there is no life b

Lo stupore delle prese elettriche

Kazan 2015, giorno uno.

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Non fai in tempo ad ambientarti che Sarah Sjoerstrom fa il record del mondo nei 100 farfalla, portandolo da 55″98 a 55″74. La Ottesen vince l’altra semifinale in 57″04 e sembra essersi ripresa dall’incidente che l’ha vista coinvolta insieme al marito poche settimane prima dell’inizio dei mondiali, quando ha subito la frattura di un dito.

Nei 400 stile libero la Ledecki sembra voler iniziare una sfida all’ok corral con la svedese in tema di vittorie e di record del mondo, ma se pur domina la sua semifinale e lascia chiarire come andrà a finire questa gara, non le riesce di superare il record appartenente ancora alla Pellegrini di Roma 2009 e che è stato in bilico fino ai 200 metri, ma poi Federica si involò.
Poteva mancare la Hosszu in questa gara a chi impressiona di più? No. Infatti i 200 misti visti in semifinale sembrano una gara che sarà dominata da “Fino a prova contraria,” come la chiamano alcuni o “Iron woman,” come la chiamano altri. Il resto della gara non sembra di livello molto alto: la Pirozzi dell’anno scorso avrebbe potuto dire la sua.
Le italiane in queste prove? Stamani ho dovuto assorbire la delusione delle eliminazioni di Elena di Liddo e Alice Mizzau. Non conosco i loro stati di forma, la loro preparazione specifica, né le loro dichiarazioni. Quindi ci possono essere motivi validissimi perché non si siano qualficate per le gare del pomeriggio. Però la DI Liddo aveva il sesto tempo mondiale dell’anno e aveva nuotato benissimo anche negli ultimi tempi. Quindi almeno in semifinale era lecito aspettarsela. Invece ha chiuso trentaduesima. E’ scivolata in motorino, dicono le cronache, ma non sappiamo se questo abbia influito sulla controprestazione. Alice Mizzau era undicesima nel ranking e già al Settecolli aveva deluso nei 400, per cui aspettiamola nei 200, ma era comunque da finale e soprattutto è preoccupante il fatto che abbia nuotato quattro secondi oltre il suo personale. Preoccupante anche in ottica 4×200. Non può avere faticato tantissimo ed essere andata ad allenarsi a Barcellona da Vergnoux con la Belmonte per ritrovarsi in mano un pugno di briciole. Confidiamo nel riscatto.
Si sono qualificate, invece, per la gara pomeridiana, Ilaria Bianchi, poi quindicesima nei 100 farfalla con 58″49 (ha il record italiano in 57″27) e Diletta Carli nei 400sl, che in finale è arrivata sesta dando il tutto per tutto. La Carli è stata bravissima quando ha accelerato ai 300 metri al mattino: si deve essere resa conto che stava andando male. Dato che nei 400 per ora non si vedono grandi miglioramenti cronometrici a livello mondiale, con una buona preparazione e molto impegno, Diletta potrebbe finire in lizza per un podio a Rio.
A proposito di controprestazioni. Prendiamo l’australiano Mark Horton: aveva il miglior tempo stagionale nei 400 stile e non si è nemmeno qualificato per la finale. La gara l’ha poi vinta Sun Yang che un anno fa ha avuto una punizione per doping così irrisoria che uno come Turrini, uno a caso, se la sarebbe sognata quando fu squalificato per colpa di un collirio per due anni. Anche il coreano Park avrebbe da ridire: lui non c’è e Sun sì. Comunque il cinese è stato poderoso per come ha lasciato sfogare l’inglese James Guy, in corsa per il recordo del mondo fino ai trecento metri, per poi schiantarlo nelle ultime vasche.
Si prospettano vincitori già scritti anche nei 50 farfalla, dove Manaudou è il naturale favorito, e nei 100 rana dove Adam Peaty dovrebbe sbaragliare il campo degli avversari, da Vandenburgh in giù. A proposito di 50 farfalla: c’è ancora Cseh.
Non ci sono più gli italiani, invece, in queste due gare e hanno deluso, visti i loro tempi, sia Lorenzo Antonelli nei 100 rana che Piero Codia nei 50 farfalla. Semifinali e finali raggiunte sono l’impronta che lascia un movimento in salute e che non si perde nei momenti decisivi: le controprestazioni le hanno avute in tanti stamani e tra questi tanti c’è anche qualche italiano di troppo.
Sono andati invece alla grande gli italiani nelle staffette veloci. Quella femminile ha ottenuto un gran risultato, prima entrando in finale e poi chiudendo con un onorevolissimo sesto posto e col record italiano. Sono tutte andate bene la mattina e si sono migliorate al pomeriggio. In particolare la Di Pietro è andata come un treno. La staffetta è stata vinta dalle australiane.
Orsi, Dotto, Santucci e un grandissimo redivivo Magnin, che si esalta nelle staffette, hanno portato uno splendido bronzo all’Italia. In casa altrui ci sono stati errori tali da parte dei tecnici che se fossero stati fatti in Italia sarebbe scattato il gioco al massacro. Gli Stati Uniti hanno selezionato gli atleti per il mondiale un anno prima e adesso devono sperare nei fenomeni per rimpinguare il medagliere. Gli australiani sono piuttosto deludenti, come i cinesi o i tedeschi al momento, e hanno deciso di schierare una formazione troppo debole nelle batterie della staffetta. Anche gli Stati Uniti hanno scelto una batteria di riserve che è però finita in riserva. A Rio non sarà così, a partire dai trial, per loro, ma potrebbe essere così per gli azzurri se si ritrova Leonardi, se Magnini riesce a ripetersi ancora, se Orsi e Dotto abbassano ancora i loro tempi e riescono ad essere in piena forma ambedue allo stesso momento. Per adesso godiamoci questa medaglia.

Ecco il pagellone della prima giornata degli italiani su Olimpiazzurra, che trovo condivisibile, purtroppo per gli insufficienti: http://www.oasport.it/2015/08/nuoto-mondiali-kazan-2015-il-pagellone-della-prima-giornata2/

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