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Lo stupore delle prese elettriche

Come si manda in rovina un paese. 1950-1955

Da Sergio Ricossa, “Come si manda in rovina un paese”.

1950. Industriali: paese distrutto, tecnologia da copiare, macchine da piano marshall, soldi da banche della ricostruzione, ci mancano solo guerre civili per concittadini che lavorino per un pezzo di pane. I professori dell’ufficio studi dell’unione industriali di Torino cercano di illustrare la novità della programmazione lineare. Gli ingegneri della Montecatini non la capiscono, quelli delle aziende pubbliche dicono che comunque non si possono spostare dei lavoratori da un reparto all’altro, quelli della Fiat hanno la testa dura.
“Ammetto che i socialisti vogliono molte cose sacrosante. E’ come le vogliono il problema. Dovrei dimenticare il bigottismo marxista, il flirt con la violenza rivoluzionaria, l’infamante consanguineità col fascismo, le simpatie per Stalin, i troppi e dolorosi fallimenti storici, la riluttanza dogmatica ad ammettere gli errori, il ritardo culturale mascherato con la prepotenza dei censori, il sindacalismo ricattatorio e monopolistico, la tentazione di servirsi dei lavoratori per bassi fini politici, la retorica populista e pacifista. ”
“La cassa per il mezzogiorno allunga la serie di interventi straordinari per risollevare una parte d’Italia che per risollevarsi deve imparare a non medicare. Invece le regaliamo miliardi e miliardi per ingrassare i suoi notabili. Le diamo tutto tranne la legalità e la dignità.”
Nasce il Borghese. Sei sindacalisti sono uccisi a Modena dalla polizia.

1951. Boom dell’auto. Valletta porta immigrati a Torino con la Mirafiori. L’egoismo dei potenti non affama gli altri perché affamarli non rende. Che i salari scendano al minimo vitale è negato dai fatti e agli industriali conviene che i lavoratori abbiano salari (quando la tecnica lo consente) che permettano loro di comprare i prodotti.

La Malfa liberalizza i traffici con l’ue. Le riserve valutarie sono abbondanti: dovremmo poter regere la concorrenza, dice. Nonostante ciò né i sindacati, né gli industriali vogliono la liberalizzazione.

1952. Nasce ipsoa. Gli esperti in Italia servono a buttare fuori dirigenti o a dare scientificità a quanto già deciso dall’imprenditore o a diventare esperti per evitare di stare in azienda (o per permettere alle aziende di confinarli all’insegnamento.) Piuttosto le aziende li pagano, i consulenti. Chi dà consigli lavora poco o nulla. Le scelte imprenditoriali felici sono intuizioni non evidenti agli ingegneri o basate su criteri assurdi come l’astrologia o la funzione sociale. Il liberismo non fu capito da Croce e non è capito dagli imprenditori, come ad esempio Olivetti che assume poeti collettivisti.

1953. Legge truffa. De Gasperi lascia. Lui lasciava fare. Mattei non liquida l’Agip, ma gli mette addosso una dotazione pubblica e la trasforma in Eni, assicurandosi il monopolio degli idrocarburi richiesto anche da Edison. I politici lo accontentano (gli incorruttibili lui li depenna) e le banche gli danno i soldi.
“Diffidare dell’efficienza. Spesso è massima quando si fa il male. Come la burocrazia che complica gli affari semplici.” “Sono liberista anche perché il mercato non è così efficiente come viene ritenuto dagli agiografi.”

1954. Accordo per le autostrade, i comunisti vorrebbero più ferrovie. Il comunismo pensa di poter dirigere e gestire la ricchezza esistente. Il piano vanoni prevede misure che divergeranno dalla realtà. Non si può essere sempre razionali e tutti razionali. L’eccesso di razionalismo porta alla paralisi. Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo. Il comunismo lo sfruttamento del capitalismo. La dittatura moderna lo sfruttamento del socialismo. Nasce fuori tempo il maccartismo in Italia. le imprese con prevalenza di sindacalisti cgil non dovrebbero ricevere commesse americane. Per Scelba i rossi non devono entrare nella p.a. e in particolare nella magistratura.

1955. Gli industriali non si lamentano quando i politici finanziano le imprese pubbliche, anzi chiedono favori e soldi anche loro. In aggiunta. Partecipazioni statali in cui c’è l’Iri in cui ci sono le banche dell’Iri ma quelle non le gestirà il ministero delle partecipazioni statali. Bensì la banca d’Italia. La Malfa: giustizia, libertà e grossi capitali. L’industria privata non sopravvive senza profitti. L’industria pubblica sì e anzi per (Gronchi) l’Iri non deve mirare ai profitti.
Mecenatismo sovietico al pci. Mecenatismo dell’industria statale alla dc.
Nasce l’Espresso di Olivetti. Si fonda il partito radicale (liberali di sinistra.) Nasce la 500. I predicatori del sociale hanno dato chiacchiere. La Fiat le auto
Abate Galiani: “tous plaident pour le plus grand bien du prochain. Peste soit du prochain. Il n’y a pas de prochain. DItes ce qu’il vous faut. Ou taisez vous.”
La Russia destalinizza: due anni prima l’Unità era staliniana.

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