Da un vecchio articolo di Noisefromamerika.
“C’è stato nell’ultimo trentennio, in Italia e nel resto del mondo, un problema di stagnazione dei salari reali soprattutto per la fascia più bassa.
Quanti soldi un lavoratore riesce a portarsi a casa dipende da quanto viene pagato, cioè dal suo salario lordo, e da quanto gli porta via lo stato in tasse e contributi.
Tra le determinanti del salario lordo gioca senz’altro un ruolo importante la produttività del lavoro. Quindi, se vogliamo affrontare seriamente il problema dei bassi salari occorre attuare politiche che facciano aumentare la produttività e che riducano la pressione fiscale.
Per quanto riguarda la pressione fiscale, dal confronto con altri paesi dell’Ocse impariamo che l’Italia è ai primi posti per cuneo fiscale, ossia la parte di costo del lavoro che finisce nelle tasche dello stato. Per esempio nel 2008 lo Stato si è preso il 46,5 percento del salario lordo dei lavoratori.
La produttività del lavoro è anch’essa una nota dolente. Uno studio comparativo dei settori manufatturieri di vari paesi di Aaron Cobet e Gregory Wilson mostra che la crescita media annuale dell’output per ora nel settore
manufatturiero durante il decennio 1990-2000 è stata del 4 percento per gli Stati Uniti, del 4,2 per la Francia, del 3 per la Germania, del 2,8 per il Regno Unito e del 2,3 percento in Italia.
Si tratta purtroppo di risultati tipici. L’Italia è un pezzo che fa male, sia per quanto riguarda la produttività del lavoro sia per quanto riguarda i
salari reali”.