Di Michele Boldrin:
Non crescita dipende da eccesso di deficit negli anni 70/80? Cazzata non avete mai letto Lucas, cari amici alle vongole. Lucas e gli studi che han confermato Lucas. Crescita dipende da capitale umano, prima di tutto. In ultima istanza invenzioni innovazione dipendono da ciò che sapete fare. Il resto è secondario. Voi vi siete fermati a Friedman. Il resto non lo avete letto. Gli altri che lo hanno letto lo hanno bollato come ordoliberismo. Purtroppo nessuno ci ha capito un cazzo. Italia ha avanzi primari da 20 anni ma non investe in capitale umano. Non va da nessuna parte!
E quindi? Proprio perche’ emigra (e se emigra niente crescita, vedi Italia o vedi Mezzogiorno) e’ il “capitale umano” che fa la differenza. Una teoria della crescita e’ una teoria che deve funzionare (in positivo, non in negativo: in quel caso e’ una teoria della non-crescita) ovunque vi sia crescita. Ed ovunque vi sia stata crescita e’ stato perche’ il capitale umano dello “smart segment” era quello all’avanguardia dei tempi per innovare e quello del resto della popolazione era capace di adottare innovazioni.
Insisto. Anche 62 (giusto la mia eta’) anni fa si era perfettamente coscienti che la crescita viene dal cambiamento tecnologico e che senza accumulazione del tipo adeguato di capitale umano non c’e’ ne’ innovazione ne’ adozione, quindi niente cambio tecnologico. Solow 1956 e’ giusto di 62 anni fa. Ma il tutto era chiarissimo gia 106 anni fa. Consiglio a tutti un’attenta lettura di, almeno, i primi tre capitoli della Teoria dello Sviluppo Economico, di Schumpeter. https://cambridgeforecast.wordpress.com/2007/12/page/7/
A un genio come Solow era chiarissimo, anche perché in quel paper già prevede funzioni di produzione con tipi di lavoratori diversi (nell’appendice è chiaro abbia già in mente la CES) e quindi ha limpido in mente che serva capitale umano. Però per una serie di fattori come il fatto che il modello di Solow all’inizio viene visto come i modelli di Big push (accumulare capitale e basta), disponibilità di dati scarsa e per il fatto che il tasso di crescita fosse molto alto e comunque la crescente scolarizzazione era un trend naturale in molti paesi, fa sì che la crescita non era un topic di politica economica granché di moda (rapportato ad esempio alle politiche industriali) come lo sarebbe stato nei decenni successivi, quando la crescita endogena dà una spinta differente al dibattito. Il mio punto era più sulla formazione di alcuni economisti di un certo tipo (diciamo fino a 30 anni fa?) per i quali nel long run siamo tutti morti quindi si ragiona solo su una IS-LM al limite in economia aperta. Mi pare assurdo come sottolinea l’estensore del post che la base teorica dei dibattiti degli economisti governativi attuali sia più o meno ancora quella.