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Lo stupore delle prese elettriche

L’assenza di meritocrazia uccide la produttività italiana

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https://voxeu.org/article/diagnosing-italian-disease

Sappiamo che la produttività italiana è quantomeno stagnante, che è invece fondamentale che ricominci a crescere affinché l’Italia possa tornare a percorrere la strada della crescita economica, che questa potrebbe permettere di rendere più sostenibile il debito, che non esiste una sola spiegazione delle cause del declino e che le analisi è preferibile farle a livello di settori e di imprese piuttosto che di paese.

Quali shock potrebbero avere influenzato negativamente la produttività italiana a partire almeno da metà anni 90? I candidati sono vari.

La creazione dell’euro e l’ingresso della Cina nel WTO possono aver minacciato la posizione competitiva delle imprese italiane nei mercati mondiali. Uno schock commerciale dovrebbe avere innalzato la produttività aggregata buttando fuori le imprese meno produttive (ma non è successo, ndrr), ma un paese d’altro canto guadagna produttività esportando di più, secondo vari studi empirici. Dato che la produttività è calata possiamo ipotizzare che ci sia una minore presenza di imprese italiane nei mercati internazionali.

La combinazione di nuove tecnologie e globalizzazione ha indotto a un aumento del bisogno di flessibilità della forza lavoro. Il mercato del lavoro italiano, storicamente rigido, potrebbe avere evitato la riallocazione dei lavoratori.

Malgrado non brillasse neanche in precedenza come qualità delle istituzioni alcuni osservatori hanno notato che a partire dagli anni 90 l’Italia ha visto un declino notevole nella loro qualità come misurata dagli indicatori della Banca Mondiale. Questo declino potrebbe avere favorito l’allontanamento dell’Italia dalla frontiera tecnologica.

Affinché le imprese possano recepire i benefici dell’ICT, dovrebbero riorganizzare i posti di lavoro usando modelli di gestione meritocratica e orientata ai risultati. L’interazione tra l’ICT e la qualità del management è già stata mostrata dai ricercatori che hanno determinato la riaccelerazione della produttività del lavoro negli Stati Uniti rispetto a quella europea.

Gli autori hanno trovato che solo l’ìultimo punto, l’interazione tra ICT e gestione meritocratica, spiega in modo soddisfacente una frazione significativa della crescita della produttività totale dei fattori. Le imprese dove le imprese tendono a seguire una gestione meritocratica sperimentano una crescita della produttività più rapida nei settori che sono più ICT intensive (sulla base del contributo del capitale ICT al valore aggiunto). L’effetto combinato di ICT e meritocrazia spiega più della metà del gap di crescita della produttività in Italia. Considerazioni analoghe valgono sia a livello di settore che a livello di impresa.

Se la gestione basata sulla fedeltà anziché sulla meritocrazia impongono un tale peso sulla produttività perché persiste nelle imprese italiane? La risposta è complessa e non ci sono risposte conclusive. Comunque in Italia le imprese meritocratiche affrontano più ostacoli in Italia di quanto affrontino in altri paesi europei, specialmente quando hanno a che fare con la burocrazia pubblica o l’ottenimento del credito. Una possibile policy da prescrivere allora è quella di rimuovere quelle barriere istituzionali (come la corruzione, l’inefficienza del sistema giudiziario, le interferenze statali) che contribuiscono al cronysm e soffocano il merito

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