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Lo stupore delle prese elettriche

La concorrenza cinese e lo spaghettificio

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Da “Voltremont”

In Italia c’è uno spaghettificio che dà lavoro a mille perse e vende centomila pacchi di spaghetti al giorno.

Arrivano i cinesi e fanno concorrenza allo spaghettificio perché vendono i loro spaghetti a metà prezzo. I loro lavoratori prendono anche metà stipendio. Non ci sono differenze qualitative o di capacità produttiva.

In queste condizioni lo spaghettificioitaliano o cambia o chiude.

Come può cambiare?

Dimezzando i salari degli operai? Se abbassa i salari ma lascia i prezzi fermi, non potrà vendere a loro perché il prezzo è alto per i nuovi salari. Non potrà vendere a nessun altro perché i prezzi sono più alti di quelli cinesi. Allora, per continuare a vendere, deve abbassare i prezzi in modo tale che i suoi prodotti siano competitivi e possano essere comprati. Allora ecco che per gli operai nulla cambia: si sono dimezzati i loro salari ma anche i prezzi. 

Non solo. Se i salari e i prezzi si sono dimezzati, gli operai possono continuare a comprare dagli italiani. I prezzi cinesi non sono più competitivi.

Se i cinesi sbaragliano un intero mercato, ferme restando le condizioni degli altri? Allora ecco che magari l’impresa chiude e gli operai restano senza lavoro. Però se i prezzi sono più bassi, il reddito a disposizione di chi compra gli spaghetti è più alto, una volta comprati gli spaghetti. C’è una possibilità di risparmio o di spesa maggiore. Quindi ecco che questo reddito può essere usato per produrre una nuova salsa, per fare una macchina per gli spaghetti, per fare consulenza ai cinesi e così via. Se l’unico mercato sbaragliato è quello degli spaghetti, per produrre altro non restano che i disoccupati dello spaghettificio. I quali dovranno imparare a fare qualcosa di nuovo. Potrà essere lo Stato, coi risparmi in più, a fornire i mezzi per la riqualificazione e un sussidio di disoccupazione. 

D’altronde, se i cinesi conquistano tutti i mercati e fanno fuori tutti i lavoratori, a chi vendono? Non resta che vendere a loro stessi, ma allora a quel punto gli italiani potranno tornare a costuire cose per loro stessi alle nuove condizioni. 

Quindi è sbagliato affermare che la concorrenza cinese porta un peggioramento delle condizioni di lavoro in un mercato.

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