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Lo stupore delle prese elettriche

Come si manda in rovina un paese. 1956-1959

Da “Come si  manda in rovina un paese” di Sergio Ricossa.

1956. Rapporto di Chruscev su Stalin. Gli industriali commerciano con l’Urss e sono preoccupati da eventuali aperture doganali a ovest. L’Eni ha il Giorno, quotidiano pagato dai contribuenti in caso di perdita. l’Eni ha una capitale, metanopoli, una politica economica e una politica estera. Mattei è un nazionalista che vuole che gli idrocarburi islamici diventino italiani. Megalomane come Mussolini.
Nasce confintesa tra confidustria, confcommercio, confagricoltura. “Mancando di un comune ideale di libertà economica, il terzetto andrà a caccia di privilegi particolari e si caccerà nelle spire dei serpenti dello statalismo.”
Ritiro di inglesi e francesi dal canale di Suez.

1957
Eni e iri costrette a investire 40 per cento al sud ma del resto mica devono fare profitti!
Intersind nasce e comanderanno fin da subito i sindacati
Nazionalizzare significa rimborsare gli industriali dei danni arrecati a loro.
Valletta paternalista con chi gli pare e non proprietario del capitale tuona contro l’ue, che sarà inutile se liberista e dannosa altrimenti.
Arriva il boom e gli italiani scoprono che consumare è bello. Comprano auto ed elettrodomestici, industria quest’ultima dove l’Italia diventa il terzo produttore mondiale.
Intanto l’elenco della presenza statale nell’economia è impressionante.

1958
La mentalità che si sta affermando è: se hai un problema non provare a risolverlo, ma chiedi l’intervento dello Stato.
Ipsoa magazzino di manager cioè di futuri burocrati. Studenti di economia che diventeranno becchini di fallimenti. Serve una laurea a chi passerà la vita dietro lo sportello di una banca? I libri di economia delle superiori sono porcherie. La sinistra pensa di manipolare l’uomo, ma la scuola, per esempio, non può trasformare un ciuco in cavallo o viceversa. I diplomi sono inutili soprattutto se tutti devono passare. La Legge Merlin serve a riorganizzare un business.

1959
Gli italiani emigrano dal sud al nord. I vecchi piemontesi erano dediti al lavoro e piaceva loro creare un modello. I giovani facinorosi del nord sono della stessa pasta, mentre quelli del sud vorrebbero un posto da usciere pubblico, e devono cambiare tutto una volta emigrati, compreso il desiderio di sole.
Occupazione piena significia difficoltà di scelta per le imprese. Aumentano i fatturati. Si combinano matrimoni tra donne del sud, in eccesso, e uomini del nord, in difetto. Cresce la voglia di ridere (commedia all’italiana anziché neorealismo), la pubblicità commerciale, la voglia di libertà familiare e sessuale che si trasferirà in voglia di libertà nelle aziende.

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