SARAH SJOESTROEM 9
Si pronuncia Ostrom e non si scriverà mai nel modo giusto, quindi rinunciamoci. E’ uno spettacolo vederla rimbalzare sull’acqua come un delfino, o come una farfalla, nei cinquanta e nei cento metri. In quest’ultima gara fa anche il record del mondo: 55”74.. Fa una prima frazione da urlo nella staffetta 4×200: 1’54”31, tempo che le avrebbe fatto stravincere la gara individuale dei 200 metri, anche se non sarebbe stata la stessa cosa gestire tre turni di gare e non è detto che le altre non si sarebbero adeguate alla sua andatura o viceversa. Inoltre quei tre turni le avrebbero tolto energie per le sue gare e ha deciso di non farli. Rimane infilzata da Bronte Campbell nei 50 e nei 100 stile libero: la faccia della svedese evidenzia una delusione che non riesce a mascherare con qualche sorriso di circostanza.
KATINKA HOSSZU 8
Fa il record del mondo nei 200 misti (2’06”12). Non vince sempre. A volte piange. E’ quasi umana. Un voto in più. E’ impressionante cosa accade nei 400 misti, vinti dall’ungherese: sta sotto il record del mondo di oltre tre secondi fino alla frazione a stile libero, ma poi subisce l’effetto “yeshiwen a Londra” e il record resta alla cinese, di cui si ricordano quella frazione in cui nuotò “più forte di Phelps” e la scomparsa successiva. Quest’anno la Ye (4) non ha lasciato traccia. Misteri cinesi. Complimenti alla O’Connor (7), che è stata dietro all’ungherese finché ha potuto.
SUN YANG: 5
Prende il titolo di miglior nuotatore del torneo perché vince due ori, nei 400sl e negli 800sl, ma non partecipa alla finale dei 1500sl e lascia una corsia vuota, impedendo la presenza del nono classificato in semifinale. La domanda è: “Perché non ha gareggiato?” Problemi cardiaci che non esistevano nei giorni precedenti? Litigio con una nuotatrice brasiliana in mattinata e aggressione verbale da parte di altri nuotatori lì presenti? (Sembra anche che Sun sia recidivo e si lamenti di persone che gli danno fastidio in vasca di riscaldametno. Sembra anche che durante la gara dei 1500sl abbia litigato coi suoi allenatori.) Paura di perdere? Paura dell’antidoping? Ricordiamo che è stato squalificato di nascosto un anno fa per soli tre mesi: gli ispettori dicono che ha dimostrato di avere necessità del farmaco “dopante”, ma perché per altri tale dimostrazione non è valsa?
INGLESI
Britannia rules too late? I britannici hanno avuto un rendimento notevole negli anni prima delle Olimpiadi di Londra e negli anni successivi, ma hanno bucato proprio l’appuntamento in casa. Chissà cosa faranno a Rio. A Kazan, intanto, hanno fatto furore, soprattutto gli uomini. Adam Peaty è il fenomeno della rana, che ha ingaggiato duelli a colpi di record del mondo con Vandenburgh. Gli esperti dicono che oggi la rana maschile sia un delfino nuotato con le braccia sott’acqua e che non si usino quasi più le gambe. In questa strana rana Peaty sembra imbattibile e per quanto parta male, riesce sempre a riacciuffare chi sta davanti. Il colpo grosso della Gran Bretagna è stato effettuato nella 4x200sl, quando un intero impianto è stato zittito, con la Russia passata dal secondo al quarto posto in una frazione.
RUSSI
Una quantità notevole di quarti posti, delusioni dalle staffette e da Morozov che non ne azzecca una, lasciandosi anche squalificare per falsa partenza nella finale dei 100sl. In compenso hanno avuto la Efimova che li ha sì fatti piangere quando è riuscita a farsi lasciare fuori dalle semifinali, ma ha vinto due medaglie: una d’oro e una di bronzo, mandando in sollucchero la platea.
FRANCESI
Gilot si conferma uomo da staffetta e Manaudou uomo da medaglia. Pochi e medagliati, è il loro motto, finché dura.
AMERICANI
Se togliamo la Ledecki chi rimane? Qualcosa a livello femminile, come la Franklin e alcune novità come la DiRado o la Adams. A livello maschile, escludendo la staffetta mista e Jaeger, c’è molto buio.
AUSTRALIANI.
Partiti male, si sono ripresi grazie a Larkin, dominatore a dorso, e a una squadra femminile che ha detto la sua malgrado le assenze della Palmer e di altre. Finalmente ottima la Seebohm a dorso. Fantastica Bronte Campbell, che infilza il resto del mondo, sorella compresa, sia nei 50 che nei 100sl.
JENNY JOHANSSON
Alla vittoria nei 50 rana sembrava come Cappuccetto Rosso quando ha scoperto che la nonna era diventata un lupo.
LE INCICCIONITE
Melissa Franklin, che vince delle medaglie di puro agonismo ma sembra affondare a dorso e deve portare troppa roba in giro per vincere a stile, e Ruta Meylutite, che ha delle cosce potenti e rallentanti, si sono trasformate da anticipi biologici a gente in leggero sovrappeso. Un po’ come il tedesco Koch, che ha però vinto una gara.
GARE AD ALTA INTENSITA’
I duecento stile libero maschili e femminili, i cento farfalla dell’immortale Cseh, i cento rana femminili con tre atlete sul podio, sono esempi di gare del futuro secondo alcuni: alta densità di partecipazione con sempre più atleti di quasi pari livello, appartenenti a sempre più nazioni (argentini, singaporesi, sudafricani giamaicane sul podio.)
STAFFETTE
Belle, combattute e anche sorprendenti. Non c’è stata una staffetta meno che emozionante in questi mondiali, anche per le assenze di alcuni elementi, magari. L’esclusione di americani e australiani dalla 4x100sl maschile, la vittoria dei britannici nella 4x200sl, le difficoltà degli americani nella 4×100 mista maschile, la scomparsa delle americane nella 4×100 mista femminile, la vittoria con record dei campionati della 4x100sl femminile australiana con le sorelle Campbell in grande spolvero, la scomparsa delle australiane nella 4x200sl femminile, la presenza costante dei francesi, le mancanze russe, la vittoria cinese e la grande prestazione svedese nella 4×100 mista femminile, le prestazioni fantastiche delle staffette azzurre a stile (tranne la 4×200 maschile) e quelle a un passo dalla finale e quindi sostanzialmente deludenti delle staffette miste italiane.
ITALIANI
Diletta Carli 7. Poteva fare di più in finale nei 400sl? Forse. Di sicuro, intanto, ci è arrivata, e ha margini di miglioramento.
Ilaria Bianchi ed Elena di Liddo. 6. Infortunio alla spalla per la prima durante l’anno e caduta dal motorino per la seconda. Diamo atto di questi due problemi perché altrimenti i risultati sarebbero deludenti: fuori dalla semifinale la pugliese e dalla finale l’emiliana quando perfino il tempo del podio sarebbe stato raggiungibile con le loro migliori prestazioni.
4×100 maschile. Bronzo fantastico con tutti i componenti che hanno dato il massimo. Ottimo Orsi 47”75 lanciato e strepitoso rush finale di Magnini che rischia l’infarto e con 47”55 sta davanti al Brasile. Gli altri: Dotto 48”75, Santucci 48”48.
4×100 femminile. 3’37”16. Record italiano e settimo posto in finale. Risultato eccellente. Fantastica prestazione di Silvia di Pietro (53”63), migliore anche di quella di Federica Pellegrini (53”73). Non ai loro massimi livelli, come ammesso da loro due, Erika Ferraioli (54”80 e il trend proseguirà) e Laura Letrari (55”00)
Simone Sabbioni 7,5. Ottimo, determinato, ottiene buoni piazzamenti in semifinale, è una freccia all’arco per il futuro del nuoto italiano. Stesso discorso per Margherita Panziera (7,5). Bene anche Mencarini, sui suoi tempi, che però non valgono molto a livello mondiale, per il momento.
Elena Gemo 6,5. Non male sui 50 dorso, sui suoi tempi. Più deludente in staffetta mista e sui 100 dorso.
Andrea Toniato. 6,5. Buona la frazione a rana nella staffetta mista: sotto le aspettative, purtroppo, finiscono gli altri.
Arianna Castiglioni, Martina Carraro, Ilaria Scarcella. 8 a tutte e tre. La Castiglioni va in finale nei 100 rana, piazza un’ottima frazione nella staffetta mista e farà il record italiano nei 50 rana (30”74) strappandolo proprio alla Carraro. Che sotto i trentuno scendessero in due non era affatto prevedibile prima de mondiali. Anche la Scarcella continua la sua progressione per un ritorno ad alti livelli.
Aurora Ponselé. 6,5. Meglio in piscina che in acque libere. Proposta di matrimonio da Ruffini ricevuta e accolta per il dopo Rio. Arriva ottava nella finale dei 1500 che è suggellata da uno dei tanti record della Ledecky. Perde invece il treno dei mondiali Martina Caramignoli (5,5), che fa parte degli “spompati dalle Universiadi,” dove aveva realizzato un gran tempo.
Federica Pellegrini. 9,5. Se avesse respirato a sinistra, forse non sarebbe stata battuta nemmeno dalla Ledecky. Il suo è l’argento della tenacia, della volontà di non demordere, della volontà di dimostrare ancora una volta al mondo e soprattutto ai detrattori a prescindere chi sia la più forte sportiva italiana di sempre. Evidentemente le scelte tecniche dell’anno hanno pagato, stavolta. Ha anche suggellato il risultato della staffetta 4×200.
Staffetta 4x200sl. 10. Avevano ottenuto tempi sull’1’57 già ad Aprile la Mizzau e la Masini Luccetti, oltre alla Carli. I primi giorni dei mondiali e le batterie avevano lasciato molto spazio ai dubbi, però. Invece tutto il mazzo che si sono fatte durante l’anno è servito. Alice Mizzau e Masini Luccetti hanno ottenuto tempi vicini al personal best e hanno tenuto a bada le avversarie. La Musso è stata più lenta, ma anche per lei vale il discorso che un anno fa il tempo realizzato sarebbe parso fantascienza. Infine è intervenuta Federica, che ha superato Cina e Svezia. Argento, dunque, e che argento!
Gregorio Paltrinieri. 9,5. Argento negli 800sl quando ha dato del filo da torcere a Sun, ma poi è stato battuto allo sprint finale. Oro strepitoso nei 1500sl dove forse ha pesato l’assenza del cinese che ha scombussolato Greg, non molto contento del tempo e un po’ spiazzato dalla partenza veloce di Cochrane, dalla pressione per dover vincere per forza e dal ritorno finale di Jaeger.
Silvia Di Pietro. 8 per la prova nella staffetta. Debilitata da un attacco influenzale non ha potuto esprimersi al massimo nelle gare a stile e non ha potuto partecipare alla staffetta mista.
Marco Orsi. 8. Quinto al mondo nei 50sl. Eccellente nella 4×100. Più deludente nei 100sl, ma ha dovuto affrontare una stagione con vari prTAoblemi fisici e personali.
Filippo Magnini 9. Se prima e dopo Londra ha avuto atteggiamenti non propriamente da capitano, si è ifatto in questa stagione. Ha rischiato anche di portare al dodicesimo posto utile per Rio la scalcagnata 4x200sl maschile. Ha dato sempre più di quello che aveva. Ha trascinato la stafffetta veloce al bronzo. Non male neppure nell’ultima staffetta mista, detta anche “della stanchezza.” Un esempio per tutti.
Codia e Rivolta. 7. I farfallisti stanno tornando ai loro livelli. Bastava poco a Rivolta per arrivare in finale nei 100 farfalla, peraltro di gran livello. A Codia sarebbe bastato il tempo ottenuto alle Universiadi
TANIA CAGNOTTO 10.
Oro nel trampolino da un metro, bronzo nel trampolino da tre metri e bronzo nei misti dal trampolino. Peccato solo per la medaglia mancata nel sincro con la Dallapé.
NUOTO DI FONDO AZZURRO 9.
Primo posto con Ruffini, due terzi posti con Furlan e anche qualche quarto posto.