Copia incolla da Sergio Ricossa,”Come si manda in rovina un paese.”
1981
Spesa pubblica a go go. In dieci anni balza dal 30% del pil al 50%. Reviglio protesta contro gli evasori: vorrebbe che lo Stato mettesse le mani sul 100% del pil.
L’Italia è una repubblica fondata sui debiti
La Banca d’Italia è forse autonoma, almeno diventa meno stuprabile dal Tesoro. Si alzeranno tassi di interesse. A parte l’autonomia della Banca Centrale dal governo, bisogna che ambedue perseguano lo stesso obiettivo: se uno persegue inflazione e l’altra deflazione il paese viene squartato.
Tengono ancora banco i casi p2, Calvi, Banco Ambrosiano ecc.
La crisi della siderurgia dura dal 73 e continuerà per decenni.
Per paura i governi degli ultimi dieci anni han deciso di dare tutto a tutti.
Il dollaro debole manda tanti in rovina.
Esplode la guerra Iran Iraq.
Il banchiere semipubblico piu pagato d’Italia chiede una laurea honoris causa a Torino in cambio di mecenatismo…coi soldi di chi?
Usura pubblica: le esattorie che pagano lo Stato con un giorno di ritardo versano il due per cento al giorno di interesse. Lo Stato invece può permettersi di non pagare senza essere incriminato.
1983
Governo Craxi, nemico di De Mita perché attingono alla stessa area elettorale.
Elezioni precedute dai soliti regali dei governanti agli elettori per conquistarne le simpatie. Nicolazzi procura al psdi 200000 voti grazie al blocco degli sfratti e chi se ne frega se i proprietari restano fregati: sono di meno. Se non altro Nicolazzi non ha fatto spendere una lira all’erario. Altri, con scopi analoghi, sperperano miliardi di denaro pubblico.
Con l’welfare i cittadini non sono più uguali di fronte alla legge e i deboli meritano un trattamento di favore. Va a capire chi siano i deboli, però. Non è detto che siano gli inquilini sempre e comunque, per esempio.
Come diceva Salvatore Satta lo Stato prende le parti del debole come legislatore e come giudice. Così si creano uno Stato e un giudice di parte. Si disgrega la teoria dei contratti, si restringe la libertà contrattuale, si disgrega il fondamento della responsabilità, si svuota il diritto di proprietà.
La legislazione sul lavoro è asimmetrica. Le parti si accordano nel nome della moderazione, ma questo accordo costa in interventi pubblici 9000 miliardi ai contribuenti, che sono stati lasciati fuori dal tavolo. Quando i contribuenti diventeranno una parte debole da proteggere?
Per Visentini, che segue Colbert, lo Stato dovrebbe aiuare con incentivi gli imprenditori a perseguire un servizio sociale. Visentini se la prende più con commercianti e artigiani che con gli industriali.
Un vero liberista è Giovanni Ugo Papi.
Lucio Colletti si sfila dal veteromarxismo
Craxi rifiuta l’austerità. Il motto è arricchitevi, ma sottintende arricchiamoci: il capitalismo va bene per arricchire purché non ci sia troppo mercato di concorrenza perché la concorrenza è asociale, secondo Bettino.
Scandalo Novelli e socialisti a Torino. Mondadori dichiara che perde coi libri e gli resta solo la pubblicità. Intanto da lui la mensa aziendale costa sei volte meno che fuori.
Viene commissariata la cassa del mezzogiorno, 34 anni di sprechi. Al sud il deputato del collegio e il membro di partito sentivano di cosa c’era bisogno più del sindaco.
Sylos Labini critica Mattei e Agnelli per l’accordo del’75 come se la sinistra fosse innocente. Tutti i sindacati erano egualitaristi. La cassa integrazione fu spostata a favore degli industriali.
Il fiscal drag appiattisce i salari più di quanto fece l’accordo del ’75.
Si ricorda un aneddoto: “un uomo esce dopo la guerra e chiede alle persone se erano fasciste. Tutti rispondono di no. La sera il tipo torna a casa, sconsolato, ripetendo tra sé e sé: come avrò fatto da solo a rovinare l’Italia.”