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Lo stupore delle prese elettriche

Hurtigruten: assenza di rumore.

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17 LUGLIO. HURTIGRUTEN: ASSENZA DI RUMORE. (Voto 8)
Le opinioni sul postale Hurtigruten che si trovano sull’web sono molte e discordanti. C’è chi trova il viaggio noioso, chi si dispiace della mancanza di animazioni, chi vorrebbe una crociera con la nave che viaggia veloce e si trova in un postale che fa da postino e va piano, chi si lamenta della presenza di vecchi tedeschi in pensione. Molti di più sono quelli che trovano il viaggio affascinante e magari proprio per la lentezza, la possibilità di vivere un’esperienza rilassante e contornata da paesaggi stupendi. Infine c’è chi ritiene che la migliore esperienza che sia possibile fare per gustare a fondo la Norvegia sia proprio il viaggio con l’Hurtigruten.
Sorvoliamo sul fatto che una volta ero stato convinto a fare il mozzo per tutto il viaggio dell’Hurtigruten per poi poter andare a fare il volontario sulle navi di Greenpeace e che avevo perfino scritto su come fare e veniamo al primo problema che mi è capitato dopo: avere mangiato dei noodles in strada fuori dall’aeroporto di Bergen e accanto al bus dei trasferimenti verso l’Hurtrigruten terminal; essere trasportato al terminale; avere assistito al briefing sulla sicurezza a bordo e avere recepito tanti suoni che poi mi avrebbero spaventato anche quando avrebbero voluto significare altre cose (sette suoni uguale pericolo, meno di sette no;) essere stato assicurato di avere il check in a bordo garantito.
Garantito una cippa. Il mio nome non risultava nel sistema. Avevo con me le ricevute e tutto quanto e quindi alla fine ho avuto il tesserino, a parte il fatto che poi anche all’uscita del giorno dopo a Geiranger non sarebbe stato riconosciuto. L’unico problema è che ho dovuto restare in attesa per mezzora seduto accanto alla reception e che soprattutto ho sostanzialmente perso la partenza da Bergen.
Ora. Dicono tutti, per esempio la guida del Touring Club, che uno dei momenti più suggestivi che si possano vivere in Norvegia sia la partenza alle venti di sera dell’Hurtigruten da Bergen. Ecco. Io ho visto la nave partire. Poi sono salito al piano superiore e ho visto un po’ di città e un po’ di fiordi, ma quell’esperienza non ho potuto viverla a pieno, come sarebbe stato se fossi stato fuori dal ponte di partenza. Diciamo che il viaggio non è iniziato nel migliore dei modi, allora: Trondheim una mezza delusione e la partenza da Bergen in nave mancata.
Lasciamo perdere. Così ho fatto. Cioè non mi sono curato delle mancanze e ho iniziato a godermi il viaggio, la sua lentezza, i suoi panorami, i suoi momenti. Non c’erano solo vecchi, uno dei quali stranamente mi fissava. C’erano ragazze e ragazzi giovani. C’erano bambini che correvano e bambine che ballavano al ritmo della musica di sottofondo che si sentiva nel piano quattro, quello del bar e del ristorante. C’erano famiglie e gruppi di viaggiatori, di varie età. C’erano anche degli uomini inglesi che ridevano molto e sguaiatamente e hanno rotto per un po’ quelle lunghe ore di silenzio che mi hanno cullato mentre contemplavo la costa, i fiordi, le colline, gli alberi, le case, le calette, gli scogli.
Mi è piaciuto stare a lungo fermo su un piano e poi passare a un altro, e poi girellare tra i piani della nave, uscire spesso soprattutto quando arrivavamo a un porto e osservare le operazioni di carico e scarico. Lì intorno la gente sembrava contenta di parlare, leggere, meditare, giocare, muoversi, rilassarsi circondati dall’acqua.
Passavamo a fil di scoglio, vedevamo i fari illuminarsi. Sarà l’eccitazione oppure la luce alta a tutte le ore o ancora l’attesa dei paesini verso cui approdare, ma non avevo mai voglia di dormire. Eppure su quei divani ho scoperto che si dorme benissimo e infatti ho saltato il primo paese, quello delle due di notte, ma non quello delle quattro, Maloy. Abbiamo anche visto il tramonto, mentre ci muovevamo lungo la costa frastagliata e a cento metro da noi vedevamo una grotta, una strada, un’isola. A volte il paesaggio si faceva lunare, con montagne spoglie dall’erba. Non faceva per niente freddo e meditare stando seduti o girovagando mentre si osservava il paesaggio dentro e fuori la nave era bellissimo. L’assenza di rumore stava diventando un elemento chiave della vacanza

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