L’Arsenal, tra il 1925 e il 1935, vinse il suo primo trofeo e diventò una tra le principali squadre britanniche. Il motivo per cui merita un posto d’onore nella storia del calcio, però, è legato a un suo allenatore: Herbert Chapman, l’inventore del wm, il sistema di gioco che avrebbe dominato il football inglese fino agli anni ’50.
Dopo avere giocato in varie squadre senza grandi risultati, compreso il Tottenham, si mise in evidenza come allenatore al Northampton e iniziò a mettere in pratica quello a cui stava pensando da tempo: imitare il calcio scozzese, dare un senso più collettivo e organizzato a un gioco che finora era limitato a una gara tra dribblomani. In questo modo Chapman era riuscito a dare un’etica al team e portò il Northampton a ottenere piazzamenti di prestigio nelle serie inferiori. Da lì passò al Leeds.
In quegli anni Chapman aveva compreso l’importanza di poter acquistare dei talenti e capì che un club era qualcosa di più che una squadra che gioca il sabato pomeriggio.
Chapman diventò manager all’Huddersfield Town e iniziò a fare spendere denaro per acquistare giocatori e concedere loro premi in caso di prestazioni top. La prima stella fu Stephenson, acquistato dall’Aston Villa.
Chapman fece risistemare il campo in modo da rendere agevole il gioco basato su passaggi, dribbling veloci, rispetto dei ruoli e contrattacchi rapidi. Anche le riserve dovevano essere in grado di eseguire la tattica prevista, in modo da avere la possibilità di cambiare i giocatori in campo senza conseguenze negative.
In fase difensiva i giocatori avevano delle posizioni ben precise da mantenere.
L’huddersfield Town divenne la migliore squadra inglese e anche la più “progressive.” Chapman decise di incentivare i tifosi a sostenere la squadra anche attraverso la fornitura di comunicati, di notizie del giorno, di musica durante le partite. Del resto la fonte unica di ricavi era data dagli incassi e dalle donazioni dei tifosi. Anche i giornalisti erano tenuti in considerazione e Chapman ottenne il sostegno della stampa locale per creare una comunità tra squadra e città.
I risultati: tre titoli di First Division conquistati tra il 1923 e il 1925 e una FA cup nel 1922. Inoltre il Town aveva un numeroso pubblico costantemente presente alle partite.
A questo punto arrivò l’offerta dell’Arsenal, che garantiva un salario più alto e notevoli opportunita professionali.
All’Arsenal, che finora aveva cambiato vari nomi, il colore della maglia e il campo di gioco (da Woolwich, a sud di Londra, a Highbury, a nord,) Chapman fu chiamato dal proprietario, sir Norris. Questi era un amante del calcio e voleva rendere il club qualcosa di più di una semplice squadra di calcio. Chapman gli chiese l’acquisto di un calciatore che avrebbe potuto aiutarlo a mettere in atto i suoi schemi: si trattò di Buchan, acquistato dal Sunderland e a cui fu garantito uno stipend di duemila sterline più altre cento sterline a gol segnato. Un acquisto particolarmente oneroso, ma che testimoniò l’interesse della Società per i metodi di Chapman. Buchan, in effetti, era molto d’aiuto all’allenatore, era il suo aiutante in campo e prese subito la fascia di capitano. In quegli anni, peraltro, era cambiata la regola del fuorigioco. Il numero di giocatori che dovevano trovarsi tra chi passa il pallone e chi lo riceve, portiere compreso, diventarono due da tre. Questo perché il gioco era diventato noioso e il gioco d’attacco rallentato. Nel 2-3-5 c’era un giocatore di troppo sulla linea dei tre, adesso, e quindi Chapman, su indicazione di Buchan, arretrò il calciatore che stava in posizione centrale, creando lo stopper.
Nacque così il wm, o, in numeri 3-2-2-3. Tre difensori, due centrocampisti a protezione della difesa e da cui far ripartire i contrattacchi, due centrocampisti d’attacco destinati ai passaggi alle tre punte. Questo sistema avrebbe rivoluzionato il calcio e portato l’Arsenal ai vertici del football inglese.
Leggiamo su: http://www.storiedicalcio.altervista.org/herbert_chapman.html
Con la modifica della regola del fuorigioco bisognava coprire di più la difesa per impedire che gli attaccanti avversari imperversassero. Nacque così il Sistema. Chapman non venne subito apprezzato, fu definito difensivista anche per via di alcune dichiarazioni come: «Ogni squadra che entra sul terreno di gioco ha un punto garantito. Se non concedo alcuna rete, mi rimane almeno questo punto. Se poi riesco anche a segnare un gol ne ottengo due». Non rifiutò mai di ammettere la necessità di una forte difesa al di sopra di qualsiasi altra cosa, come scrisse nel 1933: «I miei giocatori e io siamo qui per vincere. E’ chiaro che la squadra che segna più reti vince la partita, ma per fare ciò tu hai bisogno che la difesa sia preparata e sveglia. Tutto ciò è elementare, ma è il fondamento base del calcio». Come dire: l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite. Il nuovo schema di gioco si basava sul contropiede. «Puoi anche attaccare per tutta la partita e non è detto che vincerai. Secondo me le occasioni migliori nascono quando ti stai difendendo dagli attacchi avversari e puoi ripartire all’improvviso e velocemente, sorprendendo la difesa altrui impreparata».
Il suo modulo si può riassumere nel tentativo di trasformare la partita in una serie di duelli individuali. In quel caso, chi disponeva dei giocatori migliori avrebbe vinto, matematica tecnica alla mano. Ecco perché il suo modulo fece la fortuna di squadre con un gran numero di talenti, come il Grande Torino.
I risultati: l’Arsenal vinse la FA cup nel 1930 e il titolo della First Division nel 1931, 1933, 1934, 1935. Arrivò secondo nel 1932. Nel ’31 stravinse addirittura: fece 66 punti in 42 partite, realizzando 127 gol.
La finale del 26 aprile 1930 fu vinta dall’Arsenal a Wembley, di fronte a più di 92000 spettatori, contro la vecchia squadra di Chapman, l’Huddersfield Town, che aveva mantenuto alcune caratteristiche del vecchio gioco, ma non aveva implementato le novità. La vittoria arrise ai Reds per due a zero e Chapman poté rispettare la promessa che aveva fatto il giorno del trasferimento: che entro cinque anni avrebbe portato il club di Londra alla vittoria di un titolo importante.
Per riuscire a realizzare questa serie di trionfi non bastavano però un allenatore, un sistema e un gioco, ma ci volevano buoni calciatori. Vediamoli.
Cliff Bastin, attaccante, uno dei più grandi di tutta la storia dell’Arsenal. Segnò 178 gol col club, un record battuto solo da Ian Wright nel 1997.
Alex James, centrocampista avanzato, dotato di precisione nei passaggi e velocità di pensiero: era lui il regista che forniva agli attaccanti palloni da buttare in rete, quand’anche non fosse lui stesso nella linea di attacco.
Ted Drake, attaccante. Nel ’34 segnò ben 42 reti.
David Jack. La sua storia è legata al modo in cui avvenne la firma del contratto di acquisto dal Bolton Wanderers per quasi 11000 sterline, una cifra ritenuta folle all’epoca, ma comunque più bassa di duemila sterline rispetto al prezzo desiderato dal Bolton. Per riuscire a spuntare un prezzo più basso, Chapman istruì il cameriere dell’albergo che avrebbe dovuto servirli. In pratica lui e il suo assistente avrebbero ordinato gin tonic o whisky e ginger, ma non avrebbe dovuto esserci in realtà alcool. Qualunque cosa avessero ordinato quelli del Bolton, invece, andava servita doppia.
Comunque, come visto, Chapman non badava a spese per acquistare i giocatori che secondo lui condividevano la sua visione del gioco.
https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=45lLlx7rpmw
Non si limitò a trattare coi giocatori e creare un sistema di gioco. Chapman convinse le autorità a far cambiare il nome della fermata della metro vicina allo stadio di Highbury in Arsenal (da North London Gillespie Road) poiché nessuno sapeva dove fosse Gillespie Road mentre tutti andavano ad Arsenal. Inoltre fece risistemare il terreno di gioco, fece installare l’orologio che si trova(va) nella gradinata sud, propose, inascoltato per il momento, di mettere i riflettori per consentire lo svolgimento delle partite in notturna, ideò il tabellone segnapunti nel modo che poi si sarebbe imposto nel mondo, ideò i primi tornelli, suggerì di segnare sul terreno di gioco il semicerchio che indica dove i calciatori devono posizionarsi in attesa che venga battuto un penalty, ideò la numerazione delle maglie (riuscì a farle indossare alla squadra delle riserve in una partita contro lo Sheffield nel 1928 mentre la FA proibì che i titolari indossassero maglie numerate, vedi articolo citato sotto.) Inoltre portò personaggi famosi alle partite, incrementando così la popolarità del club. Cambiò perfino il colore delle maglie, da rosso scuro a rosso pià chiaro, e quello dei calzini: rossi con strisce bianche, perché secondo lui il contrasto maggiore rendeva più semplice vedere dove fossero i compagni per accelerare e rendere più precisi i passaggi. Dopo la morte di Sir Norris nel 1929 lui era ormai il manager unico del team e poteva mettere in pratica qualsiasi sua intuizione.
Nel 1933 una rappresentativa nazionale inglese fece un giro per farsi conoscere in Europa e Chapman ottenne il posto, che non era permanente, ma dipendeva da chi fosse disponibile in base al luogo e al tempo. Chapman portò con sé una squadra la cui ossatura era quella dell’Arsenal, anche se la scelta dei giocatori era della federazione. Vinse in Svizzera per 4 a 0, ma pareggiò contro un’Italia che poi sarebbe diventata campione del mondo l’anno successivo, la prima di tante sfide epiche tra le due nazionali. (Ricordiamo che l’Inghilterra non partecipava alle competizioni internazionali e ricordiamo anche che l’anno successivo si sarebbe disputata la battaglia di Highbury.)
Chapman, in effetti, studiò molto il calcio europeo.
La sua morte è stata tragica e perfino banale, vista con occhi moderni. Dopo una partita a Bury prese il raffreddore, il medico gli disse di riposare, ma lui volle guidare una partita delle riserve dell’Arsenal anche se aveva la febbre. Fu ucciso dalla conseguente polmonite mentre la sua squadra giocava a Sheffield. L’Arsenal avrebbe poi comunque vinto i titoli del ’34 e del ’35, continuando a giocare col wm, sotto la guida di George Allison. Uno dei più grandi innovatori del calcio, però, era stato perso.
Chapman ha rappresentato per il calcio quello che un grande rivoluzionario può avere rappresentato per la scienza o la tecnologia. E’ stato il primo manager calcistico moderno. L’Inghilterra, l’Arsenal, il calcio hanno beneficiato del coinvolgimento di Chapman, ma per arrivare a questo, non dimentichiamo che l’uomo ha avuto mano libera, soprattutto a Londra. L’Arsenal è stato per Chapman come la sceneggiatura per un attore premio oscar, per cui è giusto annoverare l’Arsenal di quel periodo come una delle squadre che hanno rivoluzionato il calcio.
Nel 2015 i tifosi del Chelsea hanno pensato bene di mutilare la statua di Chapman che si trova nel nuvo stadio dell’Arsenal, l’Emirates.
L’impatto di Chapman sul football spiegato in questo video: