Ma sarebbe stupendo se tante aziende fossero come Amazon e se anche la pubblica amministrazione fosse orientata all’innovazione, al progresso, all’ossessione per l’utente cliente.
“Quando raggiungi il muro, non hai che da scalarlo”.
Innovazioni, consegne attraverso i droni, ripristino delle scorte di carta igienica premendo un bottone, idee, idee, idee. Spazio alle idee di tutti, anche dei junior manager. Responsabilizzazione dei dipendenti. Nessun privilegio, anche sulle decisioni, da parte dei superiori. Sfide, motivazione.
“Quando cerchi di sparare alla Luna, la natura del tuo lavoro è inevitabilmente sfidante”.
“Decine di migliaia di nuovi lavoratori permettono di vendere tutto a tutti ovunque”.
Il potere thrilling di creare. Spingere le persone oltre quelli che pensavano che fossero i propri limiti.
Pensare in grande, sapere che abbiamo solo scalfito la superficie di tutto quel che c’è da inventare.
“Assumi e sviluppa i migliori. Cerca di acquisire ogni elemento del business, naviga in profondità, trova le idee sottostanti che possono risolvere problemi o identificare nuovi servizi prima che i compratori li chiedano addirittura”
Gli impiegati dicono spesso che i colleghi sono i più brillanti e committed che non abbiamo mai incontrato. Anche i junior possono dare grandi contributi.
Lavorare qui è come una droga.
I lavoratori sono incentivati al miglioramento continuo.
Performance legate al successo nei rispettivi compiti: vendere vino, consegnare pacchi o quel che è.
Competizione, corsa a rispondere per primi alle email, performance, successi, produttività. (Per competere e far diventare quel che è e non soccombere alla concorrenza globale.)
Cercare di impressionare l’azienda.
Ok. Può essere stressante oppure motivante. Chi preferisce la noia e la ripetitività di un posto diverso, punti a quello.
“Una volta non ho dormito per quattro ore per vendere le cartoline regalo. Questi business erano i miei babies.” (Ragionamenti da imprenditore o da chi fa con passione il proprio lavoro.) Anch’io non ho dormito a volte per l’eccitazione di fare qualcosa.
Tutti coloro che ci lavorano hanno alternative ma preferiscono stare in Amazon. Chissà perché.
Dati in real time, flusso continuo di dati per misurare tutto quello che i clienti fanno, quel che mettono nelle liste ma non comprano, quando i lettori abbandonano il libro ecc. (Ma poi rimborsano i soldi se il libro arriva in ritardo, assicurano spedizioni in un giorno, il post vendita è spettacolare, non fanno storie per i resi…)
“Data creates a lot of clarity around decision-making,” said Sean Boyle, who runs the finance division of Amazon Web Services and was permitted by the company to speak. “Data is incredibly liberating.” L’azienda è guidata dai dati! Non dalla politica o dall’amicizia col politico!
Noelle Barnes, who worked in marketing for Amazon for nine years, repeated a saying around campus: “Amazon is where overachievers go to feel bad about themselves.” (Be’, dai…ci sono posti dove gli overachievers muoiono di noia…)
… a meritocracy in which people and ideas compete and the best win, where co-workers challenge one another
“Amazon is driven by data,”
“Last August, Stephenie Landry, an operations executive, joined in discussions about how to shorten delivery times and developed an idea for rushing goods to urban customers in an hour or less. One hundred eleven days later, she was in Brooklyn directing the start of the new service, Prime Now.
“A customer was able to get an Elsa doll that they could not find in all of New York City, and they had it delivered to their house in 23 minutes,” said Ms. Landry, who was authorized by the company to speak, still sounding exhilarated months later about providing “Frozen” dolls in record time.
That becomes possible, she and others said, when everyone follows the dictates of the leadership principles. “We’re trying to create those moments for customers where we’re solving a really practical need,” Ms. Landry said, “in this way that feels really futuristic and magical.”