che mancava era quella che non doveva mancare: il camper. Riccardo ha però visto un uomo in divisa e lo ha rincorso. L’uomo ha detto a Riccardo di correre in alto a destra e l’inseguimento del camper si è concluso positivamente con salita a bordo di Riccardo e Luca.

DOMENICA 13 DICEMBRE

Ricordi principali di questa domenica, non già accennati:
la disco camper con me alla guida e Sara come co-pilota: anche il camper voleva ballare per le autostrade tedesche mentre la mia co-pilota si scatenava in frenetici balli al ritmo della musica che usciva dal lettore cd. [In prima battuta avevo scritto che i balli li faceva in piedi sul seggiolino sventolando come un lazo una fascia di capelli di Luca a cui prima lei aveva fatto lo scalpo. Poi ho deciso di evitare. Poi però mi sono messo a ridere al pensiero e allora la metto fra parentesi, così per rassicurare che chiunque tema di essere folle mi possa prendere come termine di paragone].
Le chiacchierate durante i turni di guida. Io passavo come al solito dal silenzio alla logorrea, essendomi ignoto il concetto di equilibrio (e mi va benissimo così). Nei momenti di loquacità, in particolare con Luca, Marcello e Sara, ricordo di aver parlato, tra l’altro, di:
seconda mutazione consonantica delle lingue germaniche;
eco trail, maratone ed altre cose attinenti alla corsa;
musica. Qui bisogna intanto dire che per uno abituato ad ascoltare in ufficio le radio commerciali, sono stati giorni di riscoperta della musica che abbia qualcosa in più da comunicare. ;
campanilismo tra paesi toscani. Sono stati citati luoghi e feste popolari tradizionali dei seguenti paesi: Porto Santo Sandro (un mix linguistico tra romano e toscano e gente grezza), Sassofortino, Rocca Federighi, Civitella Marittima, Paganico (e il palio dei ciuchi), Massa Marittima, Stia (caput mundi), Pratovecchio (il paese più inutile d’Europa), Bibbiena. Non potevo non citare il libro Toscanissimi di Giorgio Batini, che è bellissimo;
Greenpeace e le altre associazioni;
lo stage in Francia di Sara e le sue azioni. ;
l’Allianz Arena, che è uno stadio meraviglioso anche visto dall’autostrada;
varie ed eventuali, più o meno personali.
il passaggio dal telepass austriaco senza avere l’apposito strumento e quindi il rischio di multe austriache

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