La crescita di lungo periodo, da storico, in un periodo di tipo ottocento anni.
Noi siamo abituati a vederci come un paese ricco. In realtà siamo diventati ricchi negli ultimi cinquanta anni.
Ma non eravamo al centro della storia?
Il problema è che tutto il mondo era poverissimo. A fine Settecento è avvenuta la rivoluzione industriale inglese che ha creato le fabbriche, lo sfruttamento dell’elettricità ecc. Cose che non esistevano prima.
Prima della rivoluzione industriale tutti i paesi erano poverissimi. Essere il paese più ricco del mondo voleva dire comunque avere livelli di benessere molto bassi per gli standard attuali.
La misura del pil può essere stimata anche in prospettiva storica. Esistono delle serie storiche del pil, fatte da professionisti, che lo stimano in passato per quanto i dati siano più limitati di oggi. Esiste un metodo per esprimere questi dati in modo comparabile nel tempo e nello spazio. Poi c’è dibattito su questi temi.
Abbiamo dei dati tecnicamente comparabili sul pil italiano pro capite dal 1220 a oggi e sul pil inglese pro capite dal 1270 a oggi. Il metodo usato è a dollari costanti 1990 ppp. Si può dire quanto l’Italia era sviluppata nel 1820 rispetto a oggi, con un margine di errore di più o meno vento per cento. E quanto l’Italia aveva capacità di produzione rispetto a quella attuale.
Attualmente siamo sui 20 000 dollari 1990. Il paese più ricco sono gli USA, secondo questa metrica, sui 30 000 (a parte paesi come il Lussemburgo, che non esiste. Parliamo di paesi grossi). La Cina è 7000, con grandi differenze tra Pechino e Shanghai. L’India è sui 3000. Il paese più ricco dell’Africa subsahariana (escludendo il Sudafrica, che è un caso a parte) è la Nigeria, sui 1700 dollari.
L’Italia, nel suo massimo medioevale, nel 1450, aveva un pil di 1500 dollari. Era cioè più povera della Nigeria attuale.
Quando si parla di povertà si intende povertà: i redditi erano bassi, ma anche la possibilità di consumare era minima. A Lagos l’elettricità c’è. In Italia nel medioevo non c’era.
Pensiamo cosa significhi oggi non avere l’elettricità. O il riscaldamento centrale, che si è diffuso nell’Ottocento-Novecento (a parte casi di molto ricchi che lo avevano a fine Settecento). La povertà della società tradizionale non riusciamo più a immaginarcela.
Nei millenni l’uomo ha vissuto in piena povertà vera.
Prendiamo la mortalità infantile, su cui abbiamo dati precisi dall’Unità. Un bambino su tre moriva. Per polmonite, malattie gastrointestinale. È passata dal 30% al 3 per mille. Peraltro la mortalità infantile era più alta al nord perché il clima era peggiore.
Prendiamo il cibo. Si vedono i livelli di consumo dei contadini toscani nel 1930, dove esistevano già l’elettricità e il commercio e quindi dove la crescita economica moderna c’era (crescita del pil procapite continua nel tempo: magari ci potevano essere due anni di buon raccolto e uno no). Nel 1930 questi mangiavano carne una volta a settimana. Tutto il resto del tempo si mangiavano pane ammollato in acqua e verdure, con qualche uovo e un pezzetto di formaggio. Non “andiamo a prendere una pizza o il sushi?”. Il caffè lo bevevano solo i ricchi. I trasporti non erano diffusi.
La società preindustriale era una chiavica e lo era anche per i ricchi.
C’è stato un programma inglese in cui hanno provato a far vivere delle persone coi livelli di consumo del 1890 e questi non hanno resistito. Per avere l’acqua calda dovevi tagliare la legna e poi bollire l’acqua. La gente lavorava tanto perché o lavorava o moriva di fame (l’welfare state e le pensioni non c’erano, o lavoravi finché potevi o morivi): iniziava a lavorare nei campi a cinque sei anni e continuava a lavorare più o meno nello stesso tempo. Per questo si facevano tanti figli: il lavoro era scarso, i figli morivano in molti e dovevi farne tanti per assicurarti che qualcuno sopravvivesse e davano braccia oltre a rappresentare un’assicurazione sulla vecchiaia (i figli lavoravano la terra per te).
C’erano pochissimi ricchi.
Ma pensate anche a come è diverso scrivere con la macchina da scrivere che col computer. Quanto è più faticoso. O ancora immaginiamoci il tipo di lavoro degli amanuensi che scrivevano libri che leggiamo noi mentre all’epoca i libri erano costosissimi, l’analfabetismo era circa il 98% e quindi non leggeva nessuno. Prima del 1445 a leggere erano gli ecclesiastici, i mercanti di buon livello e pochissime altre persone. Neanche tutti i nobili sapevano leggere. Nessuno sapeva nulla di cosa succedeva fuori dal paesello perché non c’erano giornali o tv. Scoppiava una guerra a 200km di distanza e nessuno lo sapeva.
I livelli tecnologici erano molto bassi e quindi la società era molto povera.
C’è correlazione evidente tra livelli tecnologici (cioè come le persone riescono a organizzarsi e produrre le cose per altre persone) e lo standard di vita attuale.
Facciamo le pulci oggi nei diversi livelli tra paesi e è un po’ fuorviante.
Agricoltura. L’agricoltura è essenziale per mangiare ma anche per vestirsi (lana) e riscaldarsi (legna). Il carbone come combustibile per riscaldarsi nasce nel 1600 in Inghilterra.
L’agricoltura ha bisogno di terra e nutrienti dalla terra, soprattutto azoto. L’azoto un po’ è nell’aria, un po’ va messo per terra. Il sistema prevalente in Europa era quello di lasciare a riposo la terra. Lasciamo delle terre a riposare per anni perché non riuscivano a riprodursi. In Africa i cicli erano trentennali. In Italia la terra era scarsa perché il paese era più ricco, il ciclo era un anno di riposo ogni tre per le zone ricche. Date le tecniche di quel tempo e data la produzione agricola essenziale per la vita, dovevi lasciarla incolta per un anno. È come se oggi tutti smettessero di produrre cibo per un anno su tre. La soluzione sono stata i fertilizzanti, inventati nell’800. Un’altra possibilità era quella di irrigare la terra. Se tu irrigavi potevi avere coltivazioni continue ma anche questo era problematico. Dove c’erano i fiumi irrigabili fertili c’erano più possibilità di coltivazione e c’erano più possibilità di civiltà. Ecco perché le civiltà si sono sviluppate attorno ai fiumi. La Cina si è sviluppata attorno all’agricoltura irrigua perché il riso viene coltivato sott’acqua. Le tecniche agricole erano limitate. I fertilizzanti hanno permesso anche il boom della popolazione.
Lo stesso vale per le tecnologie meccanizzate. Una parte consistente dell’energia veniva fuori dagli uomini e dagli animali. Il problema è che gli animali li devi nutrire. L’animale prende energia dal terreno e la usa per arare, dal punto di vista dell’economia energetica. O che tu nutri un bue o un cavallo e lo fai arare o nutri un uomo e lo fai zappare usi energia per avere cibo. Ci sono stati degli elementi di progresso. Il primo è stato la ruota ad acqua, nata nell’ottavo o nono secolo. Si poteva produrre energia da acqua o vento e quindi diciamo gratis, cioè senza mettere energia (gratis = con costi marginali di produzione prossimi a zero, produrre un po’ di più di quella energia lì è pari a zero. C’è il costo fisso del mulino ma rispetto all’energia del tempo è stato un grande progresso). La seconda invenzione del medioevo è stata la stama (1445). Prima i libri bisognava copiarsel ia mano. Con la stampa si potevano riprodurre. Replicare le cose a costi marginali quasi pari a zero è una cosa che aumenta gli standard di vita. Aumenta l’offerta di conoscenza tramite la stampa con costi marginali di produzione quasi pari a zero. Inoltre trasmetti tanta conoscenza e migliori la vita. Pensa di essere un mercante. Prima della stampa se volevi sapere cosa succedeva a Firenze ci voleva qualcuno che ti dicesse che i prezzi erano tot. Poi sono nate le gazzette, coi prezzi e tutti, pagando una somma, potevano conoscere i prezzi, quasi aggiornati. Poiché i giornali erano cari, un tempo li leggevano al bar e si svilupparono i cafè come centri di commercio e aggregazione.
Le persone sanno le cose di cui si parla, la tecnologia che si usa, si scambiano le informazioni. È il modo migliore per migliorare la produzione. In un mondo isolato non c’è crescita. Al limite fai le cose come ti hanno insegnato i tuoi. Leggiamo il mulino del po di Bacchelli.
La città preindustriale non era malthusiana. Per malthus esisteva un rapporto, una tendenza della popolazione e dei redditi a rimanere stabili a livelli molto bassi. Partendo da sussistenza, se c’era un aumento di redditi (per aumento di produzione agricola o innovazione ecc.) la gente faceva più figli. Allora c’era più gente che lavorava la terra ma visto che la terra era quella la produzione pro capite doveva calare. Tre figli in più non fanno aumentare la produzione di tre volte e quindi il pil procapite aumentava meno. I salari calavano e si tornava a livello di sussistenza e di livello base di popolazione. La società malthusiana era una società stabile, quindi.
Questa visione è vera se la consideriamo in prospettiva storica rispetto a noi. La crescita in una società preindustriale era bassissima. In assoluto ci sono società preindustriali che sono cresciute, altre decadute e nel lungo periodo c’è stata una piccola crescita. Nel mondo la società preindustriale più ricca attorno all’anno mille era la Cina. Circa 1000 dollari pro capite ed era molto più ricca dell’Italia del 700 800. Dall’800 al 1350 l’Italia ebbe un boom arrivando a 1200 dollari. Dopo si è fermata. Questa crescita medievale è stata determinata dalla crescita del commercio e da innovazioni nell’agricoltura. Nel 1350 ci fu la peste. Ogni tanto c’erano epidemie che massacravano le popolazioni. Un terzo della popolazione fu decimata dalla peste, in Europa. Ogni 30 50 anni c’era un’epidemia e un venti per cento della popolazione moriva. Attorno al 1450 il reddito italiano era 1300 1500 dollari.
Oggi con questo reddito moriresti. Chi sarebbe in grado di coltivare la terra senza trattore? Sono cose dimenticate e date per scontate.
Dal 1450 il reddito è rimasto stabile in italia fino a metà 1700 quando eravamo sui 1300 dollari. Con qualche fluttuazione. Poi è arrivato il mais (o granturco). Prima coltivavano grano e mangiavano pane di grano. A inizio 700 è arrivato il mais e si cominciò a fare la polenta a nord. Il mais produce più calorie per ettaro del grano. Quindi si poteva avere una popolazione più ampia. Con più roba di mangiare si mangiava di più (pellagra a parte). La popolazione italiana da metà 700 cresce da circa 7 milioni a 15 milioni nel 1860. Il reddito però è calato molto. Il minimo di livello di reddito l’Italia lo ha avuto a inizio 800 anche se c’erano più innovazioni rispetto al 1400. Quindi c’erano molti contadini poveri. Una nuova crescita c’è stata a fine 1800.
L’Italia è stata all’avanguardia del mondo, quando? Sono stati massacrati i cinesi e questo ha sfavorito loro. Dal 1100 al 1500 possiamo dire che l’Italia era all’avanguardia nel mondo. Poi è rimasta a quel livello ma l’Olanda ci ha superato. Erano grandi commercianti. Sono rimasti il paese più ricco d’Europa fino alla rivoluzione industriale. Parliamo comunque di 2800 dollari, come il Pakistan di oggi.
C’è un database fantastico: il maddison project.
A fine 700 l’Olanda non ha saltato all’industria. Lo ha fatto l’Inghilterra, che poi è stata imitata da tutti i paesi.