there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Politicanti al guerrilla gardening.

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Sul marciapiede in Via Aretina, a Firenze, di fronte al circolo Arci di Varlungo, c’è una fila di alberi piantati su degli appezzamenti quadrati di terra.

Che bello! Qualcuno ci ha piantato dei fiori.

Andiamo a fotografarli.

Hanno anche messo due cartelli brutti attorno agli alberi. In uno c’è scritto “Salviamo i beni comuni,” un’espressione piuttosto abusata e quindi insignificante. Nell’altro: “Guerrilla Gardening.” Yeah! Quello sì che mi interessa.

Ehi! E’ arrivata anche Gabriella, in bici.

Facciamo delle foto.

Si presentano due uomini e una donna. Diteci qualcosa su questo guerrilla gardening. Se fate degli incontri, delle riunioni, delle attività. “Eh, sì, adesso qui ci mettiamo una recinzione, anche per evitare che la gente ci faccia defecare i cani” (ma non è naturale? E perché mettere recinti alle cose belle? Non è sufficiente il ben più potente messaggio portato dai fiori?)

“Sì, ma le attività?” “Sì, abbiamo pensato a qualcosa anche per le Case Minime, qua vicino, che una volta erano un quartiere pieno di difficoltà e stanno riemergendo. Comunque cercateci su Facebook.” (Be’, sì. Peccato che il gruppo sia praticamente morto, altro che attività)

“Comunque per la prossima campagna elettorale noi siamo di Tsipras, eh, e in ogni caso di SEL. Lui è un altro di noi. Prendete il volantino. Sì, io mi occupo di lavoro, non di ambiente, e mi occupo di lavoro perché sono disoccupato.”

“Sì, ma noi volevamo sapere del guerrilla gardening perché ci interessava come attività.”

“Certo. Anche l’aeroporto da quando è privatizzato…Comunque domani mettiamo i recinti a proteggere questi fiori che abbiamo piantato, perché se no la gente ci fa pisciare il cane.”

Secondo voi sono mai apparse queste fantomatiche recinzioni? E quelle persone volevano fare campagna elettorale o guerrilla gardening?

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