“Se l’aria fosse privatizzata sparirebbe l’inquinamento”
Il proprietario del suo pezzo di aria non vorrebbe che fosse inquinata come il proprietario di un allevamento di mucche non vuole che siano tutte malate.
L’assenza di un sistema di prezzi fa sì che nessuno paghi il prezzo dell’inquinamento. Da qui partirebbe il discorso sulle esternalità.
Alitalia fornisce servizi essenziali? Difficile è definire quali siano essenziali. Il cibo è formato da beni essenziali (ok, non tutti). Gli stati dettano delle regole di sicurezza e poi il mercato alloca il cibo nel modo più efficiente possibile. La stessa cosa può valere per tutti i beni e servizi tranne che in quelle situazioni in cui si hanno i cosiddetti monopoli naturali. In questi casi il sistema migliore può essere dato da proprietà pubblica, con lo stato o l’ente regolatore che detta le regole generali, stabilisce contratti che devono essere rispettati da chi si offre come gestore (privato, vincitore di bandi di gara) del servizio.
La mano pubblica non garantisce efficienza e produttività perché non è incentivata a farlo.
Mettiamo che comunque ci debba essere un proprietario pubblico di servizi perché agli elettori piace essere tassati di più pur di avere la compagnia aerea pubblica (non lo spazio aereo, ma proprio gli aerei di stato) o perché agli stessi elettori piace che i loro soldi vadano a pagare gli stipendi delle hostess e le loro divise. Potrebbero fare utili, visto che altre imprese ci riescono, pur offrendo i servizi a prezzi inferiori? Potrebbero non avere migliaia di dipendenti amministrativi messi lì dai politici? Potrebbero cambiare il sistema di gestione? Dato che ci sono tanti operatori sul mercato, possono starci anche loro.
Non ha senso che i cittadini debbano pagare per un’azienda pubblica in perdita quando ne esistono svariate (quasi tutte le compagnie aeree europee) che offrono lo stesso servizio, per una quota pari al 92% del mercato passeggeri italiano.
Dovrebbe però esserci una compagnia aerea statale purché faccia utili? Già meglio. Se non altro, un’azienda pubblica che fa utili non distruggerebbe valore. Per quanto creerebbe distorsioni perché avrebbe accesso al credito agevolato, perché difficilmente verrebbe fatta fallire, perché difficilmente ci sarebbero licenziamenti, perché potrebbe impedire l’ingresso di nuovi operatori più efficienti e che quindi soddisfano meglio i bisogni dei consumatori, perché le tasse che colpiscono gli altri settori potrebbero essere soldi che restano in tasca a chi lavora in quelle imprese che a loro volta potrebbero essere alla frontiera tecnologica e quindi creare più valore, perché le stesse tasse potrebbero essere destinate alla ricerca di base e all’istruzione, perché le stesse tasse potrebbero essere diminuite in un paese che ha un disperato bisogno di investimenti (privati soprattutto, ma anche pubblici: estendete e potenziate le reti digitali, per esempio) e non di far crescere la pressione fiscale ecc.
Il mercato va normato e organizzato? Certo, ma per garantire più concorrenza e lasciando fallire chi non è in grado di starci. I fallimenti creano spazi per chi è più bravo o per chi vuole entrare, innovando.
Il mercato va regolato? Sì, di solito. Peccato che ci siano i fenomeni di cattura del regolatore.
Il caso Atac. Ci vorrebbero delle gare e che vinca il migliore.
Il caso Alitalia. Va lasciata sul mercato. Se ci sa stare, bene. Altrimenti fallisca.