Ragioneria dello stato fa il rapporto, tendenze di medio lungo periodo del sistema pensionistico e socio sanitario. Come evolveranno tali spese fino al 2070.
Nei prossimi decenni andranno in pensione tanti baby boomer. Aumenterà quindi la spesa previdenziale.
La rds dice che il picco ci sarà nel 2040-2045 e si arriverà a spendere al massimo il 16% del pil. Sarebbe uno dei più elevati del mondo, comunque. Poi scenderà perché entreranno in vigore a pieno regime le riforme Dini e Fornero, col contributivo puro, e anche se la popolazione invecchia non ci saranno problemi.
Nota l’implicazione. Dopo il 2045 comincerà a scendere. 50 anni dopo l’approvazione della riforma Dini. Si è preso un po’ di tempo.
Comunque in una popolazione vecchia il peso è abbastanza elevato.
Affinché la spesa arrivi al 16% e basta del pil però devono accadere un sacco di cose ottimistiche.
Aumenterà il tasso di fecondità, da 1,34 a 1,60 nel 2050, che è il tasso che c’era nel 1980. Questo è irrilevante perché chi è nato nel 2040 diventerà operativo nel 2060.
Ci sarà un saldo migratorio netto di 150 000 unità. Ci dovrebbero quindi essere un trecentomila immigrati l’anno in più.
Il pil reale crescerà dell’1.2% dal 2022 al 2070. Non è un tasso non incredibile da raggiungere ma l’Italia lo avrà raggiunto negli ultimi venti anni tre o quattro volte?
Ci sarà un aumento della produttività dell’1,5% medio fino al 2070. Adesso è stagnante o negativa.
Ci sarà un aumento del tasso di occupazione di dieci punti. Pari ad altri paesi europei ma storicamente l’Italia è indietro.
Il tasso di disoccupazione si dimezzerebbe andando al 5,5% nei prossimi decenni.
Se si verificano tutte queste condizioni la spesa pensionistica sul pil aumenterà di poco.
Ci sono istituzioni che la pensano diversamente. C’è un report della commissione europea a cui partecipano anche le istituzioni italiane e i cui dati sono presenti anche nel def e nel rapporto rds.
Il rapporto considera una crescita dello 0,9%, una dinamica della produttiività un po’ inferiore, qualche modifica non sostanziale nella demografia e la spesa pensionistica finirebbe a essere nel 2045 il 18,5% del pil. Una quarantina di miliardi di pil attuale.
Anche il fmi ha fatto un rapporto su ogni paese. Art.4. Italy pension simulations
Il fmi varia questi parametri che sono troppo ottimisti. Cambiando di poco i parametri la spesa salirebbe oltre il 20%. 20,3% sul pil, quattro punti di pil in più rispetto alle previsioni della rds.
Di fronte a questi scenari la politica è interessata a quota 100, a saltare lo scalone, a riformare la legge Fornero, ad aumentare la spesa pensionistica. Per fare sì che a condizioni attuali la spesa non aumenti di molto bisognerebbe cercare di far sì che davvero il pil, la produttività, l’occupazione aumentassero e gli immigrati arrivassero. La politica non se ne occupa.
Oltre a non fare le cose che renderebbero la Fornero sostenibile non si fanno le cose che mantengono l’equilibrio.
La situazione delle pensioni è tragica. Sarebbe divertente prendere le previsioni fatte venti anni fa dalla rds e da altri enti italiani sull’andamento della spesa pensionistica e vedere cosa è successo.
Le previsioni si fanno sapendo che modificando leggermente in senso ottimistico i parametri in periodi lunghi aggiusti il rapporto e lo fai arrivare dove desideri. Sono calcoli politici e bisognerebbe fare i confronti.
La spesa pensionistica è probabilmente tre punti sopra a quando facemmo la relazione di valutazione della riforma Dini proposta a Maroni (2001) o ai tempi di Tremonti. La rds continua a essere ottimisti.
Se vogliamo che la previsione si realizzi vediamo di realizzare le ipotesi, intanto.
Il rapporto ha un numeratore e un denominatore. Il numeratore è legittimo, a meno di cambi politici.
Quota cento ha alzato la spesa pensionistica rispetto alle previsioni del 2018, insieme al peggioramento del pil. Quota cento ha fatto diventare un cammello un dromedario.
Le ipotesi cruciali sono quelle su produttività e occupazione e oggi sono irrealistiche. Non c’è niente in atto che faccia pensare che aumentino. La produttività è andata piatta negli anni 70 in termini di ptf. In altri termini trenta anni fa.
Non c’è niente che l’Italia o gli italiani facciano che porti la produttività triplichi. È sotto 0,5 da decenni. La previsione è 1,5.
Questo è il cancro che ammazza l’economia italiana e il futuro dei giovani. Le pensioni, intendo. Questo enorme costo di pensioni non è solo un’ingiustizia generazionale. Ma le ingiustizie sono punti di vista. Trasferiamo soldi da chi lavora a chi non lavora. E chi non lavora dice di avere diritto alla pensione perché ha lavorato 40 anni, non faceva cosa gli piaceva, è stato nel paesello ecc.
il problema vero è che questa cosa uccide la mucca, cioè implica tassazione alta e contributi sociali alti (già sono i più alti nell’ocse).
Per sostenere il debito pensionistico occorre ogni anno prendere un 15% del pil (se può prendere dal reddito da lavoro e si prende da lì e l’evasione fiscale appesantisce il carico sul reddito da lavoro che invece non è evaso: per ogni evasore fiscale che non paga i contributi c’è qualcuno che li paga per lui). Questa cosa, specialmente nei salari medio alti, rende l’Italia non attraente per chi investe: chi vuole fare impresa, investire, specie in settori avanzati. Ti aumenta il costo del lavoro, ti porta via una fetta grande del reddito da lavoro e te ne rimane in tasca meno, per chi lavora oggi e ha 25 anni ti promette una pensione tra 45 anni schifosa rispetto a quanto hai contribuito è un incentivo per fuggire. Questo incide sulla produttività, le impedisce di crescere. È un elemento grave che cresce mese dopo mese e è lì da 40 anni. Ogni anno distrugge imprese, rende meno conveniente fare impresa avanzata, fa andarsene i più bravi e i capaci, abbassa i salari reali.
Quanto più aumenta la spesa per pensioni meno risorse ci sono per ricerca, investimenti, istruzione ecc. il 16% del pil è più di un terzo della spesa pubblica.
Nel rapporto del rds la spesa sanitaria cresce dal 6,7 al 7,8 a fronte però di un invecchiamento significativo della popolazione. Sembra poco questo aumento. Se la spesa sanitaria sarà così bassa soddisferà chi ne ha bisogno? Quanto spendi per pensioni comunque vincola anche quanto spendi per sanità.
Quanto pensano di poter aumentare la pressione fiscale in Italia? Anche la rds sa che non si può aumentare tanto.
Il sistema sanitario ha funzionato bene per trenta anni specie in alcuni regioni e è consumato per mantenere il sistema pensionistico.
L’idea che viene ripetuta è che non c’è da aver paura perché nel 2045, come se fosse dietro la porta, tutto si risolverà. Ammesso che sia vero, le persone coinvolte devono capire che:
I tassi di attività per sesso ed età. C’è una curva azzurra, la situazione attuale. Una curva nera che sottostà alle simulazioni. Progressivamente aumenta il tasso di attività straordinariamente per le donne e si prevede che a partire da un certo punto si va in pensione più tardi. La previsione è: resistete, si aggiusterà tutto nel 2050. Questo è costruito sul fatto che a un certo punto vi verrà detto “a voi no”, voi lavorate fino a oltre 70 anni e con pensione rispetto al salario pari a molto meno del 70%. C’è un piano di furto intergenerazionale per età e reddito. Pagate tanto adesso per pagare i pensionati di oggi, andrete in pensione più tardi e avrete meno reddito.
Questa cosa se si avvererà si avvererà in un paese molto più impoverito.
Per aumentare occupazione, crescita ecc, bisogna fare delle riforme. La politica vuole fare delle controriforme, invece. Le quote 100, gli scivoli ecc.
le proiezioni vanno in una direzione, la politica va in un’altra.
In tutti i documenti ufificiali si fa l’elogio della riforma Fornero anche perché se no la cosa sarebbe stata ben peggiore.
Il processo è lento di declino, di trasferimento di risorse, di costruzione di incentivi verso l’evasione o la fuga all’estero.
Cosa c’è sotto la previsione che la curva vada giù a un certo punto?
Hai tasse alte, servizi pubblici pessimi soprattutto per l’istruzione e il ciclo continua. Anche gli immigrati che vengono sono quelli dequalificati